15 dicembre 2017

IN QUESTE TERRE NOSTRE





 

Jakob Philipp Hackert (1737-1807) — View of Montesarchio  (1476×1081)

Fa un certo effetto vedere la propria cittadina ritratta in un quadro del 1791("Veduta di Montesarchio")dipinto dal pittore tedesco  Jakob Philipp Hackert , amico di Johann Wolfgang von Goethe .Ti fa effetto e ti fa specie vedere in quel quadro le terre dove sei è nato,le terre dove ancora oggi vivi. Vedere,nel quadro,quei posti,quei luoghi di questa mia città così tanto mutati col passare dei secoli.Lì in alto, sulla collina scoscesa,c'è l'antico castello, poi trasformato in galera di stato dalla famiglia dei Borbone,reali del Regno delle Due Sicilie.In quella torre furono imprigionati i patrioti dell'Italia risorgimentale(tra questi il più famoso fu Carlo Poerio,poi diventato deputato nel primo Parlamento del Regno d'Italia, e del quale proprio quest'anno ricorrono i 150 anni dalla morte). Per lui Charles Dickens scrisse la lettera di Charles Dickens in difesa di Poerio .Carlo apparteneva ad una famiglia di uomini di cultura ma anche d'azione, e tutti anche patrioti. Giuseppe Poerio, padre di Alessandro e Carlo Poerio. Di loro,del loro pensiero,del loro patriottismo liberale e nazionale,ne parla Benedetto Croce nel libro:"I Poerio.Una famiglia di patrioti".Immagine correlata
 

Poco più in basso, si vede l'antico convento francescano nel quale è tenuta la Statua della Madonna delle Grazie, il cui culto è ancora oggi così diffuso tra le genti di questa terra. E più giù,poi, c'è il torrente che bagna queste terre, oggi ridotto a poco più di un rigagnolo, con il ponte che lo attraversava e che adesso non esiste più.E mentre guardo nel quadro le verdi campagne circostanti,considero che proprio lì,da quelle parti o poco più su, c'è adesso la casa dove sono nati i miei e dove ho vissuto molta parte di vita. C'è poi quella strada che s'arrampica sulla collina e mena verso il convento. E guardandola ricordo ancora le fatiche dei contadini che ogni giorno la percorrevano andando o tornando dalle campagne. Contadini senza speranza,ma che speravano un'altra vita e un altro esistere almeno per i loro figli. Ed è perciò che capisco cosa scriveva Carlo Levi sui "suoi" "cafoni",sui suoi amati contadini raccontati nel " Cristo si è fermato a Eboli ".

E fa un certo effetto sapere che quel quadro si trova oggi all' Hermitage Museum di San Pietroburgo, uno dei Templi della Cultura mondiale.Sì,quel quadro che ritrae questo piccolo pezzo di terra della nostra piccola terra, è proprio lì,proprio all'Hermitage.
Sì,lo so.Tutto questo potrà apparire provinciale e limitato ad un mero orgoglio localistico.Però mi piace pensare che pure queste nostre terre,prima di diventare l'attuale piattume intellettuale e culturale, umano ed esistenziale,per colpa di una classe politica criminale ma anche per l'accidia culturale di noi che viviamo in queste terre,hanno avuto donne e uomini con un altro "sentire" e che hanno lasciato tracce di pensiero e di cultura.E di dignità.

08 dicembre 2017

QUANDO C'ERA "CAROSELLO"

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Lo scorso 27 novembre è stato emesso un francobollo speciale per celebrare i 60 anni del mitico "Carosello",il "teatrino" della prima pubblicità italiana."Carosello", fu il programma più rappresentativo della paleotelevisione(così Umberto Eco designò i primi vent’anni della Tv,quella in bianco-nero,in regime di monopolio Rai, con esplicite finalità pedagogiche).Con "Carosello" ci fu la nascita di una moderna società industriale-urbana,caratterizzata dalla progressiva diffusione dei consumi di beni durevoli.Carosello nacque nel 1957 e finì nel 1977(con la Tv a colori,la fine del monopolio Rai,l’entrata i scena delle Tv commerciali ovvero con l’inizio della neotelevisione).Erano gli stessi anni dell’inizio e della fine della grande trasformazione:nel 1958,primo anno del “miracolo economico”,gli addetti all’industria sorpassarono i lavoratori in agricoltura.Ai tempi di "Carosello" il 60% degli italiani aveva frequentato solo le scuole elementari.Il 30% neppure quelle,oppure era senza alcun titolo di studio.Solo il 6% aveva frequentato le scuole medie,il 3% le superiori e solo l’1% era laureato:insomma,un livello di alfabetizzazione avvilente,con larghissime sacche di analfabetismo.Durante i 20 anni di vita di Carosello,invece,i possessori del titolo di scuola media triplicarono;si decuplicarono addirittura i possessori di automobili e di televisori.In un paese che nel dopoguerra si muoveva a piedi,in bicicletta o in treno,la motorizzazione iniziò con gli scooter,con la geniale invenzione della Vespa da parte della Piaggio;poi ci furono le utilitarie della Fiat a mettere gli italiani su quattro ruote,con la "600" prima e con la "500" dopo.Automobili e scooter,elettrodomestici,articoli per la casa,spiagge prese d'assalto,furono l'indice di questa rivoluzione socio-economica.Quando "Carosello" esordì nel 1957,la TV era appena nata ed era presente nelle case del solo 3% degli italiani.I più la guardavano nei bar o riunendosi presso l'unica famiglia del caseggiato che la possedeva.Quella tv trasmetteva in bianco e nero e su un solo canale.Ma quella tv non era molto coinvolgente per la massa degli spettatori.Usava un linguaggio troppo forbito,ed era seriosa e perciò parecchio noiosa e per giunta era limitata nelle fasce orarie:iniziava alle 17 con la "Tv dei ragazzi" e finiva alle 23,con il classico monoscopio del "Fine Trasmissioni".


Ma fu poi uno spettacolo di intrattenimento,il gioco a quiz "Lascia o raddoppia",condotto da un giovanissimo italo-americano,Mike Bongiorno,a coinvolgere e entusiasmare una gran massa di spettatori ed a incidere sul mutamento dei costumi e sul modello sociale degli italiani.Ai tempi di Carosello l'informazione dell'unico telegiornale era del tutto filogovernativa e strettamente controllata dalla Dc,il partito di maggioranza.Solo nei primi anni '60(quando furono costituiti i primi governi di Centrosinistra)nacque "Tribuna Politica" e solo allora gli esponenti dei partiti d'opposizione ebbero una voce e un volto in tv.Ma,nonostante tutte queste alterazioni politiche,quella tv elaborò programmi formativi,con la finalità di elevare la cultura degli italiani.Sotto questo aspetto ebbe una enorme importanza la famosa trasmissione "Non è mai troppo tardi",pensata per alfabetizzare i moltissimi adulti analfabeti.Una trasmissione che ebbe grandissimo successo per le doti comunicative del conduttore,il maestro elementare Alberto Manzi.E nello stesso periodo ci fu la stagione degli sceneggiati a puntate,che erano riduzioni televisive di romanzi della letteratura mondiale("I promessi sposi", Il mulino del PO","I fratelli Karamazov"),anch'essi con l'evidente scopo di formazione culturale.In questo scenario,"Carosello"rappresentò un'oasi di divertimento.Ciascuno dei 5 pezzi di cui si componeva era costituito da una scenetta di pochi minuti cui seguiva la reclame del prodotto.Indimenticabili alcuni personaggi creati per "Carosello":Pappagone,Calimero,il tenente Sheridan e tanti altri,tutti interpretati da grandissimi attori:Ernesto Calindri,Peppino De Filippo,Totò,Vittorio Gassman,Alberto Lupo,Alberto Sordi,Ugo Togazzi,Nino Manfredi e Gino Cervi.Erano piccoli cammei artistici quelle scenette pubblicitarie interpretate da quel fior fiore di attori.E ancora oggi rimangono indelebili alcune invenzioni linguistiche e "frasi celebri" che con Carosello entrarono nel gergo comune.Il successo di Carosello spiega il suo ruolo e la sua importanza nell'evoluzione dei costumi e di comportamenti degli italiani.Negli anni del "miracolo economico",Carosello divertiva,insegnava a diventare consumatori di massa di beni di marca.Così gli italiani,fino allora abituati ad arrangiarsi col poco e comprare prodotti alimentari sfusi,anonimi,acquistati dal rivenditore sotto casa,furono indotti a comprare prodotti confezionati e di marca visti proprio a "Carosello" e scelti in prima persona,sugli scaffali dei supermarket.Si potrebbe forse dire che attraverso "Carosello" gli italiani furono introdotti,da un lato,alla lingua italiana(che uniformava in un'unica lingua i vari dialetti d'Italia)e,dall'altro,alla nuova "religione dei consumi",che permetteva di sentirsi moderni,al passo con il progresso.Quella nuova religione,però,fece sì che il grande pubblico si trovasse sprovvisto di strumenti "culturali" di autodifesa,così ingenuo e  acritico difronte alla seduzione delle immagini pubblicitarie.E' su questi temi che Pier Paolo Pasolini elaborò alcune bellissime considerazioni sulla società dei consumi,l'influenza della tv e l'omologazione ai modelli culturali allora predominanti.


L'ha detto la televisione!Era l'assioma che gli italiani usavano per la tv,che pure aveva fatto scoprir lo nuovi mondi e frontiere,ma che,al tempo stesso,li aveva svuotati di ogni spirito critico,anche per l'assenza di una (contro)informazione di una stampa invece omologata e servile.Forse il segreto del successo di Carosello era proprio questo:era tanto amato dai bambini, ma gli adulti ai quali si rivolgeva erano anch’essi,in un certo senso,dei consumatori–bambini,incapaci di comprendere i malesseri della società che comunque in quegli anni già c'erano (basti pensare agli scritti proprio di Pasolini o a quelli di Moravia)e che poi esplosero nelle contestazioni studentesche degli ultimi anni '60.Vien fatto,però,di pensare all'odierno mondo dei social,alle moderne manipolazioni dell'informazione,agli spionaggi informatici sulle elezioni degli Stati e dei governi,alle fake news e agli attacchi informatici.E vien fatto pure di pensare ai modelli di società distopiche disegnate da Orwell e Huxley(e chissà poi quanto lontane dal vero).Di fronte a tutto questo il mondo ingenuo e "bambino"di "Carosello" si fa davvero rimpiangere.

03 dicembre 2017

MAI PIU' ULTIMI

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Quest'anno è toccato a Caserta.Nella classifica delle province italiane in base alla qualità della vita del 2017,pubblicata ogni anno dal "Sole 24 Ore",Caserta è stata l'ultima tra tutte le 110 province italiane.I parametri sui quali "Il Sole" basa la sua ricerca sono i servizi,l'ambiente,la salute,gli asili,affari e lavoro e la popolazione.E non è che le altre province della Campania se la passino meglio.Benevento(la migliore)è al 95° posto su 110.Avellino al 102,Salerno occupa il 105esimo posto e Napoli è al 107 posto.E negli altri anni le province campane potevano tutt'al più scambiarsi qualche posto,ma tutte son sempre rimaste negli ultimi 10 posti.Caserta ultima,dunque.Eppure....Eppure Caserta è sede di una delle più straordinarie bellezze culturali,artistiche e architettoniche di tutto il mondo e cioè la Reggia di Caserta che qualche critico d'arte ha addirittura chiamato l'ottava meraviglia del mondo,non a caso proclamata patrimonio universale dall'Unesco.È una storia antica quella del palazzo,iniziato nel 1752 quando Carlo III di Borbone,re di Napoli,fa costruire una Reggia.Esso è un autentica meraviglia capace di far impallidire le corti più famose e fu progettato da uno dei più grandi architetti dell'epoca,Luigi Vanvitelli.La Reggia colpisce subito il visitatore con la sua facciata imponente.Occupa una superficie di oltre 60mila metri quadrati e al suo interno si contano 1200 ambienti,che includono il teatro di corte,copia in miniatura del San Carlo di Napoli.Parte integrante della maestosità e della bellezza della Reggia è il parco,composto da fontane e cascate.Ma tutto questo non è bastato a Caserta per evitare di essere l'ultimo Provincia d'Italia.Come non è bastato ad Avellino,Benevento, Napoli e Salerno,tutte ricchissime testimonianze di storia,arte e cultura,anch'esse sedi di molteplici monumenti e luoghi,dichiaraati patrimonio universale dall'UNESCO( http://www.italyzapping.com/siti-unesco-campania/ )ad essere classificate tra le ultime province d'Italia.
Purtroppo,però,non può dirso che la classifica del "Sole" sia ingiusta o infondata.Purtroppo la qualità della vita a Caserta,come quella di tutta la Campania,è quella "narrata" dai fatti di tutti i giorni.E i fatti sono quelli dei ragazzini di 15-16 anni di clan cammorristici che ammazzano per le strade delle città in pieno giorno gli appartenenti ai clan avversari.E i fatti di Caserta,come pure di Napoli o di Salerno,di Avellino o di Benevento sono tutti quelli connessi ad una gestione affaristica e criminale della cosa pubblica da parte di una politica malavitosa,ladra e corrotta che allunga "le mani sulla città" come nel film di Francesco Rosi.
 

 


Ecco allora le selvagge speculazioni edilizie,gli scempi ambientali,i conseguenti disastri idrogeologici,le violenze alle spettacolari bellezze naturali di questi luoghi. E tutto questo in una Terra che già soggiace ad altissimi rischi sismici,come l'Irpinia dimostra,ed in previsione di quella tremenda data,che purtroppo si approssima,con la prevista,devastante eruzione del Vesuvio.Sì,è vero,è questa,purtroppo,la qualità della vita oggi in Campania.Ma è anche vero che dobbiamo essere noi campani a cambiare il nostro modo di essere ed agire.Dobbiamo avere - come dice Kant - il coraggio di uscire dal nostro attuale "stato di minorità" nel quale ci troviamo a causa delle nostre pigrizie,delle nostre viltà,di quella mancanza di reazione e ribellione alle angherie subite.Ci manca il coraggio di servirci della forza del nostro intelletto,non abbiamo la consapevolezza né l'orgoglio della nostra storia e della nostra cultura,rivivendo la quale saremmo uomini liberi davvero.Avremmo la possibilità così di opporci allo strapotere di ogni Stato etico che ci dica cosa fare e come essere,e sapremmo reagire alle prepotenze di un ceto politico ladro e corrotto che impedisce di esercitare le capacità all'intelletto di queste genti d'antica e nobile civiltà.Uscire dalla minorità intellettuale.Per essere liberi,per non essere più ultimi. 
 
IL FILMATO SULLA REGGIA DI CASERTA E' STATO TRATTO DA YOU TUBE E QUINDI RINVENIBILE SUL WEB.