03 aprile 2019

GAUGUIN


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È il primo aprile del 1891 quando Paul Gauguin(1848-1903) lascia Marsiglia diretto a Tahiti e la Polinesia.Ha 43 anni, ed è proprio a quell'età che per lui inizia un'altra vita.Quella giornata segna l’inizio di un viaggio anche spirituale ed artistico,che porterà l’artista agli antipodi della civiltà e del mondo dove fino allora aveva vissuto,fors'anche in contrasto con essa.Gauguin desiderava fuggire dalla Francia e dall'Europa per cercare uno stile di vita semplice.Parte,così,alla ricerca di un "qualcosa" che ancora non riesce a cogliere nella sua pienezza,una specie di ricerca dell’alba del Tempo e dell’essenza vera dell'Uomo.Ai Tropici,Gauguin resterà quasi senza intervalli fino alla morte:12 anni di disperata e febbrile ricerca di autenticità,di immersioni sempre più profonde nella natura lussureggiante,di sensazioni,visioni e colori ogni volta più puri e accesi,tra le popolazioni indigene da lui tanto amate e che tanto lo ispirarono.Una continua irrequietezza spirituale,umana ed artistica.Perchè forse è proprio questa la parola che può dare una definizione di tutta la vita e la ricerca artistica di Gauguin:irrequietezza.Una irrequietezza che lo portò a lasciare prima Parigi(anche dopo la traumatica convivenza umana e artistica con Vincent Van Gogh).Irrequietezza e irruenza che lo portarono a scagliarsi contro i coloni europei e proprio questa sua attività anticolonialista lo condusse nel carcere dell’isola di Hiva Oa,dove morì nel 1903.Ma una irrequietezza anche artistica,che lo portò alla ricerca ansiosa di un Eden terrestre che farà di lui uno dei pittori più grandi di sempre.
Ora sull'avventura umana ed artistica di Gauguin è stato girato un film "Gauguin a Tahiti – Il paradiso perduto, che traduce in immagini l’avventura terrena di Gauguin,che racconta,tra le altre cose,di un Gauguin che,seppure in guga dalla Francia e dall'Europa,non poté mai sfuggire alle proprie origini,alle ambizioni e ai privilegi dell’uomo moderno.Paradossalmente fu sempre il cittadino di una potenza coloniale: ipinse tra le palme,ma con la mente rivolta al pubblico dell’Occidente.Un paradosso che si riflette nel destino della sua opera,visto che i suoi quadri oggi sono conservati in grandi musei internazionali (New York col Metropolitan Museum, Chicago con il Chicago Art Institute,Washington con la National Gallery of Art,Boston con il Museum of Fine Arts) dove ogni anno milioni di persone si fermano di fronte alle tele di Tahiti, sognando il loro istante di paradiso,un angolo di silenzio in mezzo alla folla.

 

2 commenti:

Julia ha detto...

Di Gauguin ho due stampe in casa, mi piace, come il tuo commento, originale. Non sapevo del film sebbene io sia amante dei biopic. Lo hai visto? L'ho cercato ma in streaming non e' ancora disponibile. Vedro'. Mi piacerebbe proprio vederlo. Grazie Clem per questa chicca!
Ciao e buon aprile

Clem ha detto...

No,purtroppo nemmeno io ho visto il film….ne ho avuto conoscenza in ritardo,leggendo i giornali degli ultimi giorni di marzo sui quali si diceva che il film sarebbe stato nelle sale solo il 25,26,27 marzo. Se ti può interessare ti lascio questo link de "Il Messaggero"
https://www.ilmessaggero.it/video/spettacoli/film_gauguin_tahiti_paradiso_perduto_cinema-4315022.html

ciao e buon aprile anche a te
Clem