50 anni fa,il 28 agosto 1963,Martin Luther King,pronunciò il suo celeberrimo discorso "I have a dream" (ho un sogno).Indimenticabili le sue parole:
Io ho un sogno, che un giorno sulle rosse colline della Georgia i figli degli ex-schiavi e i figli degli ex-schiavisti possano sedere assieme al tavolo della fratellanza.....Io ho un sogno! Io ho un sogno: che un giorno,laggiù in Alabama,dove il razzismo e forte,un giorno,proprio lì,in Alabama,le bambine e i bambini neri possano prendere per mano le bambine e i bambini bianche come sorelle e fratelli.....“Io ho un sogno,oggi! Che la gente non venga valutata in base al colore della pelle,ma per le sue capacità. […] Ogni progresso compiuto scaturisce dal lavoro di individui illuminati, capaci di unire gli sforzi di tutti per il bene di tutti”.
Dopo 50 anni, la sua eredità spirituale non è andata perduta,non poteva andare perduta e ancor'oggi,tanta gente,tanti giovani che anelano a qualcosa di più e di meglio per sè,per il mondo per gli "altri",mostrano il desiderio di condividere il suo lavoro.
Molti ritengono che l'elezioni a Presidente degli Stati Uniti d'America di un uomo di colore abbia finalmente realizzato il sogno di Martin Luther King.Ma è proprio così? In realtà ancora oggi,nonostante tutti i passi in avanti compiuti,molto lavoro resta ancora da fare.Le coraggiose lotte non violente di Martin Luther King,combattute senza paura con la sola forza delle idee,combattute fino in fondo sino al sacrifico estremo della propria vita,si contestualizzarono in una favorevole congiuntura politico-culturale-sociale venutasi a creare negli anni 60,con l’elezione alla Presidenza di John F. Kennedy,la salita al potere sovietico di Nikita Krushev e l’ascesa al trono pontificio di Giovanni XXIII prima e Paolo VI dopo.Ciascuno di questi eventi,ognuno importante nella sua singolarità,tutti ancora più importanti se messi in relazione tra di loro,contribuirono ad esorcizzare l’omertà con la quale gli americani vivevano il problema razziale,rimasto irrisolto dopo 100 anni,nonostante una sanguinosa guerra fratricida tra Nord e Sud.Ed in questo contesto storico Martin Luther King giocò un ruolo fondamentale per risolvere il problema dei diritti civili,scardinando il razzismo tra bianchi e neri nelle scuole,negli autobus e nei luoghi pubblici.Nonostante ciò sussistono ancor'oggi nuove divisioni,siano esse di natura socio-economica,di auto-segregazione o legate ai confini geografici.Ed anche all'impegno militare degli USA in Iraq ed Afghanistan.
Anche se è noto soprattutto per il suo impegno contro l'apartheid,Martin Luther King si è in realtà battuto per ottenere maggiore giustizia sociale,per creare posti di lavoro per le persone svantaggiate e per porre fine ad ogni tipo di guerra ed alla povertà.
Oggi gli eredi del suo mandato spirituale, desiderano, come Martin Luther King, che il loro Paese "guardi" di più ai problemi interni,come l'occupazione,la sanità,la ricostruzione delle infrastrutture e scuole migliori per i meno abbienti, invece di combattere guerre all’estero.
Proprio perciò e proprio per questi aspetti la voce di Martin Luther King risuona forte ancora oggi.Perchè ancora oggi c'è bisogno di un altro sogno,quello di trovare nuove forme di protezione dai potentati e delle lobbies economiche,finanziarie e militari che oggi negli USA influiscono sulle libere e democratiche scelte della popolazione americana.Ecco perchè il mondo ha bisogno di "sentire" e pretendere un altro sogno.In questo difficile momento storico,militare ed economico,c'è bisogno di risentire nel proprio spirito e nel proprio cuore,il suono delle tre parole della canzone di Joan Baez che la gente soleva intonare durante le manifestazioni:"We Shall Overcome".Riusciremo a superarlo,questo momento.Un giorno tutto questo sarà superato.Basta non aver paura,di credere nella forza delle proprie idee.Proprio come seppe fare Martin Luther King.