E pur quando e se termineranno i peana e le glorificazioni che di "lui" in queste ore si stanno facendo nei sinistri salotti "bene" dell'intellettualità italiota,sui giornali "cool"(quelli che si mettono bene in vista nella tasca del "paltò" per far vedere chi si è)e nelle trasmissioni televisive che ospitano i dottoroni "Grandi Firme" del prono giornalismo nostrano,ebbene nemmeno allora(è facile prevederlo)si vorrà ricordare chi fu davvero Fidel Castro,il tiranno di Cuba.Ancora oggi quel Paese viene segnalato dagli organismi internazionali operanti nel settore come il governo che reprime "sistematicamente individui e gruppi che lo criticano"(Human Rights Watch)e mantiene"un ferreo controllo di oppositori,attivisti dei diritti umani e giornalisti indipendenti"(Amnesty International).Ma questo,per l'intellettualità nostrana,è solo il frutto della propaganda del sistema capitalista.La verità,per gli intellettuali radical chic italiani,sarebbe che a Cuba il welfare funziona alla perfezione,la sanità copre tutti,e l'istruzione è garantita al popolo.Ma di fatto,nei suoi lunghi anni al potere,Castro ha eliminato le libertà civili nell'isola,dove non esiste pluralismo politico,nè diritto di assemblea o di manifestazione.E tantissimi i cubani costretti ad andar via dall'isola:circa 1,2 milioni.E gli intellettuali di casa nostra sanno benissimo quali furono i comportamenti di Castro nei confronti degli intellettuali cubani.Nel '61 Castro pronunciò il suo famoso discorso rivolto agli intellettuali che segnò la fine della libertà artistica("Quali sono i diritti degli artisti?Dentro la rivoluzione tutto,contro la rivoluzione nessun diritto").E così il poeta Herberto Padilla fu processato per "attività sovversive" e obbligato ad un'autocritica pubblica in puro stile stalinista.Ogni iniziativa dei dissidenti veniva sistematicamente schiacciata:nel 1998,dopo che Oswaldo Payà(cattolico e lider del Movimento Cristiano Liberacion)aveva raccolto firme per una riforma costituzionale,per l'introduzione di articoli che garantissero una serie di diritti inalienabili(libertà di associazione,di parola,di stampa)Fidel lanciò la c.d. "Primavera Nera,durante la quale decine di dissidenti furono condannati a lunghi anni di carcere.Le mogli delle vittime di quell'ondata repressiva fondarono le Damas de Blanco(che rivevettero il Premio Sakharov nel 2005)e ancora oggi sfilano ogni domenica andando a messa nel centro dell'Avana.Ma anche contro la comunità cristiana cuba si scagliò la dura repressione castrista.E forse proprio per questo,i 3 Papi che si son succeduti nelle loro visite a L'Avana(Papa Giovanni Paolo II,Papa Benedetto XVI e Papa Francesco)avrebbero dovuto esigere più precisi impegni sulla libertà di culto e dare meno aperture di incondizionato credito al regime castrista.Perchè dietro gli incontri ufficiali,i doni,gli abbracci e i calorosi saluti con il "lider maximo",la storia racconta di un dittatore spietato con i cristiani.Un anno fa,pochi giorni dopo il viaggio di Papa Bergoglio sull'isola,il portale del Pontificio istituto missioni estere "Asia News", pubblicò la lettera di un esule che raccontava una realtà diversa da quella che il mondo aveva visto in tv."Da uomo libero e come cattolico ho l'esigenza di dire quello che penso del regime comunista dell'Avana e voglio dire quello che mi piacerebbe vedere nella chiesa cubana,come frutti di quella visita"."Perchè-proseguiva l'esule-non chiamare le cose con il loro nome e cioè "dittatura" il governo dell'Avana,chiedendo pubblicamente che esso garantisca ai cubani libertà e una vita senza persecuzioni e senza paura?Fa male vedere che lo stesso regime che si beffava(e si beffa)di Dio,della Chiesa,dei religiosi riceva poi Papa Francesco fingendo di dare l’immagine di un governo rispettoso degli esseri umani e dei loro diritti.Sapendo che esso non ha alcuna intenzione di cambiare”.E,a corrobare la tesi,si elencavano le schedature di semplici fedeli che volevano partecipare agli incontri con il Pontefice(messa compresa)molti dei quali messi in stato di fermo(donne comprese)solo perché sospettati di essere contro il regime.Il timore delle autorità cubane,era che si ripetesse quanto avvenuto nel 1998,quando Giovanni Paolo II,durante l'omelia pronunciata 13 volte la parola "Libertà",con i fedeli che iniziarono a scandire in forma ritmata la parola "Libertà":"Libertad! Libertad!".Già.Libertà.Una parola "pericolosa" una parola che fa paura alle dittature,e perciò anche a quella cubana.E' "quella" parola,è la parola "Libertà".
29 novembre 2016
25 novembre 2016
UN'ALTRA VITA ERAVAMO
Un'altra vita eravamo,
altri giorni vivevamo;
e proprio oggi che quel tuo, nostro giorno
ancora ritorna,
proprio oggi che chissà
tu dove,chissà con chi
adesso tu sei
di nuovo ed ancora
tutto per me
vale oggi come allora:
quella vita
per me vive sempre
quei giorni per me
sempre ci sono.
Come se insieme
io e te fossimo ancora.
11 novembre 2016
LO CHOC DEI RADICAL CHIC
Piaccia o non piaccia, Donald Trump è divenuto il 45° presidente degli Stati Uniti d’America. Certo,alcune sue affermazioni in campagna elettorale sono state davvero incredibili e sconcertanti.Ma intanto la gente ha ugualmente votato per lui(ed è questo il bello della democrazia,per fortuna).Al contrario qui in Italia sono ormai 5 anni che al popolo non è dato scegliere il proprio governo nazionale.Trump ha raccolto il voto urbano di masse di persone disilluse dall’attuale establishment di matrice democratica.Inoltre Trump ha avuto gioco facile nel capitalizzare il grande malcontento popolare.Il potere d’acquisto delle classi medie è notevolmente diminuito e quello che guadagnano milioni di cittadini americani non è più sufficiente a garantire gli standard di benessere di un tempo.Tutto questo non poteva non essere il terreno di coltura ideale per l’indignazione popolare che ha acceso gli appelli emotivi di Trump al protezionismo e a “una nuova grande America”.In realtà l’insoddisfazione per la politica tradizionale e i partiti che ci sono in tante parti del mondo hanno pesato molto di più che la campagna sessista o i commenti razzisti che caratterizzano il vocabolario del tycoon. Di fatto, abbiamo assistito ad un nuovo capitolo di una crisi di sistema che lega il voto delle presidenziali Usa al trionfo della Brexit britannica e ad un aumento globale del populismo.A competere con Trump c'era una Hillary Clinton percepita lontana dai reali problemi della gente e fortemente identificata con il volto peggiore del potere politico.Ma Trump non si è dovuto battere solo contro Hillary.Con la Clinton,infatti,si è schierato tutto quell'establishement della grande comunicazione di massa e della grande finanza.Ma anche tutto quel mondo radical chic dello spettacolo cinematografico e musicale:da Bruce Spingstreen a Madonna,da George Clooney a Robert De Niro(che ora,per protesta contro l'elezione di Trump vuole venirsene a vivere in Italia);da Kate Perry a Lady GaGa,Elton John e Meryl Streep.Ma poi è venuto il risultato elettorale e lo choc per la stampa e i radical chic(americani ma non solo)è stato totale.Gli imbarazzatissimi grandi quotidiani americani si sono subito rimangiati la campagna di odio riversata contro il neo presidente in questi mesi.“Trump triumphs”, titolavano all’unisono il New York Times e il Washington Post. Solo un secco “President Trump” per il Wall Street Journal.Se negli Usa i media si cospargono il capo di cenere,i giornalisti italiani,soprattutto quelli dell’intellighentia una volta cosiddetta di Sinistra, hanno fatto una figura da provinciali.“Trump è un guaio mortale”,aveva sentenziato il 6 novembre il fondatore di Repubblica Eugenio Scalfari.Quasi profetico l’attuale direttore del quotidiano del Gruppo Espresso,Mario Calabresi,secondo il quale“sarebbe irragionevole Donald Trump alla Casa Bianca”.Catastrofista si era dimostrato Gianni Riotta, il quale il 1 novembre scriveva che “Trump presidente sarebbe un azzardo totale,mischiando la resa totale a Mosca con sprazzi di belligeranza isterica”.E poi Vittorio Zucconi (“Trump pensa che i codici nucleari siano numeri di telefono di modelle e starlette disponibili”) e Beppe Severgnini(“Nessuno,da sobrio,affiderebbe a Trump la guida della prima potenza del mondo”).
Adesso che tutto è finito si è costretti ad assistere in tv a manifestazioni e cortei organizzati negli USA per "protesta" contro il voto a Trump.Protesta?E per cosa?E contro chi?Contro la gente che si è permessa di usare la parola "Democrazia",votando come gli pareva?Ma forse sono stati proprio quegli atteggiamenti di sufficienza intellettuali e radical chic,americani,europei e naturalmente anche italiani,a incattivire il clima politico di queste elezioni presidenziali americane.E anche qui in Italia,dove si aspettava di celebrare,da parte di quegli ambienti più o meno intettualoidi,la vittoria di Hillary,si vedono in tv,si leggono sui giornali,rabbiose trasmissioni (in un tg al blogger è capitato di sentire(letterale):"la VERA America ha votato per la Clinton").E si leggono isterici articoli contro Trump che fanno capire quanti ottusi e presuntuosi italioti "tifosi" radical chic avesse anche da queste parti la Clinton.Con un grande sprezzo per la Democrazia.Ma anche con un infinito sprezzo del ridicolo.
04 novembre 2016
CHE SENSO HA ?
Trovarsi a Roma per un viaggio di qualche giorno. Esserci di nuovo ed ancora per visitare posti,per incontrare gente.Camminare per le strade di Roma ancora una volta,ma senza mai stancarti,e anzi con la voglia di meravigliarti sempre difronte agli splendori dei suoi secoli.Tornare in posti già visti,oppure scoprire di essa cose nuove,nuovi luoghi,nuovi posti mai veduti prima e capire perché di Roma non puoi farne a meno.Ma poi,proprio in quel giorno,dopo 7 ore,dopo 41 minuti dalla mezzanotte,anche lì,anche a Roma,improvviso,istantaneo,impensato,inaspettato,tremendo,incredibile,ecco di nuovo quel sommovimento,quello spostamento,quel rombo che hai già "sentito" allora,in quell'anno,in quel 1980,in quel 23 novembre di una vita fa.Sono secondi,momenti,una vita.Terrore,paura del tutto che trema,dell'angoscia che l'anima atterisce.Senza possibilità di fare,senza capacità di pensare.Poi la scossa che cessa,il brontolio della terra che s'arresta.E il "normale" che torna,il quotidiano che di nuovo si mostra.Lo sgomento sminuisce.E' stata tremenda-tu pensi-ma è finita",grazie a Dio è finita.Sì,per te è finita,ma in altri posti,per tanta altra gente,il "tutto" comincia.In "quei" posti,nei posti dell'epicentro,è proprio allora che un'altra vita comincia,un diverso,drammatico domani inizia.Lì,in quei posti,che solo adesso cominci a conoscere e ad imparare:a Norcia,per esempio.O Accumuli o Arquata o Amatrice o Castelluccio,per esempio.E' dalle immagini che poi vedi,è dalle foto che poi guardi,che capisci quanta tragica devastazione di anime,di corpi,di storia,di cultura c'è stata in quelle terre dell'epicentro.E' guardando quelle vite di anziani e bambini,ristrette sotto una tenda,costrette dentro a un camper,che ti chiedi:ma che senso ha ?Che senso ha parlare di astrusi ed incomprensibili referendum,di discutere su di un SI od un NO?Che senso ha parlare di un Ponte su uno Stretto,invece che di "questi" posti,di questa gente straziata nella carne e nell'anima?Che senso ha quell'agitarsi di quei Palazzi lontani,di questa politica politicante,se poi la gente,la gente dell'epicentro,non sa,non comprende che cosa c'entrino queste parole con questi loro nuovi,drammatici,tragici giorni?
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