11 agosto 2013

LEGALICIDIO

femminicidio-stop
La criminologa Diana Russell e l'antropologa messicana Marcela Lagarde sono state le maggiori studiose del fenomeno che va sotto il nome di "femminicidio",parola con la quale esse identificano la "violenza estrema da parte dell’uomo contro la donna proprio «perché donna».La Lagarde sostiene che il femminicidio "va aldilà degli omicidi delle donne.E' la forma estrema di violenza contro le donne,prodotto della violazione dei suoi diritti umani in ambito pubblico e privato,attraverso condotte misogine,con maltrattamenti,violenze fisiche, psicologiche,sessuali,economiche,familiari.Queste condotte,per colpa delle istituzioni ed "in primis" della magistratura,rimangono nella quasi totalità dei casi impunite e  pongono perciò la donna in una posizione indifesa e di rischio,che può culminare con l’uccisione o il tentativo di uccisione della donna stessa, o in altre forme di morte violenta di donne e bambine: suicidi,incidenti,morti,sofferenze fisiche e psichiche comunque evitabili, dovute all’insicurezza, al disinteresse delle Istituzioni e alla esclusione dallo sviluppo e dalla democrazia».Tutto questo,dunque,è “femminicidio”.E contro di esso oggi,finalmente anche l'Italia si è data una normativa per combattere il fenomeno.Non che la legge mancasse.Era del 2009,poi seguita dalla firma della Convenzione di Istanbul che prevedeva il contrasto ad ogni forma di violenza,fisica e psicologica sulle donne, dallo stupro allo stalking,dai matrimoni forzati alle mutilazioni genitali.Ma il continuo aumento degli episodi di violenza e degli omicidi dei mesi scorsi,hanno reso necessario un più incisivo intervento del legislatore.Ma non è tutto oro ciò che luccica.Ci sono,infatti,aspetti che lasciano (a dir poco) perplessi e aprono questioni di legittimità profonde,inquietanti.La legge infatti prevede che CHIUNQUE può chiamare la polizia e,sicuro che verrà protetto il suo anonimato,potrà sparare una denuncia contro un marito,magari dell’appartamento accanto,che sta litigando con la moglie.Magari anche solo un diverbio sopra le righe dove volano i piatti insieme con le parole grosse.Si prende il telefono, si chiama il commissariato ed ecco arrivare la Volante nella vita della gente con il potere di far sloggiare immantinente l’uomo che "altri" hanno "giudicato" pericoloso.E con questa legge,per tragica ironia,anche gli amanti sono interessati ad annientare per via poliziesca i mariti e mille altri tipi di nefandezze si possono costruire,e  montare con una dimensione totalmente inquisitoria,storie dall’incerto esito giudiziario.Il tutto,più che di guardonismo dal buco della serratura,sa di spioni d’oltre cortina,di quei guardiani della legalità che come nella DDR,monitoravano la fede e la fedeltà alla falce e martello dei coinquilini e poi chiamavano la polizia politica per l'inflizione della "giusta" sanzione.
Altro punto discutibile della legge è la irrevocabilità della querela da parte della donna.Con il rischio che il non ritorno di un gesto che spesso è dettato da circostanze pressanti ma non invincibili,si traduca poi, nei fatti,in una rinuncia tout court a farsi avanti,coraggiosamente, per raccontare come stanno davvero le cose.Rendere irreversibile il gesto della querela,insomma,rischia di indebolire l’atto in sé,raggiungendo l'effetto opposto,facendo cioè desisitere la donna dalla denuncia,perchè dopo la denuncia viene totalmente annullata la benchè minima possibilità che qualcosa tra coniugi,amanti o fidanzati possa cambiare in meglio.
Ma c’è forse una valutazione di fondo,una valutazione decisiva.Non è alla polizia che si deve affidare la decisione prima e primaria.Sì,perchè in questo modo agli occhi della gente la sentenza di condanna è scritta in anticipo.E poi e soprattutto,in uno Stato di diritto la parola  "polizia" deve sempre essere ridotta ai minimi termini,altrimenti il suffisso "cidio" è logica conseguenza di mentalità e culture oppressive.Perchè,per quello che si è detto,alla fine più che lottare il femminicidio si violeranno le libertà fondamentali dell'individuo.E più ancora che di donne assassinate,più ancora che di femminicidio,si avrà da parlare di assassinio della legalità,si dovrà parlare di legalicidio.

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