11 maggio 2014

QUESTO E' IL PROBLEMA



20 anni dopo,tutto come 20 anni fa.Tutto come prima,come ai tempi di Tangentopoli.Perfino con gli stessi uomini indagati 20 anni fa.Gli arresti per le "mazzette" dell' Expò di Milano dimostrano che la corruzione continua ad essere un problema cronico della società italiana.La corruzione non ha mai smesso di scandire le vicende storiche e politiche del nostro paese.Pirandello,nel suo romanzo I vecchi e i giovani già ne parlava a proposito del grande scandalo della Banca Romana,che travolse il governo Giolitti nel 1892-93.Da allora,fino ad oggi,la corruzione è continuata nel sistema politico-economico italiano,fino alla devastante inchiesta "Mani Pulite" dei primi anni '90 che spazzò via la Prima Repubblica.Uno scandalo,quello di "Tangentopoli",che portò alla luce cose e vicende che in fondo tanti conoscevano da tempo.Epperò anche dopo Tangentopoli la percezione,fin da subito,è stata che la corruzione sia ancora diffusa.Perché,allora, nonostante le condanne talvolta severe,i tragici prezzi umani che Tangentopoli portò,anche per colpa di una magistratura giacobina e giustizialista,la corruzione c'è ancora?Forse perchè ancora oggi l'Italia non è una democrazia forte e compiuta,con regole certe,con un libero mercato concorrenziale e funzionante.Le procedure della pubblica amministrazione sono farraginose.L'organizzazione degli uffici è vecchia,superata.Si lavora sulla correttezza formale degli atti,non sui risultati.Tante,troppe leggi da interpretare lasciano spiragli per l'infiltrarsi della corruzione.Anche motivi "culturali" ci sono.L'arricchimento è considerato come segno di distinzione.L'aristocrazia del denaro(e del potere)diventa il solo valore riconosciuto.Il tornaconto personale prevale sul rispetto delle regole e dell'interesse collettivo.Ha ragione il sociologo americano Edward Banfield quando parla di una "insufficienza etica" degli italiani,di un "familismo amorale"(Edward Banfield, Le basi morali di una società arretrata ).
Corruzione come sinonimo di privata immoralità e pubblica illegalità,dunque.Ma è' inevitabile vivere nella corruzione,nell'immoralità e dunque nell'illegalità?No,ma c'è bisogno di pensare alto.E di fare altro.Occorre riformare.La giustizia,in primis,rendendola celere,ma soprattutto giusta per far sentire al cittadino che accanto a lui c'è il Diritto,lo Stato.Riformare la politica,poi.E per questo è ridicolo parlare di dimezzamenti del numero di parlamentari,di abolizione di province.Si riforma la politica semplicemente facendo capire al cittadino che in quelle aule parlamentari c'è lui e di lui solo si parla:della sua vita,dei suoi bisogni.Di null'altro.
Anche gli italiani,però,devono riacquistare i valori di responsabilità,di rispetto delle regole,nella consapevolezza che l'interesse generale è il vero interesse di tutti noi.In fondo,come diceva Benedetto Croce,non c'è bisogno di molto,non c'è bisogno di tanto.In fondo c'è "solo" bisogno di più gente onesta.Dentro e fuori dal Palazzo.Già.Gente onesta.Ma in quest'Italia proprio questo è il problema.

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