04 maggio 2017

UNA STORIA SENZA FINE

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Ci sarebbe da meravigliarsi se qualcuno se ne meravigliasse.Alla fine la storia di Alitalia non è altro che l'ennesima puntata di una storia già letta,che si ripete oramai da più di mezzo secolo.E' la storia e stavolta anche la fine di Alitalia;la stessa di una lunga,troppo lunga,serie di aziende cosiddette di Stato.È la storia delle partecipazioni statali,dell'IRI,dell'ENI o dell'ENEL, per esempio.O delle Aziende municipalizzate;insomma quella storia che ha visto lo Stato infilarsi dappertutto e a sproposito.Ed è (anche)da qui che nasce l’immensa voragine del debito pubblico italiano;quella voragine per la quale,i nostri esecutivi,non potendo più ricorrere alla valvola della svalutazione monetaria,continuano a elemosinare "flessibilità" all'Europa,senza però pensare mai ad abbattere il Moloch della spesa pubblica,magari con tagli a privilegi e clientele,a sprechi ed ottantaeuro.Con buona pace dei tanti Commissari alla "spending review" che negli anni si sono succeduti,ma tutti inascoltati dai vari governi Monti,Letta e Renzi.E' da quelle due parole che nasce il problema.Aziende a "partecipazione statale":il che vuol dire che le nomine ai vertici di quelle aziende di supermanager(Prodi ad esempio)venivano fatte con il solito sistema della più becera spartizione politico-partitica,con la logica delle lottizzazioni clientelari per la raccolta di un consenso elettorale corrotto e corruttore e senza nessun piano economico-industriale.Certo,sarebbe un bel rompicapo,ma se ci mettessimo a fare la somma di quanto,a partire dagli anni '60,siano costate alle casse pubbliche e quindi agli italiani,le “controllate” o “partecipate",si rimarrebbe strabiliati,ma solo per poco,perchè poi tutto si spiegherebbe.Nemmeno il periodo degli anni Novanta,quando si cercò di operare delle privatizzazioni di quegli Enti,riuscì a risolvere il problema,tanto ipocrita,viziato e corrotto era quella specie di politica industriale.Solo in Italia,tra i Paesi occidentali,il più grande imprenditore è sempre stato la mano pubblica.Dalle banche(basti pensare ai finanziamenti statali alla banca che più politica non si potrebbe come "Monte Paschi di Siena",ma anche alle varie Banche Etrurie in giro per l'Italia).Alla meccanica(l'ILVA di Taranto),ai trasporti,all’energia,ai servizi di pubblica utilità,alla manifattura.Allegria!Tutto statale,tanto paga Pantalone.Tutto statale,direttamente o indirettamente,con una socializzazione delle perdite a carico del contribuente italiano.Da questa immensa rete a "partecipazione pubblica",sono derivati svendite,fallimenti,commissariamenti,fusioni e incorporazioni onerose e opache.Ecco perché la fine di Alitalia non è qualcosa che possa sorprendere,perchè,invece,è la storia senza fine che viene da molto lontano e che una classe dirigente economico-politica affarisitica,opportunista e avida di danaro e di potere non ha mai corretto per interesse o per mancanza del senso dello Stato.
In Italia la politica industriale ha seguito solo logiche di assistenza finalizzate al consenso elettorale,di favori agli amici degli amici da favorire e delle poltrone da distribuire con stipendi da sceicco.Senza voler dire delle "partecipazioni" sindacali,a quel sistema di relazioni industriali.Ecco poi perché abbiamo il sistema bancario che abbiamo,connesso e colluso con il potere politico,come Banca Etruria ha dimostrato.Ed ecco perché ci ritroviamo le municipalizzate colabrodo e aziende statali o parastatali in disfacimento,nonostante le centinaia di milioni di euro del contribuente buttate in quei pozzi senza fondo.Da noi lo Stato è entrato ovunque,e senza una logica di sviluppo,del mercato,e della responsabilità manageriale.
Così stiamo qui a parlare di cosiddetti salvataggi,rifinanziamenti,ricapitalizzazioni e riconversioni di un’infinità di gruppi aziendali che sono costati uno sproposito a perdere. 
Per questo non c'è da sorprendersi per la storia e la fine di Alitalia.Dentro questa fine c’è la sintesi di tutti gli sbagli della politica,del sindacato del management di Stato,in una storia da anni sempre negativamente uguale e senza fine,una storia senza fine.

3 commenti:

Julia ha detto...

Ciao Clem, hai ragione ilcannocchiale è definitivamente morto, è più di un mese che non funziona e alla maniera italiana nessuno dice niente, nessuno fa niente. Ho scritto più volte alla redazione ma non mi hanno mai risposto. Chiudere una piattaforma così sui due piedi con migliaia di utenti è incivile. Comunque ho aperto un altro blog a malincuore ma non potevo proprio lasciare il mio calendario a metà...
Pilato è uno dei miei personaggi storici preferiti, ho letto parecchio su di lui e mi è piaciuto moltissimo il tuo post.
Per quanto riguarda l'Alitalia ci risiamo con il metodo Italiano, l'hanno mangiata viva. Avevo dei parenti che ci hanno lavorato e non puoi pensare di portare avanti un'azienda che spende milioni per far dormire i piloti e gli assistenti di volo in alberghi a sei stelle, pagarli per fare un volo a settimana nelle trasferte all'estero sempre con alloggio ultrastellare per tutta a famiglia e vari bonus, liquidazioni da megadirettore generale anche agli ultimi dei dipendenti e così via...
Visto che ci siamo persi gli auguri di Pasqua ti lascio un buon maggio e un buon tutto e grazie ..

Clem ha detto...

Ciao Julia,sì hai fatto benissimo ad aprire un altro blog e spero che siano stati salvati tutti i tuoi post scritti sul "Cannocchiale"....potresti dirmi dove rintracciare il tuo nuovo blog?
Buon maggio anche a te
Clem

julia ha detto...

iojulia.blogspot.it

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Ciao