In poco più di un anno di governo con Matteo Salvini,oramai abbiamo visto di tutto.La conferenza stampa al Viminale Beach è solo l’ultimo episodio di una lunga catena di bassezze che hanno costellato il salvinismo con tutti i suoi mille rivoli di bile,prepotenza, ignoranza,bugie,di cattivismo.Ma c'è anche un'altra parte di noi cittadini che è disgustata,ed anzi orgogliosa di essere disgustata da queste bruttezze e indecenze umane e culturali,prima ancora che politiche.Ma Salvini intanto cresce nei sondaggi,si dice.Certo,perchè Salvini fa parlare la pancia della gente,le viscere di una parte del Paese che non vedeva l’ora di poter scatenare i più bassi e feroci istinti,di poter essere finalmente pessimo e,anzi,sentirsi elogiato per la propria empietà.Epperò c'è da capire come fare per scostarsi da questo atteggiamento morale e culturale che alligna con ferocia oggi negli italiani.Bisogna cioè capire come si può fare per allontanarsi dalla cultura dell'odio di Salvini,da questo salvinismo che pervade la società italiana.Perchè il vero problema è questo:un salvinismo culturale più pericoloso dello stesso Salvini,tanto lui basta non prenderlo sul serio per non dargli quella importanza che proprio non ha.C'è bisogno di una opposizione vera che non finisca in uno sterile tweet:una opposizione culturale oltre che politica.Cominciamo a dire,per esempio,che l'azione politica non può e non deve essere imposta da un bullo e dai suoi scagnozzi spin-doctor dei social,che vanno a frugare nei cassonetti della spazzatura della cronaca nera di provincia in cerca di un nero da chiamare negro o di una zingara da chiamare zingaraccia.L’Italia e gli italiani non sono questo.L'Italia è quel Paese pieno di calli che lavora(quando ha lavoro)che si sbatte fino a sera su metropolitane e scassatissime ferrovie regionali,che rientra a casa con tante preoccupazioni e trova comunque l’energia di essere genitore(e chi se ne sbatte del ministro Fontana e di che sesso e con che sesso per compagno)e fa salti mortali per pagare un mutuo sempre più difficile, intrisa di tristezze per un regalo che non ci si può permettere o una vacanza che non si riesce a fare.Il linguaggio,poi.Noi,orgogliosi di pensarla diversamente dal salvinismo,anche se il salvinismo ci dà addosso,non dobbiamo usare lo stesso linguaggio del Capitano.Perchè siamo diversi,perchè siamo migliori.All’odio non si risponde con l’odio.Non siamo un Paese che vive sul desiderio di schiacciare l'avversario,ma siamo un Paese che anela a un’alternativa e ad una alternanza politica e culturale che dal dopoguerra questo Paese non ha mai trovato pienamente.C'è bisogno,quindi,di un dibattito civile e un confronto democratico di idee perchè la comunicazione è già politica.Non si tratta di essere buonisti,si tratta di essere cosa altra rispetto a un linguaggio fatto solo di odio contro l'altro e l'alterità.E poi dire e dare soluzioni.Dire,per esempio,che alternativa possibile propone l'opposizione sul problema dell'immigrazione o sul ruolo dell'Europa,rispetto allo straparlare vuoto e vacuo di Salvini.E a proposito di opposizione,bisogna fare opposizione vera e seria che non sia quella fatta su Facebook o quella di qualche sterile tweet.Opporsi significa mettere in campo tutti gli strumenti,fino a tirare la giacchetta al Capo dello Stato,per sottolineare le incongruenze costituzionali(decreto sicurezza,per esempio)e le bugie sistematiche e giornaliere di Salvini.Non abbiamo bisogno di politici che ci dicano che la situazione è grave,ce ne siamo accorti,grazie tanto.E poi,e infine e soprattutto,FARE CULTURA ma ogni volta che si pronuncia la parola cultura qui si spaventa qualcuno e Salvini innanzitutto("i giornaloni,gli intellettualoni,i professoroni").Perchè comunque questo è un Paese che,al di là e a prescindere dal rozzo e becero salvinismo,ha bisogno di Cultura,di studiare e di comprendere e condividere,di prendere coscienza del fatto che si stanno ripetendo errori già fatti che abbiamo pagati carissimi.Perchè poi la Cultura non è roba chissà quanto difficile o per iniziati o per "professoroni".La Cultura ci aiuta a capire quelle che Pirandello chiamava "Le ragioni degli altri",usando la Ragione,appunto.Senza istigare gli istinti più brutali e rozzi della gente.Essere semplici non significa essere banali:si può essere comprensibili anche se non hai uno che ti dice quali parole di odio devi usare oggi sui social.Ecco perchè la preoccupazione vera deve essere il salvinismo,non Salvini che prima o poi uscirà di scena senza tanti rimpianti,come Renzi,come Berlusconi,come il Duce ai tempi suoi.Il salvinismo,invece,come atteggiamento (in)culturale rimane negli animi e crea fratture umane,morali e intellettuali profonde e continuerà a incubare fino a che non lo libererà un altro(Dio non voglia)Salvini che verrà.Ma in fondo non c'è niente di nuovo sotto il sole.Perchè passano gli anni,ma certe cose le aveva già detto un certo Piero Gobetti di Torino:"gli italiani hanno ben l'animo di schiavi(.....)e chiediamo le frustate perché qualcuno si svegli,chiediamo il boia perché si possa veder chiaro".(Piero Gobetti "Elogio della ghigliottina")
04 agosto 2019
SALVARSI DAL SALVINISMO
In poco più di un anno di governo con Matteo Salvini,oramai abbiamo visto di tutto.La conferenza stampa al Viminale Beach è solo l’ultimo episodio di una lunga catena di bassezze che hanno costellato il salvinismo con tutti i suoi mille rivoli di bile,prepotenza, ignoranza,bugie,di cattivismo.Ma c'è anche un'altra parte di noi cittadini che è disgustata,ed anzi orgogliosa di essere disgustata da queste bruttezze e indecenze umane e culturali,prima ancora che politiche.Ma Salvini intanto cresce nei sondaggi,si dice.Certo,perchè Salvini fa parlare la pancia della gente,le viscere di una parte del Paese che non vedeva l’ora di poter scatenare i più bassi e feroci istinti,di poter essere finalmente pessimo e,anzi,sentirsi elogiato per la propria empietà.Epperò c'è da capire come fare per scostarsi da questo atteggiamento morale e culturale che alligna con ferocia oggi negli italiani.Bisogna cioè capire come si può fare per allontanarsi dalla cultura dell'odio di Salvini,da questo salvinismo che pervade la società italiana.Perchè il vero problema è questo:un salvinismo culturale più pericoloso dello stesso Salvini,tanto lui basta non prenderlo sul serio per non dargli quella importanza che proprio non ha.C'è bisogno di una opposizione vera che non finisca in uno sterile tweet:una opposizione culturale oltre che politica.Cominciamo a dire,per esempio,che l'azione politica non può e non deve essere imposta da un bullo e dai suoi scagnozzi spin-doctor dei social,che vanno a frugare nei cassonetti della spazzatura della cronaca nera di provincia in cerca di un nero da chiamare negro o di una zingara da chiamare zingaraccia.L’Italia e gli italiani non sono questo.L'Italia è quel Paese pieno di calli che lavora(quando ha lavoro)che si sbatte fino a sera su metropolitane e scassatissime ferrovie regionali,che rientra a casa con tante preoccupazioni e trova comunque l’energia di essere genitore(e chi se ne sbatte del ministro Fontana e di che sesso e con che sesso per compagno)e fa salti mortali per pagare un mutuo sempre più difficile, intrisa di tristezze per un regalo che non ci si può permettere o una vacanza che non si riesce a fare.Il linguaggio,poi.Noi,orgogliosi di pensarla diversamente dal salvinismo,anche se il salvinismo ci dà addosso,non dobbiamo usare lo stesso linguaggio del Capitano.Perchè siamo diversi,perchè siamo migliori.All’odio non si risponde con l’odio.Non siamo un Paese che vive sul desiderio di schiacciare l'avversario,ma siamo un Paese che anela a un’alternativa e ad una alternanza politica e culturale che dal dopoguerra questo Paese non ha mai trovato pienamente.C'è bisogno,quindi,di un dibattito civile e un confronto democratico di idee perchè la comunicazione è già politica.Non si tratta di essere buonisti,si tratta di essere cosa altra rispetto a un linguaggio fatto solo di odio contro l'altro e l'alterità.E poi dire e dare soluzioni.Dire,per esempio,che alternativa possibile propone l'opposizione sul problema dell'immigrazione o sul ruolo dell'Europa,rispetto allo straparlare vuoto e vacuo di Salvini.E a proposito di opposizione,bisogna fare opposizione vera e seria che non sia quella fatta su Facebook o quella di qualche sterile tweet.Opporsi significa mettere in campo tutti gli strumenti,fino a tirare la giacchetta al Capo dello Stato,per sottolineare le incongruenze costituzionali(decreto sicurezza,per esempio)e le bugie sistematiche e giornaliere di Salvini.Non abbiamo bisogno di politici che ci dicano che la situazione è grave,ce ne siamo accorti,grazie tanto.E poi,e infine e soprattutto,FARE CULTURA ma ogni volta che si pronuncia la parola cultura qui si spaventa qualcuno e Salvini innanzitutto("i giornaloni,gli intellettualoni,i professoroni").Perchè comunque questo è un Paese che,al di là e a prescindere dal rozzo e becero salvinismo,ha bisogno di Cultura,di studiare e di comprendere e condividere,di prendere coscienza del fatto che si stanno ripetendo errori già fatti che abbiamo pagati carissimi.Perchè poi la Cultura non è roba chissà quanto difficile o per iniziati o per "professoroni".La Cultura ci aiuta a capire quelle che Pirandello chiamava "Le ragioni degli altri",usando la Ragione,appunto.Senza istigare gli istinti più brutali e rozzi della gente.Essere semplici non significa essere banali:si può essere comprensibili anche se non hai uno che ti dice quali parole di odio devi usare oggi sui social.Ecco perchè la preoccupazione vera deve essere il salvinismo,non Salvini che prima o poi uscirà di scena senza tanti rimpianti,come Renzi,come Berlusconi,come il Duce ai tempi suoi.Il salvinismo,invece,come atteggiamento (in)culturale rimane negli animi e crea fratture umane,morali e intellettuali profonde e continuerà a incubare fino a che non lo libererà un altro(Dio non voglia)Salvini che verrà.Ma in fondo non c'è niente di nuovo sotto il sole.Perchè passano gli anni,ma certe cose le aveva già detto un certo Piero Gobetti di Torino:"gli italiani hanno ben l'animo di schiavi(.....)e chiediamo le frustate perché qualcuno si svegli,chiediamo il boia perché si possa veder chiaro".(Piero Gobetti "Elogio della ghigliottina")
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