07 gennaio 2016

IL SELFIE ANZITUTTO

Non ci volevo credere.Una roba fuori dal mondo,mi son detto.Non è possibile.E invece no.Era tutto vero.La moda del selfie è entrata anche in sala operatoria.Alcuni medici ed infermieri non hanno saputo resistere alla tentazione e alla vanità di scattarsi una foto mentre erano in sala operatoria,mentre stavano operando.Si facevano foto,si scattano selfie sorridenti,con guanti insanguinati e mascherine colorate,salutando all’obiettivo.Foto fatte mentre il paziente era sul tavolo operatorio,intubato,o con un taglio in primo piano che "mostra" il risultato dell'intervento.Scatti poi naturalmente e prontamente postati su Facebook e sugli altri social network,per farsi mettere un "like";come se fosse la cosa più normale del mondo,diventando di dominio pubblico.E' accaduto in un ospedale di Napoli.Nel "selfie" si vede e anche bene l’incisione sull’addome.Il sangue in bella mostra sui guanti delle dottoresse che ferme, immobili,fissano il cellulare che le sta immortalando.Il pollice è all’insù in segno di vittoria,per mostrare che buon lavoro che avevano fatto,all’insaputa del paziente che è su quel lettino ancora sotto anestesia.All'insaputa del paziente che si trovava su quel tavolo operatorio non certo per suo diletto,ma perché,evidentemente,aveva problemi di salute e che si era affidato alle mani di quei medici,quelle stesse mani che adesso scattano  selfie.E magari,mentre i medici facevano i selfie fuori di quella sala operatoria c'erano i familiari del paziente che aspettavano ansiosi di avere notizie dell'operazione e del proprio congiunto.All'ospedale di Salerno hanno fatto di meglio:due dottoresse, postano sui social una foto con il volto del paziente intubato e praticamente riconoscibile.Loro,le dottoresse,invece,si fanno selfie con il capello appena uscito da sotto il casco del parrucchiere e il trucco marcato sugli occhi.Per loro,forse,si trattava di una sfilata di moda senza pensare,neanche distrattamente,che stavano mettendo le mani sul corpo di un uomo sofferente.E poi altri medici che hanno postato su Facebook una foto in camice, in corsia,addirittura in pronto soccorso.Anzi quest'ultimo è il luogo preferito per dimostrare che si sta salvando una vita.Come quell'autoscatto che vede un medico in primo piano vicino al paziente appena portato in pronto soccorso per un incidente.
Evidentemente in questa civiltà dell'immagine e dell'apparenza quello che conta non sono l'Uomo e le sue sofferenze,ma soltanto il sembrare e il mostrarsi.Essere "condiviso" sui social ma non condividere l'altrui, "sentimento" non "sentire" il dolore e l'angoscia dell'altro.Il selfie è la cultura dell'IO e il dispregio del NOI.Un selfie vale più di una vita.Almeno così sembra.

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