11 aprile 2017

UN ALTRO PILATO

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E' settimana Santa,con i suoi Riti e le sue Tradizioni che così tanta importanza rivestono nella cultura e nella religione non solo del mondo cristiano,ma dell'intera Umanità.Le Tradizioni e i Riti della  Lavanda dei piedi e dell'Ultima Cena;dell'Istituzione dell'Eucarestia e del Tradimento;del Giudizio dinanzi a Ponzio Pilato e al Sinedrio,fino alla  Crocefissione e alla Morte di Gesù.Riti e tradizioni all'interno dei quali si disegnano tanti Personaggi,come Gesù,anzitutto ed ovviamente,e poi Maria e le pie donne e Giuda e Pietro e il Cireneo e Barabba  e Ponzio Pilato.E proprio quest'ultimo personaggio ha avuto,nella storia della letteratura mondiale,una sua rivalutazione o,quanto meno,una sua riconfigurazione e riconsiderazione.Forse perché ci sono personaggi che nelle loro contraddittorietà,sembrano essere esistiti per destare interesse.E' per questo che la posterità li tiene sempre presenti,sotto angolature sempre diverse ed è per questo che sono oggetto di ripensamenti e riscritture.Come per Pilato,appunto.Anatole France già lo "rivide" nella sua opera:"Il Procuratore della Giudea".Ancor più e ancor meglio di qualsiasi altro fece Michail Bulgakov ne:"Il maestro e Margherita".In questo capolavoro della letteratura mondiale Bulgakov sviluppa un romanzo nel romanzo,quello che si potrebbe chiamare il  "romanzo di Pilato".Di fronte alla bontà assoluta,al carisma e all’amore di Cristo,il procuratore della Giudea non rimane indifferente.E' sì troppo vile e troppo innamorato del potere per andare contro i sacerdoti e risparmiare la vita al condannato,eppure Pilato è un personaggio tormentato,consapevole di crocefiggere il vero Dio.Pilato è incapace di comprendere la bellezza e il messaggio salvifico di Cristo;lo intuisce solamente.Si trova di fronte un Gesù magro,stanco,sofferente eppure combattivo:il Gesù di Bulgakov - che nel romanzo si chiama Ha-Nozri, il Nazareno - è un uomo che predica la bontà universale ma non dimentica la portata politica della sua predicazione:"ogni potere è violenza sugli uomini"-dice-"e verrà un tempo in cui non ci sarà un potere […]. L’uomo entrerà nel gno della verità e della giustizia […]”. Il potere,la verità e la giustizia sono dunque tre grandi temi attorno a cui ruota Il Maestro e Margherita:davanti a Ha-Nozri,Pilato vacilla,comprende la portata del messaggio di pace dell’arrestato,ma ha paura delle conseguenze terrene della sua liberazione. Egli reagisce con violenza - "non verrà mai il regno della verità!".Poi,però,ha un ultimo gesto di pietà che lo riscatta:offre al Nazareno del veleno per porre fine alle sue sofferenze. Ha-Nozri rifiuta, ma Pilato evita la condanna eterna:ha solo bisogno che qualcuno, comprenda il suo dolore e lo riscatti.Così,nel finale “celeste” del romanzo,Bulgakov racconta lo sconvolgimento dell'anima che ancora dura in Pilato:"Da circa duemila anni sta su questo ripiano della montagna e dorme,ma quando c’è la luna piena[...]l’insonnia lo tormenta. […]. Quando dorme vede sempre la stessa cosa, una[.....]strada lunare, e vuole camminare per quella strada, parlare con l’arrestato Ha-Nozri, perché afferma di non avergli detto tutto allora […].
Proprio questa angoscia e questo tormento interiore fa sì che Bulgakov riservi a Pilato la salvezza postrema.Pilato con il suo tormento e i suoi rimorsi,è sulla via di una naturale progressione verso il bene che non riguarda solo i credenti,ma anche coloro che soggiacciono al tormento della colpa:così,infatti,affermava un'antica tradizione del Cristianesimo orientale,l'Apocatastasi  (https://it.wikipedia.org/wiki/Apocatastasi) ,elaborata da Origene di Alessandria,secondo la quale alla fine del Tempo,tutte le creature saranno redente,compreso Satana.Si,forse alla fine dei Tempi,anche Ponzio Pilato,o almeno il Pilato di Bulgakov,merita la salvezza e la redenzione,perchè,se anche rinunciò a giudicare,fu lui che a sua volta dovette fare i conti con un giudice,al quale nessuno di noi può sfuggire:la nostra coscienza,che valuta esistenze e comportamenti:quel giudice non se ne lava le mani e sentenzia in maniera decisa e a volte dura,ma tiene anche conto di attenuanti specifiche:i nostri tormenti e i nostri dubbi esistenziali che come per Pilato,continuano del resto a giudicare e ad angosciare questa piccola,povera,dolente Umanità dei giorni nostri. 

In alto il dipinto "Ecce Homo" di Antonio Ciseri

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