14 ottobre 2016

DYLAN ED OMERO

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E allora il Premio Nobel per la letteratura 2016 è andato a Bob Dylan.L'annuncio ha destato nella comunità letteraria internazionale una,per usare un eufemismo,"forte perplessità".Dylan ha battutto i superfavoriti:dal poeta siriano Adonis al romanziere keniano Ngugi Wa Thiong,dall'eterno candidato Piliph Roth(in questi giorni è in uscita nelle sale cinematografiche italiane il film tratto da uno dei suoi libri:"Pastorale Americana" https://www.youtube.com/watch?v=fhvfKnA_cjo ) Don De Lillo("Underworld" il suo capolavoro") allo scrittore giapponese Haruki Murakami("1Q84","Kafka sulla spiaggia")a Thomas Pynchon ("V." "Vizio di forma","Vineland").Per alcuni la decisione del comitato Nobel "è stata sprezzante nei confronti degli scrittori".E altri:"Dylan mi piace,ma dov'è il lavoro letterario?Analogamente lo scrittore italiano Baricco ha detto che se Dylan ha vinto il Nobel per la letteratura,allora lo potrebbe vincere anche un architetto.E la vittoria di Dylan è arrivata proprio mentre i colossi della letteratura Usa aspettano da anni un Nobel:Philip Roth,Joyce Carol Oates,Don De Lillo e Thomas Pynchon(ma si sa che il comitato dei Nobel non ha mai visto di buon occhio gli scrittori americani)mentre scrittori del calibro di Jorge Luis Borges sono stati ignorati in vita dall'Accademia svedese.Lo scrittore scozzese Irvine Welsh,autore di "Trainspotting",da Twitter si è scagliato con ferocia contro gli accademici di Svezia e contro il premio assegnato al poeta rock:"Sono un fan di Dylan,ma questa è nostalgia mal concepita scaturita dalle prostate rancide di hippies senili,farfuglianti" ha scritto.In effetti ad onor del vero e a molto modesto avviso di chi scrive,i temi delle canzoni di denuncia sociale di Dylan sono un po' datate;antiretoriche,certo,ma rappresentano pur sempre lo spirito di tempi e di epoche sociologiche e storiche passate,che una vita fa raccontavano delle aspirazioni ad un mondo migliore,del rifiuto della guerra(erano ancora i tempi della guerra in Vietnam e oggi parliamo di Isis,di rapporto tra religioni,di multietnicità e perfino della reale sopravvivenza del concetto di Democrazia)della ricerca di un'identità per i giovani.E allora nasce il dubbio,rimane la domanda.Letteratura e musica sono cose distanti e non intercomunicanti?Non so.Entrambe suscitano emozioni e sentimenti.Però credo che la musicalità di una pagina di un libro non ha bisogno di strumenti per espimersi:è immediata,senza dispositivi come altoparlanti o amplificatori,non ha bisogno di "traino" sonoro.Per dire:Dante o Virgilio li può decantare chiunque,senza l'accompagnamento di cetra o clavicembali.Ma le canzoni(e l'eventuale poesia che esse esprimono)richiedono il necessario traino musicale ed in più conta  la  vocalità individuale dell'artista e la sua capacità di "fare spettacolo" sul palcoscenico;si esclude,così,il carattere "aperto"e universale della poesia.In ogni caso la questione dei rapporti tra musica e poesia(come una delle forme delle letteratura)rimane aperta.Quello che però non si può sopporatare è quello che ha detto Sara Danius,segretaria dell'Accademia Svedese nello spiegare del perché del Nobel a Dylan ha quasi cercato una "excusatio non petita"che sfocia in una "accusatio manifesta":"Spero non ci siano critiche per questo premio"-ha detto la Denius-spiegando che "assegnare il Nobel a Bob Dylan non è un atto rivoluzionario.Può sembrarlo, ma se si guarda indietro a 2.500 anni fa,si incontrano poeti come Omero o Saffo che scrissero testi che dovevano essere interpretati o ascoltati anche con l'accompagnamento di strumenti musicali.Lo stesso accade con Bob Dylan.Noi leggiamo ancora Omero e ci piace,anche Dylan può e dovrebbe essere letto oggi,perché è un grande poeta".No,signora Denius.Non si renda ridicola.Lasci stare.Si faccia spiegare prima chi era e come faceva poesia Omero e poi ne riparliamo.

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