Era il 5 marzo 1922,quando nacque Pasolini.Una delle più belle intelligenze della cultura italiana.Una delle menti più libere nel panorama degli intellettuali del nostro Paese.In lui si concentravano la finezza e l'ampiezza e la sensibilità umana difronte alla complessità dei problemi della società italiana degli anni '60 e '70.Ma non solo.In lui davvero prevaleva un impegno civile e morale sconosciuto ad altri c.d. "intellettuali" appartenenti a spocchiose "elite" culturali.
Probabilmente le sue due opere, "Lettere luterane" e"Scritti Corsari", possono considerarsi l'apice di una saggistica provocatoria e sferzante che Pasolini ha sempre sviluppato in piena autonomia e libertà da chicchessia.
Probabilmente le sue due opere, "Lettere luterane" e"Scritti Corsari", possono considerarsi l'apice di una saggistica provocatoria e sferzante che Pasolini ha sempre sviluppato in piena autonomia e libertà da chicchessia.
Potere,Uomo,Libertà.Tre parole per raccontare un uomo molto spesso "solo" perchè in lui prevaleva un grande impegno civile e morale.In quelle due opere può essere riassunto tutto l’impegno politico-morale,una sorta di religione laica quella di Pasolini.Perchè in esse Pasolini "lavorava" (non "lottava" come oggi d'uso è dirsi) per dei diritti civili che,sono prima di tutto, i “diritti degli altri”.Ma negli "Scritti Corsari" c'era un elemento per così dire "statico";Pasolini prendeva appunti sulla società italiana degli anni '60 e '70 e ne descriveva i cambiamenti.Basti pensare ai primi attentati terroristici,al divorzio,all'aborto,al cambiamento antropologico e culturale dell'Italia,con il fenomeno dell'inurbamento delle grandi città e il depauperamento umano ed economico delle campagne con la scomparsa dei valori della cultura contadina.Nelle"Lettere Luterane",invece,Pasolini,con quella sua voce gentile e flebile,ma alta e forte nel reclamare il rispetto dei diritti degli "altri",chiedeva conto,pretendeva risposte al perchè del formarsi degli accadimenti politici e sociali nella società italiana.E proponeva una soluzione:la celebrazione del Grande Processo alla classe politica italiana (il “Palazzo”),rivolto sopratutto contro i “gerarchi democristiani”:"Parlo proprio di un processo penale, dentro un tribunale." egli diceva. "I politici dovrebbero essere accusati di una quantità sterminata di reati, che io enuncio solo moralmente: indegnità, disprezzo per i cittadini, manipolazione del denaro pubblico, intrallazzo con i petrolieri,banchieri,connivenza con la mafia,distruzione paesaggistica e urbanistica dell’Italia,responsabilità della condizione, come suol dirsi, paurosa, delle scuole, degli ospedali e di ogni opera pubblica primaria.Cioè la responsabilità di tutto.Ma anche responsabilità morali, più che penali come la "degradazione antropologica degli italiani",passati nel giro di una generazione dalla campagna alla città, e sedotti e trasformati dal mostro del consumismo.
Ma una domanda,solo una,dobbiamo oggi fare anzitutto a noi stessi.In questi nostri giorni fatti (ancora) di puzzo maleodorante di malapolitica,di finanziamenti oscuri ai partiti,dalla corruzione morale della politica.Oggi in questa Italia di risate difronte a scosse di terremoto;oggi difronte alla ordinaria malagiustizia,malasanità,malversazione di danaro pubblico in pubbliche opere e difronte alla corruzione morale e culturale di una politica così avvinghiata alla malaeconomia finanziaria e bancaria, c'è da chiedersi (quanto meno intellettualmente) se alcuno ancora voglia il Processo pasoliniano,voglia ancora vedere incriminato il Potere,il Mostro dellla Politica italiana.Appunto.Quanti e quali italiani hanno il coraggio e più ancora il diritto di pronunciare il "j'accuse"? Già.Perchè forse anche noi siamo imputabili.Perchè questi Italiani,pur conoscendo i propri diritti,li hanno troppe volte ceduti e svenduti ad uno Stato padrone tacendo, per connivenza o convenienza difronte alle violenze che questo Stato Padrone faceva alla Legalità e al Diritto.E a fronte di questo silenzio ci siamo acconciati a ricevere graziose "concessioni" e prebende da parte di uno Stato espropriatore della caratteristica principale dell'Uomo:un pensiero libero,la dignità di essere uomini liberi.E se così è,chi ha diritto allora di chiedere la celebrazione di un tale Processo?Perchè anche questo Pasolini ci ha insegnato:"Il potere fa praticamente ciò che vuole. E ciò che il potere vuole è completamente arbitrario che sfugge alle logiche razionali. Io detesto soprattutto il potere di oggi.mi rendo ben conto che se le cose continuano così l'uomo si meccanizzerà talmente tanto, diventerà così antipatico e odioso, che, queste libertà qui, se ne andranno completamente perdute"
4 commenti:
Ti sembrerà strano e poco meritevole ma non ho mai letto nulla di Pasolini se non qualche poesia..
Ciò non toglie che apprezzi il suo lavoro e direi che in questo caso le sue sono parole sante.
Ciao Clem
Julia
Grazie del contributo poetico al mio quadro
No,non mi sembra strano perchè è anche questione di gusti e peferenze letterarie ed artistiche.E poi tu compensi ampiamente con altri (e alti) riferimenti culturali :)
Figurati.Il raggio di sole mi ha fatto venire subito in mente la poesia di Quasimodo
Ciao Julia
Anch'io non ho letto i due saggi, ma conto di mettermi al pari, prima o poi.
E' prerogativa degli spiriti liberi essere voci fuori dal coro, lucide, quasi voci veggenti.
E i conti, purtroppo, tornano sempre.
Notte Clem. :**
E' vero Nico.Un grande uomo di cultura ma soprattutto un uomo e una mente libera,non omologata.E forse proprio per questo a sinistra non è ricordato pur essendo stato uomo di sinistra...
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