A 200 anni dall’apertura,avvenuta il 19 novembre 1819,il Museo del Prado riflette sul proprio passato,sul ruolo educativo e sociale di un’istituzione che ha segnato la storia della Spagna e dell'arte e della cultura mondiale.E lo fa con il docufilm "Il Museo del Prado;la corte delle Meraviglie" in sala solo dal 15 al 17 aprile.In esso l'attore Jeremy Irons,(Premio Oscar per il film "Il mistero von Bulow")si aggira tra le gallerie del Prado,rapito dalle opere di El Greco e Goya,estasiato dalla "La lavanda dei piedi" di Tintoretto o dal famosissimo "Las meninas" di Velazquez."Mi sono addentrato nel museo e nel documentario come profano assoluto in un mondo di esperti,mi sono entusiasmato e mi auguro che ciò accada anche allo spettatore che lo vedrà" ha spiegato l'attore,a Roma per presentare il docufilm in cui fa da accompagnatore e voce narrante.Il Bicentenario,come altri anniversari e ricorrenze culturali(tra le altre quest'anno ricorrono i 500 anni dalla morte di Leonardo)è occasione per approfondire lo svilupparsi della Storia,della cultura,dell'identità e della specificità di un popolo,ma anche,in ultima analisi,dell'evolversi della Civiltà e dello stesso Pensiero umano. E,ponendo mente ad altri Musei nel mondo(tanto per citare i più importanti al mondo,il Louvre di Parigi,gli Uffizi a Firenze,i Musei Vaticani a Roma,il Metropolitan Museum of Art di New York,il British Museum di Londra,l'Hermitage di San Pietroburgo)si può anche riflettere su come si è evoluta la funzione dei Musei nel corso dei secoli.Da tempio di ricerca scientifica nel mondo greco(il "museion" dell’Accademia platonica o il museion del Liceo di Aristotele)che non erano propriamente luoghi adibiti alla raccolta e alla conservazione di opere,quanto,piuttosto,luoghi destinati ad ospitare letterati ed artisti che vi si recavano per produrre cultura,a luogo di conservazione e di contemplazione al tempo delle "Wunderkarmen"(nella traduzione letterale "Stanza delle Meraviglie"),delle gallerie e dei gabinetti dei prìncipi,diretti discendenti del fenomeno del collezionismo,antesignani di quello che poi sarà il museo moderno.Da strumento di recupero della memoria storica o di classificazione enciclopedica del creato,a mezzo di comunicazione culturale e di ostentazione del prestigio culturale ed economico di una nazione ai tempi del “musée napoléon”,che raccoglieva le maggiori opere d’arte appartenenti ai paesi a mano a mano occupati dai francesi durante le guerre napoleoniche.Forse oggi il museo è tornato ad essere luogo di ricerca scientifica,ma anche luogo di conservazione e di tutela dei beni culturali e,soprattutto,luogo di educazione e di formazione/informazione delle Menti.E,cosa forse ancora più importante,in e con esso,assume oggi un’importanza sempre crescente la funzione educativa e socializzante.Per ritornare al museo spagnolo del Prado,il Bicentenario è proprio l'occasione per riflettere sull'influenza che esso ha avuto nello sviluppo dell'arte moderna e contemporanea,attraverso la riscoperta di grandi artisti come Velazquez,Goya,El Greco,e di tanti altri interpreti del Mondo e del Pensiero.Il motore del Bicentenario sta nella considerazione che,grazie alla nascita del Real Museo de Pintura y Escultura(poi denominato “del Prado” perché si trovava nel prato antistante alla Chiesa de los Jeronimos)la Spagna e il mondo intero possono godere oggi di una straordinaria collezione d’arte,perché concepita secondo i gusti e per il puro piacere dei suoi re.In questo sta forse la peculiarità del Prado.Il suo nucleo centrale è frutto delle passioni dei reali di Spagna,gli Asburgo prima e i Borbone poi,che compravano solo le opere degli artisti che amavano e nel numero più ampio possibile.Per questo ritroviamo a Madrid quadri di Rubens,Velázquez,Tiziano,Raffaello e tantissimi quadri di autori fiamminghi come van der Weyden,Brueghel o van Dick.Ma il Prado è anche uno dei pochi musei al mondo dove si restaurano anche le tavole di supporto,in legno o in altri materiali,una specialità sostenuta dal Paul Getty Institute.Tra i capolavori riportati di recente all’antico splendore,oltre alla discussa Gioconda del Prado (una copia identica della tavola di Leonardo,probabilmente opera dalla sua bottega)ci sono Il trionfo della morte di Brueghel padre,la Fonte della Grazia della Scuola di van Eyck e, prossimamente, anche l’Annunciazione di Beato Angelico.Proprio al Beato Angelico e al Rinascimento fiorentino è dedicata una delle mostre di punta del Bicentenario.
Ecco l'importanza delle date,degli anniversari,delle ricorrenze.Esse sono il momento sul quale attardare la Memoria e la riflessione per giungere alla consapevolezza che l'Uomo rappresenta qualcosa di alto e importante e che proprio nell'arte e con la memoria riesce a cancellare le bruttezze e gli orrori che egli stesso è stato capace di compiere,come raccontano le orribili e tremende vicende storiche dello scorso secolo.C'è proprio un quadro di Goya che al contempo atterrisce ed ammonisce:"Il silenzio della Ragione genera mostri".Anche questa è la funzione di un Museo.L'Arte e la Memoria sono espressione della Ragione ed è solo con l'esercizio di essa che l'Uomo riesce ad ESSERE.Riesce a riconoscere la propria Essenza,o,come dice Dante,la propria "semenza":"Considerate la vostra semenza:fatti non foste a viver come bruti,ma per seguir virtute e canoscenza".Ed è proprio riprendendo le parole di Dante che Irons,nel suo viaggio all'interno delle sale e delle gallerie del Prado,può a ragione dire:"L'Arte lava via dalla nostra anima la polvere della vita di tutti i giorni".