07 gennaio 2017

I COMANDAMENTI LIBERALI





Un anno fa,il 7 gennaio 2016,moriva Valerio Zanone.In vita aveva sempre espresso il desiderio che sulla sua tomba fosse scritta una sola parola:"Liberale".Una parola che oggi tanti usano,della quale in così tanti oggi si appropriano,senza nemmeno conoscerne la valenza ed il significato.Zanone,invece,la conosceva bene quella parola ed anzi la viveva e sopra ci rifletteva nei suoi tanti studi,scritti e discorsi.E forse proprio in tal modo va ricordato Valerio Zanone,perchè,al di là della carriera politica(segretario del PLI dopo Malagodi,Sindaco della "sua" Torino,parlamentare e ministro)fu anzitutto intellettuale e uomo di grande spessore culturale.Anzi si può dire che era un intellettuale prestato alla politica.Il liberalismo,per lui,era un'"mestiere" difficile.Agli amici "raccomandava" spesso:"Non diventare liberale,perchè in Italia è il modo migliore per complicarsi la vita".Come aveva ragione!La cosa più facile,infatti,era aderire al regime cattocomunista imperante.In questo sembrava riprendere le parole di Ernesto Rossi che nel suo libro "Elogio della galera" scriveva di essere in galera con i comunisti perché insieme a loro combatteva il regime fascista.Ma sentendoli ragionare,capiva che se quei comunisti avessero vinto,lui sarebbe finito in galera di nuovo.Personalmente di Zanone non ho condiviso certe sue scelte.Come quella,ad esempio,di entrare a far parte del Pd,di quel partito cioè,culturalmente ed antropologicamente distante dal pensare liberale.Ma soprattutto ancora oggi non mi spiego quella sua scelta di non essere a fianco del liberale Enzo Tortora,di non fare per lui una battaglia tipicamente liberale per lo stato di diritto contro l'angheria di una giustizia ingiusta,arrogante e prepotente che già allora angariava la vita degli individui.Battaglia che invece poi fecero Marco Pannella e i Radicali.In ogni caso per noi liberali Valerio Zanone rimarrà sempre Valerio Zanone.E a mio avviso il modo migliore per ricordarlo è rileggere il suo "decalogo" liberale,quella sorta di Comandamenti Liberali,che lui enunciò in quel meraviglioso Congresso liberale di Firenze del 1981: 
  • Liberale è darsi una regola piuttosto di doverla ricevere.
  •  Liberale è la società aperta che riconosce a ciascuno il diritto e la possibilità di diventare ciò che vuole essere.
  • Liberale è rinunciare all'illusione della società perfetta,ma cercare ogni giorno di correggerne qualche imperfezione.
  • Liberale è l'iniziativa individuale combinata con la responsabilità collettiva.
  • Liberale è il rifiuto di staccare nel tempo la libertà e la socialità;ai marxisti che promettono la libertà dopo la socialità,ai conservatori che promettono la socialità dopo la libertà,i liberali devono rispondere che la libertà e la socialità si guadagnano e si perdono insieme
  • Liberale è la sintesi difficile non impossibile,fra l'efficienza del mercato,le riforme della socialità, le regole della democrazia.
  • Liberale è chi non delega e non si sottomette,chi chiede al grande fratello pubblico il conto delle spese.
  • Liberale è chi,dopo aver letto il romanzo di Orwell,scopre che il fatidico "1984" è alle porte,e prepara la difesa contro la più illiberale delle diseguaglianze,quella che potrebbe instaurarsi fra una massa livellata e una oligarchia di livellatori
  • Liberale è il rifiuto di separare il tempo dalla propria vita,di scinderlo fra un tempo di lavoro senza fantasia e un tempo libero senza significato
  • Liberale è la voglia di cambiare ogni tanto lavoro e pensieri, di imparare qualcosa anche quando è finita la scuola.
  • Liberale è per noi, italiani, credere nella vivacità e opporci alle politiche che la mortificano, respingere le lamentazioni catastrofiche, avere fiducia in questo paese dissestato e grande; e cercare nelle ragioni della libertà le nostre ragioni di speranza".



 










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