Probabilmente non molti li conoscono.Ma noi liberali certo che li conoscevamo e sappiamo quanto importanti nella vita civile e politica e nella Resistenza italiana furono entrambi.Per parlare di loro,di "Sam" e Agape Quilleri,si potrebbe mutuare il titolo del libro di Benedetto Croce:"Una famiglia di patrioti",nel quale il grande filosofo celebrava la famiglia dei Poerio,letterati e patrioti risorgimentali.Per Samuele Quilleri(da tutti chiamato "Sam")e sua moglie Agape si può parlare di una famiglia di partigiani e liberali,che vissero insieme il loro attaccamento per la libertà prima impegnandosi direttamente nell'attività partigiana e poi il loro comune "sentire" liberale,con l'adesione al Partito Liberale.Agape era nata in una famiglia dalle forti convinzioni liberali. Visse un’infanzia di impegno sportivo a livello agonistico.Dopo lo scoppio della guerra e la morte del fratello Giuseppe in Montenegro,cominciò anche lei ad interpretare le radicate posizioni antifasciste della famiglia e maturò una radicale convinzione contro il regime fascista,responsabile della progressiva distruzione fisica,ideale e morale dell’Italia.
Era ancora una studentessa liceale 17ettenne quando iniziò a svolgere i primi incarichi di supporto al nascente movimento resistenziale. La crudele esecuzione di Giacomo Perlasca aumentò la sua indignazione contro il fascismo (fu sospesa da scuola per essersi rifiutata di fare il saluto fascista al Preside).E cominciò la sua coraggiosa attività partigiana:accompagnò in Valcamonica uomini in fuga dai fascisti,trasportò volantini e stampa clandestina, ma anche vestiti, cibo e persino armi e munizioni per i ribelli della zona.Senza aspettare alcuna investitura divenne una tra le più attive staffette partigiane della Brigata "Fiamme Verdi",la stessa di Giacomo Perlasca. Non scelse mai un nome di battaglia: fu per tutti semplicemente Agape.Il 18 agosto 1944 fu arrestata con l’accusa di aver consegnato un carico d’armi in Valle Camonica e fu rinchiusa nel carcere di Brescia come detenuto politico. Alcuni giorni subirono la stessa sorte anche i familiari (il padre Lodovico, la madre, le sorelle Mariuccia e Rosetta,il piccolo nipote Ennio e la suocera di Rosetta), poi internati nel lager di Gries,presso Bolzano.Nel carcere di Brescia Agape venne interrogata da Erik Priebke, il famigerato boia delle Fosse Ardeatine.Eppure quando Priebke fu detenuto nelle carceri italiane,per due volte Agape Quilleri chiese al presidente della Repubblica, prima Ciampi e poi Napolitano, la grazia per l’ex comandante delle SS. «Non è una questione di perdono—ella disse- ma di lasciarci tutti alle spalle l’odio che in quegli anni ci aveva avvelenato la vita».
Nella prigione di Brescia Agape condivise la sorte con le altre detenute.Accanto ad esse, sperimentò anche la vicinanza delle suore attive a sostegno della Resistenza e dei numerosi sacerdoti partigiani,conoscendo quel mondo antifascista cattolico silente e operoso.Il 24 aprile 1945 riuscì a liberarsi dal carcere insieme alle altre prigioniere e subito si diresse a casa del vice comandante della Brigata Fiamme Verdi “X Giornate” Sam Quilleri,che sarebbe diventato di lì a poco suo marito,compagno oltre che di vita,anche nelle molte battaglie politiche,sociali e civili del dopoguerra.
"Sam",come lei spesso diceva dopo la sua morte,è stato un marito fantastico;con lui ho condiviso il pensiero,il modo di vivere,di interpretare la realtà e la religione».Sam,classe 1922,già ufficiale alpino reduce dalla Russia,partigiano delle Fiamme Verdi,anche lui dai profondi convincimenti liberali.Ed infatti sia Sam che Agape condividevano le cose fondamentali:i valori della libertà,della giustizia e del sociale,la compassione per i più deboli,il rispetto per l'eguaglianza sociale.In entrambi c'era pietà per l’essere umano,con i suoi pregi e i suoi difetti.Aiutare gli altri,aver cura di loro.
Nel 2009 fu chiamata alla presidenza dell’Associazione Fiamme Verdi: «le mie Fiamme Verdi», come amava chiamarle.
Agape aveva una grande preparazione intellettuale,saldezza ideale,dirittura morale,ma con un atteggiamento schivo e talvolta severo,con quel suo caratteristico,ostinato rifiuto verso ogni forma di servilismo o adulazione.Agape Quilleri fu una donna veramente e pienamente libera,sostenuta da un’incrollabile fede per la libertà,capace di richiamare tutti e ognuno alla responsabilità individuale e collettiva nei confronti della società, senza scuse e senza fronzoli.
Anche per questo Agape e Sam non potevano non essere compagni di vita e di impegno civile nella stessa fede politica liberale.Sam aveva partecipato da volontario alla campagna di Russia per la quale ottenne una medaglia al valor militare.Mentre è sul fronte russo, dove scarseggiava tutto, perché Mussolini mandò allo sbaraglio un esercito di uomini male armati e male equipaggiati,Quilleri scrive al fratello Ettore: “Nella vita tutto passa e rimane solo quello che si ha operato disinteressatamente per un ideale.Conserva queste parole:(....)ogni cura mortale, denaro, etc. qui non hanno alcun valore: c’è l’uomo nudo con la sua generosità che potrebbe anche spingerlo al massimo sacrificio”.Un avverbio e un sostantivo: disinteressatamente e ideale, scritti dal fronte russo, mentre è in gioco la vita, sono i termini che rendono superfluo ogni commento sul percorso politico di Quilleri, in quanto le azioni successive sono la conseguenza di una presa di coscienza capace di indirizzare una vita.
Rientrato dalla Russia dopo l'8 settembre,entra in contatto con le Fiamme Verdi della Divisione “Astolfo Lunardi”.E’ Vicecomandante della Brigata “X Giornate”;in questa veste è Ufficiale di collegamento tra le brigate partigiane,il Cnl bresciano e gli Alleati. Collabora con i servizi segreti americani ( l’OSS – Office of Strategic Services), in particolare per la cattura di esponenti nazifascisti e per il disarmo delle formazioni partigiane dopo la fine del conflitto. Minacciato dai partigiani comunisti,corse gravi rischi per la propria incolumità e solo la presenza delle truppe alleate gli ha consentito di portare a termine il suo compito. La sua attività durante la Seconda Guerra Mondiale gli fa meritare la Croce di Guerra al Merito ed il Certificato di Patriota conferito dai governi alleati.
Poi per Quilleri arriva l’impegno politico. Il primo partito ad offrirgli un seggio in Parlamento è la Dc e anche dal fronte della sinistra erano arrivate proposte.Ma il suo credo(come quello di Agape del resto)era solo e soltanto quello liberale.Altre strade,peraltro più facili da percorrere,non erano per lui,non potevano essere per lui.
La sua scelta fu quella del Partito liberale.Quilleri diventa da subito un esponente di primo piano del Partito liberale,e tra il ‘68 e il ‘76 è in Parlamento per il Pli. Tra le sue tante battaglie in quei momenti c’è stata anche quella sulla vigilanza Rai per la libertà d’opinione e la proposta di legge sugli sprechi nella costruzione dell’edilizia pubblica.C'è un frase di "Sam" che si può dire essere la cifra dello spessore morale e civile suo e della moglie Agape che con coraggio e convinzione lottarono contro il fascismo:
gli avvenimenti si allontaneranno e la storia omologherà tutti gli episodi ma, mi auguro, non il ricordo di alcuni uomini che in condizioni difficili hanno sentito il senso del dovere e del mantenimento della parola data, anche a costo della vita. E che oggi, superstiti, provano soltanto un enorme senso di pena nel ricordo di quanti, amici e nemici, sono stati privati, per una follia collettiva, di quanto spettava loro di vita normale e serena…”
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