22 dicembre 2018

METALLICA : "DON'T TREAD ON ME"










Don’t tread on me (Non calpestarmi) è la traccia numero sei dell’omonimo quinto album dei Metallica, uscito il 13 agosto 1991. Il titolo della canzone si riferisce alla guerra di indipendenza americana. “Don’t tread on me” costituiva il motto della bandiera di Gadsden, e l’immagine del serpente sulla bandiera è raffigurata sulla copertina dell’album.
 

NON CALPESTARMI

Libertà o morte,
ciò che salutiamo con tanto orgoglio
Una volta che la provochi, scuote la coda
Non incomincia, mai, ma una volta attaccata…
Non si arrende mai, mostra le zanne della rabbia

Non calpestatemi

Così sia
Non minacciare più
Assicurarsi la pace è prepararsi per la guerra
Così sia
Sistema il conto
Toccami di nuovo per le parole
che sentirai sempre…

Non calpestatemi

Prendilo o lasciato,
lei con il morso mortale
È veloce la lingua blu,
biforcuta colpisce come il lampo
Brilla lucente, sempre vigilando
Gli occhi, non si chiudono mai,
emblema della vigilanza

Non calpestatemi

Così sia
Non minacciare più
Assicurarsi la pace
è prepararsi per la guerra
Così sia
Sistema il conto
Toccami di nuovo per le parole
che sentirai sempre

Non calpestatemi

Così sia
Non minacciare più
Assicurarsi la pace
è prepararsi per la guerra
Libertà o morte,
ciò che salutiamo con tanto orgoglio
Una volta che la provochi,
scuote la coda

Così sia
Non minacciare più
Assicurarsi la pace
è prepararsi per la guerra
Così sia
Sistema il conto
Toccami di nuovo per le parole
che sentirai sempre…

Non calpestatemi

 

 

 

 







































































































































 
 
 
 
 
 
 

30 novembre 2018

UNA INFAMIA ITALIANA

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Quest'anno,il 30 di novembre,Enzo Tortora avrebbe compiuto 90 anni.E invece la sua vita fu molto più breve.Se ne andò nel 1988, quando aveva solo 60 anni.A togliergli anzitempo il suo tempo di vita,fu senz'altro l'infame sistema giudiziario e carcerario italiano,che lo afferrò nei suoi artigli e su di lui infierì in maniera feroce,disumana,spietata e violenta.Soprattutto l'incredibile,barbaro e kafkiano Processo che contro di lui fu messo su da giudici in cerca di notorietà e visibilità mediatica,incise sulle sue carni e sul suo corpo,segnandolo definitivamente e irrimediabilmente.Ma quel processo fece violenza anche sull'"Habeas Corpus" del diritto,su quell'antichissimo istituto giuridico che tutela la inviolabilità personale dell'accusato e il conseguente diritto dell'arrestato di conoscere la causa del suo arresto.Per Enzo Tortora niente di tutto questo.Aspettò per mesi e mesi,tra le mura del carcere,di sapere quale era il suo reato e chi lo accusava.Venne infine a sapere che alcuni folli camorristi "pentiti", dei veri e propri malati mentali,lo accusavano di spaccio di droga.Uno di questi,Pasquale Barra,era chiamato"'O animale",l'animale,la bestia per la sua brutale efferatezza,perchè,tra gli altri,aveva ucciso in carcere il bandito Francis Turatello,strappandogli poi le viscere ed il cuore).Evidentemente questi "signori" erano più degni di fede di Enzo Tortora se un giorno,durante un'udienza,il Pubblico Ministero Diego Marmo  lo accusò di essere "un cinico mercante di morte".Troppo nota è la vicenda per doverne qui riepilogare fatti e situazioni. Eppure di quella vicenda va mantenuta memoria per sapere,per capire cosa fu il "Caso Tortora".Un abominio di civiltà umana e giuridica.Un insulto allo Stato di Diritto,l'esercizio di una giustizia brutale e barbara da parte di giudici che certamente avrebbero ben figurato nei Tribunali della Santa Inquisizione di Torquemada.Ma Tortora(almeno questo)non fu lasciato solo in quei giorni sciagurati.Ci fu qualcuno,ci furono i Radicali di Marco Pannella,che con lui cominciarono a combattere una battaglia per una "Giustizia Giusta",contro lo Stato "ladro di legalità".E con Tortora ci furono centinaia di detenuti che da subito avevano capito che quell'uomo,quella "persona perbene",come una volta gli disse perfino il camorrista Raffaele Cutolo,era innocente.
 
Alla fine Enzo Tortora fu assolto e a distanza di 30 anni proprio quel Diego Marmo chiese "perdono" alla famiglia Tortora,perchè aveva,egli disse,sbagliato a chiedere la condanna di quell'uomo innocente.Evidentemente anche tra i giudici ci sono dei "pentiti".
Enzo Tortora,consumato nel fisico e nel morale se ne andò in una mattina dell'anno 1988.E se egli volle portare  nell’urna delle sue ceneri la “Storia della Colonna infame” di Alessandro Manzoni,una ragione c’è ed  è altamente significativa.Manzoni scrisse questa storia per dimostrare come la furia di ottenere un capro espiatorio da dare in pasto alla moltitudine che esige immediatamente il colpevole, è comportamento da barbari e non da civiltà del diritto.Forse quei giudici avrebbero dovuto leggere(e ancora oggi tutti i giudici italiani lo dovrebbero fare,giacchè quasi nulla è cambiato nell'agire della Magistratura)le parole di Leonardo Sciascia:" Ogni magistrato,una volta vinto il concorso,dovrebbe trascorrere almeno tre giorni di carcere fra i comuni detenuti e preferibilmente in carceri famigerate,come l’Ucciardone e Poggioreale.Sarebbe indelebile esperienza,da suscitare acuta riflessione e doloroso rovello,ogni volta che si sta per firmare un mandato di cattura o per stilare una sentenza….(Corriere della sera 7 agosto 1983).
E fors'anche le parole di Piero Calamandrei dovrebbero rileggere:..."Non disdice all'austerità delle aule giudiziarie il Crocifisso:soltanto non vorrei che fosse collocato,come è,dietro le spalle dei giudici.In questo modo può vederlo soltanto il giudicabile,il quale,guardando in faccia i giudici,vorrebbe aver fede nella loro giustizia;ma poi,scorgendo dietro a loro,sulla parete di fondo,il simbolo doloroso dell'errore giudiziario,è portato a credere che esso lo ammonisca a lasciare ogni speranza:simbolo non di fede,ma di disperazione.Quasi si direbbe che sia stato lasciato lì,dietro le spalle dei giudici,apposta per impedire che lo vedano:e invece si vorrebbe che fosse collocato proprio in faccia a loro,ben visibile nella parete di fronte,perché lo considerassero con umiltà mentre giudicano,e non dimenticassero mai che incombe su di loro il terribile pericolo di condannare un innocente.

 


















































































































25 novembre 2018

L'ACQUA E LA LUCE


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Tutto il tema,tutti i paesaggi della pittura di Claude Monet,il padre del movimento che fu poi definito "Impressionismo",furono sempre realizzati con un attenzione particolare ai riflessi della luce sull'acqua.Monet,infatti,approfondisce le leggi fisiche che sono alla base della percezione della luce e del colore da parte dell'occhio umano.La sua è una continua ricerca indirizzata allo scopo di catturare un momento e una luce particolare,che solo l'artista può "vedere" nel momento in cui dipingeva.Nel 1883 Monet si trasferisce a Giverny,in Normandia,dove crea un giardino e si costruisce un rifugio o più semplicemente un mondo tutto suo, che diventerà il soggetto preferito per le sue opere.Monet trascorre a Giverny oltre 40 anni della sua vita e utilizza il suo giardino con le sue piante e i suoi fiori per realizzare degli autentici capolavori.Fu proprio l’opera di Monet: “Impression.Soleil levant”,a suggerire il nome per la nuova corrente artistica: l’Impressionismo.L'occhio prodigioso per catturare ogni forma e ogni sfumatura di colore,la mano infaticabile per trasferire sulla tela la delicata maestosità della natura,tra acqua e luce,appunto,fiori e cielo.Proprio il talento del padre dell'Impressionismo è al centro del film,di recente uscita,che non poteva non avere come titolo un riferimento a quelli che furono i momenti della sua ricerca:l'acqua e la luce.Il film si intitola,infatti,"Le ninfee di Monet.Un incantesimo di acqua e luce",diretto da Giovanni Troilo,nelle sale dal 26 al 28 novembre.Attraverso la narratrice Elisa Lasowski e gli interventi dello scrittore Ross King,il film mescola fiction e immagini di repertorio per ricostruire la parabola artistica e umana dell'artista francese:la pittura come vita,la nascita dell'Impressionismo,la famiglia e il dolore per i lutti,l'amicizia con il primo ministro francese George Clemenceau che lo protesse e ne comprese la genialità,la malattia agli occhi,la sofferenza per la tragedia della prima guerra mondiale.Ma,come detto,nel film emerge l'elemento che maggiormente caratterizzò la vita di Monet:la passione per il paesaggio circostante che rappresenta su ogni tela l'impalpabile bellezza dell'acqua,della luce e dell'aria.Monet dipingeva per ore e ore,senza mai smettere,riproponendo soggetti ricorrenti,alberi,acqua,fiori e soprattutto ninfee.Il film conduce lo spettatore attraverso i luoghi dell'artista:Le Havre,città dalla quale Monet si portò dietro il suo mare,le scogliere e i paesaggi resi evanescenti dalla foschia(qui dipinse "Impression,soleil levant")a Giverny,la cittadina lungo la Senna dove poi creò il suo piccolo mondo di fiori e acqua da dipingere incessantemente,con il celebre stagno delle ninfee.Il film,infine,si sofferma sulla sua ultima opera,"la Grand Décoration".Dopo aver superato la depressione che lo aveva spinto a lasciare la pittura,Monet,ormai quasi cieco,riprese i pennelli per realizzare la sua impresa più colossale:pannelli enormi raffiguranti il suo stagno di ninfee.Le ninfee,il nome del fiore acquatico al quale è indissolubilmente legato il nome e l'opera di Monet.


 
 



17 novembre 2018

LA FORZA DELL'IGNORANZA


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Roberto Battiston è uno scienziato e astrofisico italiano di altissimo profilo.Ordinario di fisica sperimentale all’Università di Trento,è il padre,insieme al premio Nobel Samuel C.C. Ting,( https://www.nobelprize.org/prizes/physics/1976/ting/auto-biography/ )di una apparecchiatura montata sulla Stazione Spaziale Internazionale che fa misure di precisione dei raggi cosmici nello spazio.Per questo suo rilevante curriculum, Battiston era stato nominato direttore dell'Agenzia Spaziale Italiana(ASI)una delle eccellenze scientifiche e punta di diamante della ricerca italiana.Ma evidentemente questo curriculum non aveva molto significato per i nuovi governanti grilloleghisti,se lo hanno destituito da direttore dell'Agenzia.Il decreto con il quale il Ministro dell'Istruzione,dell'Università e della Ricerca Scientifica ha rimosso Battiston testualmente recita:la decisione "non necessita di una particolare e pregnante motivazione"(!!!!).Eh sì.Il decreto porta la firma proprio del solito,ineffabile,ministro Marco Bussetti,quello che così viene presentato dalla pagina Wikipedia:"Docente di educazione fisica di scuola media,ricopre a livello regionale diversi incarichi legati al mondo dello sport.È stato allenatore e dirigente della squadra di basket di Gallarate".Però:pure allenatore della squadra di Gallarate!Così il docente di educazione fisica Bussetti ha destituito l'astrofisico Battiston,senza bisogno di "pregnanti" motivazioni.Davvero un modo brutale e tracotante di gestire la cosa pubblica,che ricorda i peggiori metodi lottizzatori dei governi della prima repubblica.Proprio niente male per un governo che si definisce del "cambiamento".E l’autonomia della scienza e della ricerca?La guida dei grandi enti di ricerca richiede conoscenze approfondite,capacità di valutazioni dettate da appropriate cognizioni.E invece,anche qui,con la più squallida logica lottizzatoria,il governo grilloleghista rimuove uno scienziato per occupare,come ha fatto con la Rai,i posti strategici di un ente scientifico che dovrebbe rimanere fuori da ogni logica spartitoria.Perchè lo scopo della scienza e della ricerca scientifica deve essere quello di un continuo sforzo per incrementare i livelli di conoscenze ed impegnare risorse umane e tecnologiche per la crescita del sapere,della dimensione economica,del benessere dell’umanità.Come se ciò non bastasse,il governo grilloleghista pretende anche di mettere le mani e controllare le conoscenze storiche,scientifiche e culturali del nostro Paese.Infatti,secondo una proposta di legge grillina,la divulgazione scientifica dovrebbe essere "controllata" da una apposita commissione che ne decreti l'importanza e che ne accrediti la divulgazione attraverso i canali del servizio pubblico.Praticamente con questo proposta di legge si vorrebbe che sia il governo,attraverso una "propria" Commissione(o magari-perchè no?-già che ci siamo,si potrebbe utilizzare direttamente la Piattaforma Rousseau)a decidere cosa mandare e cosa non mandare in onda sulla Rai.Per esempio,se i contenuti delle trasmissioni di Piero o Alberto Angela non fossero graditi o ritenuti "scientificamente inappropriati",la commissione potrebbe impedirne la diffusione,decidendo invece,di "divulgare"un programma che abbia,diciamo così,"narrazioni" più gradite al regime grilloleghista.E chi dovrebbe decidere(e con quali criteri individuati da chi?)quale ricerca è degna di essere divulgata e altre no?Un sistema che ricorda vagamente quello adottato nel 1937 dal regime fascista,con il ministero della cultura popolare,cosiddetto MinCulPop,che,oltre a propagandare la cultura fascista,aveva il compito di effettuare un costante e capillare controllo interno ed esterno su qualsiasi pubblicazione.Oppure sembra di rileggere le pagine di "1984" di George Orwell nelle quali si  descriveva il "Ministero della Verità"(MiniVer)che aveva il compito di produrre tutto ciò che aveva a che fare con l'informazione:propaganda di partito,editoria,programmi radiotelevisivi,per renderlo conforme alle direttive e all'ideologia del partito al potere.Come si vede,passare da queste modalità di scelta della divulgazione scientifica,alla vera e propria censura politica il passo è più che breve.E' dunque questo il governo del "cambiamento"?Con questa logica di occupazione fisica e quest'approccio ideologico e moralistico nel controllo della scienza e della cultura,e cioè dei posti della mente e delle idee,questo governo blocca e intimidisce ogni voglia di intrapresa e di "fare" che rappresentano proprio la cifra dell'Uomo e dell'Individuo.E' ben altro il "nuovo" di cui ha bisogno questo Paese.Perchè la ricerca scientifica non è un lusso culturale,ma la più concreta opzione per dare un futuro al Paese e alle nuove generazioni,e per far tornare una parte del fiume di giovani che abbiamo formato in Italia e che possono lavorare solo all’estero.La ricerca genera occupazione qualificata,sviluppo imprenditoriale,innovazione di prodotto,ma serve anche alla sicurezza nazionale,alla tutela del territorio e dei beni culturali.Ed oggi invcece,tra i cento NO (No tav,No tap,No vax)che questo governo pronuncia ideologicamente contro ogni tipo di modernità,si fanno strada l’antiscienza e la nostalgia del passato.Paghiamo il mancato rinnovamento industriale ed infrastrutturale,vendendo le nostre aziende storiche(è di questi giorni la paventata chiusura degli stabilimenti di uno dei marchi storici italiani,la "Pernigotti").Eravamo i proprietari di piccoli ristoranti,eccellenze della cucina mondiale,poi ne siamo diventati i cuochi,domani,forse,semplici camerieri.Il metodo scientifico è il modo per risalire la china,per modernizzare il Paese,per compiere scelte non ideologiche in tutti i campi.Per premiare il merito e non il clan.Il merito e non l'ignoranza al governo oggi in Italia.E' la competenza,la conoscenza che deve avere il suo giusto riconoscimento,perchè già troppi sono i suoi nemici,i nemici della conoscenza,come scrive Tom Nichols nel suo libro:"La conoscenza e i suoi nemici.L'era dell'incompetenza e i rischi per la democrazia". (https://www.luissuniversitypress.it/pubblicazioni/la-conoscenza-e-i-suoi-nemici . Continueremo a vivere,altrimenti a vivere in quel mondo rovesciato raccontato proprio da Orwell nel "Grande Fratello",a ripetere gli slogan dell'antipensiero:"La Guerra è pace.La Libertà è schiavitù.L'Ignoranza è forza".L'Ignoranza,appunto.