04 gennaio 2015

INDEGNA



La vicenda è nota.Nel 2005 Giuliana Sgrena,la giornalista del "Manifesto" venne rapita in Iraq dall'organizzazione della Jihad islamica mentre si trovava a Baghdad per realizzare una serie di reportage per il suo giornale.La Sgrena venne poi liberata dai servizi segreti italiani(Sismi),in circostanze drammatiche che portarono all'uccisione del dirigente del Sismi Nicola Calipari, il quale,dopo una lunga trattativa,la stava portando in Italia.Per inciso la liberazione della Sgrena avvenne a fronte del pagamento di un riscatto di "solo" 5.000.000 euro (chissà quante altre armi sono state acquistate od attentati orditi con quei soldi).
Dopo quella vicenda la Sgrena,tra una presentazione e l'altra dei suoi libri scritti sulla sua vicenda("Il ritorno" e "Fuoco amico")che insomma qualche soldino pure le hanno fruttato,e che,com'è probabile,furono acquistati soprattutto da quei frequentatori dei salotti rossi e radical-chic,presso i quali lei è diventata un qualcosa tra l'eroina e la martire,ha trovato il tempo di occuparsi anche d'altro.Si è occupata,ad esempio,dei due fucilieri della Marina Militare,Salvatore Girone e Massimiliano Latorre.Son quasi 2 anni che la Sgrena attacca violentemente i militari della Marina Militare Italiana,da 3 anni detenuti in India per la morte di due pescatori,ma senza ancor che nessun capo d'imputazione sia stato loro contestato.La Sgrena,deve aver memoria corta e non dice che proprio dei rappresentanti dello Stato italiano l'hanno salvata.Rappresentanti lo Stato come Calipari,ad esempio.Rappresentanti lo Stato come,Latorre e Girone,per esempio.Per Giuliana Sgrena,invece,quei due ragazzi detenuti in India, sono due delinquenti e assassini.Non basta.Adesso,commentando un viaggio di Vladimir Luxuria in Russia,la signora Sgrena dice che per lei"è umiliante essere paragonata ai due militari italiani"."È sciocco ma ancor più umiliante-ha detto la Sgrena-esser paragonata al caso dei due marò,cosa che mi lascia totalmente basita e più che altro inorridita dell’accostamento in quanto si tratta di casi totalmente differenti.(....)sono stanca di venir sempre paragonata al caso dei militari italiani.(....)non abbiamo nulla da spartire con questi due individui.È vergognoso che due virtuali delinquenti ci vengano affiancati in maniera così ossessiva".
Oggi,dopo le parole usate contro i marò,vado a riguardare le immagini della Sgrena inginocchiata e disperata dinanzi alle telecamere dei terroristi e ripenso alle sue successive dichiarazioni,quando diceva che in fondo quelli della Jihad erano brava gente,che era stata trattata bene e che comprendeva i motivi più che giusti della loro lotta.
Che dire?Questa tizia è solo e soltanto un povero,piccolo,miserabile e inutile essere.Provo soltanto un sentimento di disgusto per questa donna,indegna di essere connazionale di un galantuomo e di un eroe vero come Nicola Calipari.Indegna di essere connazionale con i due Marò.Indegna di essere connazionale di Fabrizio Quattrocchi,che in punto di morte pronunciò l parole:"Vi faccio vedere come muore un italiano".Lei,la Sgrena,invece è indegna di essere italiana.Semplicemente indegna.

Ripropongo qui di seguito un post che scrissi un po' di tempo fa,intitolato"IMMAGINI SFOCATE" scritto su quella che per la sinistra italiana è la martire Giuliana Sgrena.E pubblico il video di Luciano Pecorelli che sottoscrivo in pieno.




Me li ricordo ancora.Mi ricordo "quegli" stricioni,quelle gigantesche foto,esposte dai balconi dei grandi comuni d'Italia (quasi tutti amministrati dalla sinistra) e da tanti altri luoghi istituzionali,con i quali si cercava (giustamente) di sensibilizzare l'opinione pubblica italiana ed internazionale per la liberazione di "quegli" ostaggi.Si chiedeva (giustamente) la liberazione delle due Simone,di Giuliana Sgrena,del giornalista di "Repubblica" Daniele Mastrogiacomo,dei volontari di "Emergency".A loro nessuna istituzione negò mai solidarietà partecipazione e.....balconi.
Ma ora non c'è stato nessuno striscione,nessuna grande foto appesa ai balconi dei Comuni di Milano,Torino,Napoli o Canicattì.Nessuno ha aperto bocca.Nessuno ha mosso un dito per chiedere che ai due "marò" arrestati in India, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone fosse riconosciuta la stessa solidarietà.Chissà perchè adesso no.E chissà perchè non ha chiesto la stessa "mobilitazione" proprio quella Giuliana Sgrena,la giornalista del "Manifesto",rapita in Iraq da gruppi terroristici e salvata grazie all’impegno del governo Berlusconi e al sacrificio del funzionario del Sismi,Nicola Calipari.Al contrario.Altro che "mobilitazione".In un articolo la Sgrena ha scritto e chiesto ben altro.Per lei la diplomazia italiana non si deve "impegnare" per la loro liberazione.Perchè se i due militari venissero giudicati da tribunali civili e militari italiani,ci sarebbe una "impunità" e i due"verrebbero velocemente scagionati".Per lei i due marò devono "rispondere" di quei fatti.Ma in India,non in Italia.In India,dove è prevista anche la pena di morte. Insomma per la Sgrena i due marò sono colpevoli.A prescindere.E forse sono colpevoli proprio perchè sono "marò",proprio perchè sono dei militari.Perchè,scrive la Sgrena,se i due militari fossero rimessi in libertà,prevarrebbero di nuovo e soltanto "logiche militari".Già.Logiche militari.Forse la Sgrena non ricorda che deve la propria salvezza al sacrificio di un uomo in divisa.E forse la Sgrena non ricorda le immagini (anche se sfocate) di quando piangente,supplicante,implorante,chiedeva allo Stato italiano di intervenire per la sua salvezza.
Ma dietro l'articolo della Sgrena è facile cogliere gli stessi schemi mentali e lo stesso odio di mezzo secolo fa quando i comunisti italiani non consideravano i militari figli della stessa bandiera,ma servi di un sistema colpevole di contrapporsi all’Unione Sovietica.E ancora oggi le frange più estreme della sinistra sputano sulla bandiera italiana e urlano contro i militari slogan come «10,100,1000 Nassirya».Ma anche le forze della sinistra che così violente e assassine non sono continuano a mostrare nei confronti delle Forze armate sentimenti che vanno dall’estraneità all’ostilità.
In questo contesto adesso la Sgrena ha fastidio a ricordare l’immagine televisiva di lei ferita tra le braccia di un funzionario dei nostri servizi segreti.Ed Emergency e Gino Strada si guardano bene dal collaborare con i nostri militari in Afghanistan.Ed un sindaco di Milano,reduce di Democrazia proletaria e di Rifondazione comunista,si rifiuta,con tutta la sua giunta,di esporre uno striscione per chiedere la liberazione dei nostri due marò.E nessuno di loro ha voluto rivedere quelle sfocate immagini,girate dai suoi rapitori,nelle quali una Giuliana Sgrena inginocchiata e piangente, supplicava lo Stato italiano (quello stesso Stato che è onorato in operazioni di pace in tante parti del mondo dai "marò" e da altri uomini in divisa)di venirla a salvarla.Forse perchè sono sfocate quelle immagini.Troppo sfocate.




https://www.youtube.com/watch?v=4DwqlUupezQ












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