08 dicembre 2017

QUANDO C'ERA "CAROSELLO"

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Lo scorso 27 novembre è stato emesso un francobollo speciale per celebrare i 60 anni del mitico "Carosello",il "teatrino" della prima pubblicità italiana."Carosello", fu il programma più rappresentativo della paleotelevisione(così Umberto Eco designò i primi vent’anni della Tv,quella in bianco-nero,in regime di monopolio Rai, con esplicite finalità pedagogiche).Con "Carosello" ci fu la nascita di una moderna società industriale-urbana,caratterizzata dalla progressiva diffusione dei consumi di beni durevoli.Carosello nacque nel 1957 e finì nel 1977(con la Tv a colori,la fine del monopolio Rai,l’entrata i scena delle Tv commerciali ovvero con l’inizio della neotelevisione).Erano gli stessi anni dell’inizio e della fine della grande trasformazione:nel 1958,primo anno del “miracolo economico”,gli addetti all’industria sorpassarono i lavoratori in agricoltura.Ai tempi di "Carosello" il 60% degli italiani aveva frequentato solo le scuole elementari.Il 30% neppure quelle,oppure era senza alcun titolo di studio.Solo il 6% aveva frequentato le scuole medie,il 3% le superiori e solo l’1% era laureato:insomma,un livello di alfabetizzazione avvilente,con larghissime sacche di analfabetismo.Durante i 20 anni di vita di Carosello,invece,i possessori del titolo di scuola media triplicarono;si decuplicarono addirittura i possessori di automobili e di televisori.In un paese che nel dopoguerra si muoveva a piedi,in bicicletta o in treno,la motorizzazione iniziò con gli scooter,con la geniale invenzione della Vespa da parte della Piaggio;poi ci furono le utilitarie della Fiat a mettere gli italiani su quattro ruote,con la "600" prima e con la "500" dopo.Automobili e scooter,elettrodomestici,articoli per la casa,spiagge prese d'assalto,furono l'indice di questa rivoluzione socio-economica.Quando "Carosello" esordì nel 1957,la TV era appena nata ed era presente nelle case del solo 3% degli italiani.I più la guardavano nei bar o riunendosi presso l'unica famiglia del caseggiato che la possedeva.Quella tv trasmetteva in bianco e nero e su un solo canale.Ma quella tv non era molto coinvolgente per la massa degli spettatori.Usava un linguaggio troppo forbito,ed era seriosa e perciò parecchio noiosa e per giunta era limitata nelle fasce orarie:iniziava alle 17 con la "Tv dei ragazzi" e finiva alle 23,con il classico monoscopio del "Fine Trasmissioni".


Ma fu poi uno spettacolo di intrattenimento,il gioco a quiz "Lascia o raddoppia",condotto da un giovanissimo italo-americano,Mike Bongiorno,a coinvolgere e entusiasmare una gran massa di spettatori ed a incidere sul mutamento dei costumi e sul modello sociale degli italiani.Ai tempi di Carosello l'informazione dell'unico telegiornale era del tutto filogovernativa e strettamente controllata dalla Dc,il partito di maggioranza.Solo nei primi anni '60(quando furono costituiti i primi governi di Centrosinistra)nacque "Tribuna Politica" e solo allora gli esponenti dei partiti d'opposizione ebbero una voce e un volto in tv.Ma,nonostante tutte queste alterazioni politiche,quella tv elaborò programmi formativi,con la finalità di elevare la cultura degli italiani.Sotto questo aspetto ebbe una enorme importanza la famosa trasmissione "Non è mai troppo tardi",pensata per alfabetizzare i moltissimi adulti analfabeti.Una trasmissione che ebbe grandissimo successo per le doti comunicative del conduttore,il maestro elementare Alberto Manzi.E nello stesso periodo ci fu la stagione degli sceneggiati a puntate,che erano riduzioni televisive di romanzi della letteratura mondiale("I promessi sposi", Il mulino del PO","I fratelli Karamazov"),anch'essi con l'evidente scopo di formazione culturale.In questo scenario,"Carosello"rappresentò un'oasi di divertimento.Ciascuno dei 5 pezzi di cui si componeva era costituito da una scenetta di pochi minuti cui seguiva la reclame del prodotto.Indimenticabili alcuni personaggi creati per "Carosello":Pappagone,Calimero,il tenente Sheridan e tanti altri,tutti interpretati da grandissimi attori:Ernesto Calindri,Peppino De Filippo,Totò,Vittorio Gassman,Alberto Lupo,Alberto Sordi,Ugo Togazzi,Nino Manfredi e Gino Cervi.Erano piccoli cammei artistici quelle scenette pubblicitarie interpretate da quel fior fiore di attori.E ancora oggi rimangono indelebili alcune invenzioni linguistiche e "frasi celebri" che con Carosello entrarono nel gergo comune.Il successo di Carosello spiega il suo ruolo e la sua importanza nell'evoluzione dei costumi e di comportamenti degli italiani.Negli anni del "miracolo economico",Carosello divertiva,insegnava a diventare consumatori di massa di beni di marca.Così gli italiani,fino allora abituati ad arrangiarsi col poco e comprare prodotti alimentari sfusi,anonimi,acquistati dal rivenditore sotto casa,furono indotti a comprare prodotti confezionati e di marca visti proprio a "Carosello" e scelti in prima persona,sugli scaffali dei supermarket.Si potrebbe forse dire che attraverso "Carosello" gli italiani furono introdotti,da un lato,alla lingua italiana(che uniformava in un'unica lingua i vari dialetti d'Italia)e,dall'altro,alla nuova "religione dei consumi",che permetteva di sentirsi moderni,al passo con il progresso.Quella nuova religione,però,fece sì che il grande pubblico si trovasse sprovvisto di strumenti "culturali" di autodifesa,così ingenuo e  acritico difronte alla seduzione delle immagini pubblicitarie.E' su questi temi che Pier Paolo Pasolini elaborò alcune bellissime considerazioni sulla società dei consumi,l'influenza della tv e l'omologazione ai modelli culturali allora predominanti.


L'ha detto la televisione!Era l'assioma che gli italiani usavano per la tv,che pure aveva fatto scoprir lo nuovi mondi e frontiere,ma che,al tempo stesso,li aveva svuotati di ogni spirito critico,anche per l'assenza di una (contro)informazione di una stampa invece omologata e servile.Forse il segreto del successo di Carosello era proprio questo:era tanto amato dai bambini, ma gli adulti ai quali si rivolgeva erano anch’essi,in un certo senso,dei consumatori–bambini,incapaci di comprendere i malesseri della società che comunque in quegli anni già c'erano (basti pensare agli scritti proprio di Pasolini o a quelli di Moravia)e che poi esplosero nelle contestazioni studentesche degli ultimi anni '60.Vien fatto,però,di pensare all'odierno mondo dei social,alle moderne manipolazioni dell'informazione,agli spionaggi informatici sulle elezioni degli Stati e dei governi,alle fake news e agli attacchi informatici.E vien fatto pure di pensare ai modelli di società distopiche disegnate da Orwell e Huxley(e chissà poi quanto lontane dal vero).Di fronte a tutto questo il mondo ingenuo e "bambino"di "Carosello" si fa davvero rimpiangere.

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