08 marzo 2014

SOTTO SCHIAFFO


In pochi giorni sono arrivati due pesanti schiaffi all'Italia ed al Governo Renzi.A darli,per conto dell'Europa,è stato il commissario agli affari economici Olli Rehn:"L’Italia ha squilibri macroeconomici eccessivi,debito alto,scarsa competitività,aggiustamento strutturale insufficiente.E per questo,ha aggiunto Rhen,occorre sottoporre l'Italia ad uno "speciale monitoraggio"."Monitoraggio".Cioè una "invasione" finanziaria del suolo politico italiano.Il nuovo richiamo all'Italia della Commissione europea è perfino più duro dei precedenti.E questo perchè raramente un governo appena insediato viene trattato con tanta brutalità. Normalmente si concede un periodo di attesa,come fu fatto con il governo-zerbino di Monti e con Enrico Letta;stavolta invece l'Italia viene accusata di rappresentare “un rischio per l'intera zona euro”.Ma grave ed inammissibile è soprattutto quello che Rhen NON ha detto,e cioè l'idea di sottoporre l'Italia a una sorta di commissariamento.Certo,la situazione economica italiana è sotto gli occhi di tutti:il debito continua a crescere, la ripresa(se così si può chiamare)è la più bassa dell'intera Ue.E soprattutto nessuna delle riforme chieste dal 2011,con la famosa lettera delle Bce al governo Berlusconi,sono state neppure impostate né dal Cavaliere,né da Monti né da Letta.Ma questo non deve permettere a nessuno di pensare che l'Italia sia una semplice "espressione geografica".Intanto,però,il senso di ciò che dice Bruxelles è solo uno:basta promesse, ora i fatti.E l'Europa aspetta soprattutto 2 fatti:riforma del mercato del lavoro e tagli severi alla spesa pubblica per avviare una riduzione strutturale del debito.Come hanno fatto,del resto,perfino i nostri compagni di "sventura":Irlanda,Portogallo,Spagna e perfino Grecia che,al contrario dell'Italia, hanno ridotto la spesa e cambiato davvero le norme sul lavoro(altro che "Jobs Act")
C'è però dell'altro.Ollie Rehn è finlandese ma è soprattutto il garante filotedesco della linea dura di "Frau" Merkel.A maggio ci saranno le elezioni europee.In uno scenario nel quale è possibile un pareggio tra popolari e socialisti,e soprattutto è un'incognita la consistenza futura delle forze euroscettiche o addirittura antieuro ed antieuropee,le parole di Rehn non sono altro che le parole della Merkel.Con esse si lancia un "avvertimento" alla prossima Commissione europea per gli affari economici:nessuna illusione,a "comandare",ad imporre la politica economico-finanziaria europea siamo sempre e solo noi tedeschi.
Da queste partite l'Italia è stata,come al solito,assente.Anche perchè qui da noi si era più presi dalle lotte interne del Pd più che degl scenari politico-economici europei.Senza dar peso a quelle parole,a quel "monitoraggio" minacciato dal Commissario finlandese(in realtà dalla Germania).E qui in Italia continuiamo a fare il solito teatrino,la solita gretta,provinciale politichetta all'italiana.Con il balletto di cifre che escono dal ministero dell'Economia da palazzo Chigi e dalla Banca d'Italia.Con le accuse di Renzi a Letta per avergli fatto trovare conti di finanza pubblica non proprio credibili.Insomma,se in Italia Renzi è arrivato quasi come osannato salvatore della Patria,non è che abbia avuto un'accoglienza altrettanto calorosa in Europa.E per averne una migliore a Renzi non rimane che una sola possibilità:riformare e poi ancora riformare,e per davvero.Altrimenti il commissariamento diverrà qualcosa più di uno spauracchio,con tutte le relative conseguenze. Compresa la ricorrente tentazione della Germania di imporre all'Italia una robusta patrimoniale.Riformare,caro Matteo,riformare per davvero.Cercalo di coniugare una volta tanto questo verbo,così tanto inviso al tuo Pd.

1 commento:

Julia ha detto...

Ti lascio una chicca su Renzi tratta dal blog dallapartedeltorto:


"Stavolta, il documento che segnaliamo risale allo scorso 7 Gennaio 2014, e si chiama Outlook 2014 sullo stato dell'economia dell'Eurozona

http://www.ubs.com/us/en/wealth/_jcr_content/par/columncontrol_352a/col1/linklist_14c2/link_0.447986739.file/bGluay9wYXRoPS9jb250ZW50L2RhbS9XZWFsdGhNYW5hZ2VtZW50QW1lcmljYXMvZG9jdW1lbnRzL2V1cm96b25lLWVjb25vbXktMjAxNC0wMS0wNy0yMDE0LW91dGxvb2sucGRm/eurozone-economy-2014-01-07-2014-outlook.pdf


Ebbene, a pagina 4 di tale documento potete leggere:

"....A meno che Matteo Renzi riesca a modificare in modo sostanziale il percorso delle riforme, il più importante dei Paesi periferici avrà probabilmente meno spazio di manovra per negoziare il suo budget 2015 con la Commissione europea“
E a pagina 10:

“L’Italia è decisamente dietro a Spagna, Portogallo e Grecia quando si parla di difficoltà di fare riforme Questa paralisi porterà probabilmente a una maggior pressione da parte della Commissione europea sul Paese per la riduzione del rapporto debito-Pil al 60%, che probabilmente limiterà il margine di manovra almeno per il budget 2015, a meno che Matteo Renzi non riesca a invertire il percorso di riforme”.
Il 7 Gennaio scorso al governo c'era Enrico Letta. Di Matteo Renzi premier non si parlava proprio, anche se il sindaco di Firenze, appena eletto segretario, già si organizzava per la legge elettorale e il job act. E proprio il 7 Gennaio era a pranzo con... Mario Monti!
Un mese e mezzo prima di diventare premier, Matteo Renzi incassava l’endorsement di una delle più grandi banche private del mondo.
Gli analisti di Ubs scommettevano su Renzi anche per quanto riguarda il “deprezzamento del costo del lavoro, necessario per risolvere il problema della competitività”.
Il documento sostiene infatti che “le misure per risolvere questo problema sono una priorità di Renzi”, anche se precisa poco più avanti che “la strada per lui sarà probabilmente in salita”
E ancora: all’inizio di dicembre 2013, alla vigilia delle primarie del Pd, a favore di Renzi si era schierata anche Unicredit, una delle principali banche italiane. “Crediamo che la vittoria di Renzi sarà un fattore positivo, soprattutto se otterrà un buon margine sugli avversari”, scriveva la banca in una nota agli investitori, sottolineando che un risultato simile “dovrebbe essere visto come un passo importante verso un sano cambio generazionale nella politica italiana”.
Osservate le reazioni della stampa internazionale e delle cancellerie internazionali alle incredibili vicende di queste ore ovvero all’esautorazione del capo del governo italiano senza voto in Parlamento e senza spiegazioni plausibili, frutto semplicemente di una squallida manovra di Palazzo.
Nessuno, fuori dall’Italia, si indigna, nessuno si preoccupa, nessuno rilascia dichiarazioni sprezzanti sulla credibilità delle istituzioni. Va bene così, a tutti; perché un servo di assoluta fiducia ma impopolare, come Enrico Letta, viene sostituito da un altro uomo di assoluta fiducia ma più simpatico, più popolare....come Matteo Renzi.
Insomma.....non c'è l'investitura popolare,ma in compenso di amici ne ha........
E noi cittadini? Non ne sappiamo mai abbastanza di questi giochi.... per non dire nulla.
Anzi sì, almeno una cosa la sappiamo: continuano a fotterci."

Grazie per il commento al mio calendario, mi è piaciuto molto...
Ciao e buon tutto
Julia