26 settembre 2015

70 ANNI INUTILI






Quest'anno le Nazioni Unite(ONU) "compiono" 70 anni.Se si volesse fare un consuntivo di quello che l'ONU ha fatto in questi 70 anni,la risposta sarebbe facile:NIENTE.Già nel 1945,quandola carta dell'ONU fu firmata,Winston Churchill annotò nei suoi diari che il tutto gli sembrava “la premessa di una babele".Figuriamoci cosa direbbe oggi Sir Winston.I principi fondanti dell'ONU erano quelli di:"mantenere la pace e la sicurezza internazionale,risolvere  le situazioni che potrebbero portare a "una rottura della pace" ;promuovere il rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali di tutti gli individui".Ma la realtà,in questi 70 anni,è stata tutt'altra.Già negli anni della Guerra Fredda l'ONU non è riuscito a risolvere alcuna crisi.Poi ha perso l’onore.Nella ex Jugoslavia,soprattutto,dove i caschi blu sono stati spettatori inerti di un massacro durato dieci anni.Nella Storia resteranno sempre come una vergogna per l’Onu il nome della città di Srebrenica,la cittadina bosniaca la cui popolazione fu brutalizzata e uccisa dai serbi sotto gli occhi dei “soldati blu”,e quello di Sarajevo, una capitale sotto assedio, con i civili in balia dei cecchini.Dalla Somalia al Ruanda passando per l’ex Jugoslavia,l’Onu non è mai riuscita a fare qualcosa di buono.Anzi.È servita alle parti a prendere tempo mentre i cannoni tuonavano.E sui diritti umani l'ONU è stata umiliata da una bambina di 12 anni,Malala Yousafzai,Premio Nobel per la Pace,che ha mostrato,lei sì,quale coraggio bisogna avere per affermare il diritto delle donne all'istruzione anche nelle terre afghane. Il Palazzo di Vetro è ormai un palazzone evanescente, che serve a nutrire se stesso e la propria burocrazia.Fa qualcosa solo qualche sua agenzia(le poche che funzionano,come l'Unicef)ma con un divario tra fondi investiti e fondi che realmente finiscono ai destinatari,perdendosi il grosso nei corridoi del Palazzo per foraggiare una struttura burocratica elefantiaca e le varie parentopoli clientelari che si aggirano dentro quei corridoi.Perfino Amnesty international  parlando dei “fallimenti miserabili” dell’occidente,se la prende anche con le Nazioni Unite.Se il 2014,scrive Amnesty,è stato un anno terribile,“catastrofico”,se le stragi di civili sono sate tremende,la colpa,è anche dell’Onu.Anche Papa Francesco,parlando al Palazzo di Vetro,ha detto che l'ONU "va cambiata" affinché sia utile alle necessità dei popoli.
L'ONU è fallita,senz'altro.Bisogna dirlo chiaramente,senza ipocrisie.Rispetto alle grandi questioni come la sicurezza e la pace,l’Onu è un ente inutile:ha tradito lo spirito e i principi della Carta istitutiva,come dimostrano i numerosi disastri e gli scandali,dal genocidio in Ruanda del 1994 alla corruzione come nel caso del programma umanitario "Oil for Food".C'è bisogno di un nuovo modello di azione perché l'ONU è ancora figlia della guerra fredda.Oggi il mondo è cambiato,non c'è più il bipolarismo del dopoguerra Est-Ovest.Le frequenti crisi locali richiedono interventi che negli ultimi anni solo gli Stati Uniti hanno dimostrato di saper operare.

La democrazia,come diceva sempre Winston Churchill,"é la peggior forma di governo,eccezion fatta per tutte le altre forme che si sono sperimentate sinora,ed é bene che diventi un "vizio",nella speranza che sia difficilissimo poi smettere".Nella speranza che quel "vizio" contagi sempre più vaste aree del mondo,la cosa migliore,forse,almeno per il momento sarebbe un altra.Sarebbe forse un bene che le democrazie se ne stiano per conto loro,fuori da Organismi Internazionali,creando una loro organizzazione lottando per imporre la democrazia contro le dittature.Perché,ormai s'é capito,l'ONU è inutile,corrotta.E' più che altro una provococazione,certo.Ma quello che è auspicabile è che "questa" ONU,così come é oggi,non ci sia più.Perchè i 70 anni di "questa" ONU sono stati 70 anni inutili per la pace e per i diritti dell'Uomo nelle varie parti del mondo.

19 settembre 2015

IL "LEONE" E L'AGNELLO

Ancora un suicidio di un ragazzo,vittima del "cyberbullismo",cioè del bullismo esercitato anonimamente sulla Rete.E di nuovo ritornano gli interrogativi sul ruolo dei social network e della Rete.I "cyberbullisti" sono gruppi di scellerati che sfruttano le fragilità altrui per trarne godimento,senza il minimo scrupolo.E' impressionante la quantità di soggetti sui social che nutrono malvagità interiore e la sfogano sulla rete perché non avrebbero mai il coraggio di farlo faccia a faccia.Sono i cosiddetti "leoni" della Rete che in genere hanno una vita frustrata, insoddisfacente ma dietro a una tastiera si sentono "leoni",appunto,per fare del male a persone psicologicamente fragili,a incrudelirsi contro l'Agnello virtuale.Purtroppo questi non sono casi limite ma la punta di un iceberg di un malessere sempre più diffuso tra gli adolescenti protagonisti,ma anche vittime,dei social network.Da studi e statistiche si è rilevato come un'alta percentuale di ragazzi passi molte ore al giorno su Internet, con una grande partecipazione ai social network, Facebook in testa. E la tendenza a manipolare,profili,foto e messaggi sta diventando un'occupazione sempre più diffusa.Il cyberbullismo è caratterizzato da un indebolimento delle remore etiche e "crea" "un'altra persona" online.E così questa diversa "persona" on line fa e dice online cose che non farebbe o direbbe nella vita reale.La vittima diventa ancora più fragile ed esposta.Tra gli effetti di questo fenomeno ci sono nella vittima bassa autostima,depressione, ansia,paura,frustrazione,problemi scolastici e familiari.Ma Internet è ormai parte costituiva dell' identità sociale e personale di ognuno di noi,fa parte della nostra vita e del nostro lavoro,assume significati e modalità diverse a seconda dell'età,dei fattori sociali,psicologici e culturali.La Rete offre la possibilità di condividere interessi e aggregarsi ad altre persone,superando con la velocità di un click confini spaziali e temporali.Con i "social" si hanno contatti con amici di tutti i giorni,si mantengono,anche se da lontano,le amicizie "reali" maturate nel tempo.Tramite Internet si sperimentano molteplici e infinite identità, con passaggi continui tra mondi virtuali e reali.Ma accanto a questi aspetti, come sempre, ne esistono altri negativi,con il rischio concreto di isolarsi dal mondo reale.Navigando su Internet i ragazzi possono imbattersi in contenuti falsi e mistificatori,oppure essere influenzati da valori e modelli di comportamento inadeguati o dannosi,diventare,appunto,vittime di cyberbullismo o essere adescati da adulti potenziali abusanti.Ecco.Sul tema di Internet c'è l'esigenza di conoscere meglio il fenomeno e di apprendere qualche possibile orientamento educativo.C'è da vedere il vissuto quotidiano degli adoloscenti nelle famiglie,nella scuola,che poi significa anche andare a rivedere modelli e indici comportamentali di questa nostra società.Famiglie disgregate da affetti sempre più effimeri e superficiali tra i soggetti.E poi la crisi economica di questi anni,che ha portato ad un abbassamento economico,sociale ma anche valoriale nella vita dei soggetti,soprattutto quando questi vengono espulsi dal mercato del lavoro,con i giovani senza occupazione e senza futuro davanti.Forse una riflessione su tutto questo potrebbe portare a modelli e stili di vita diversi,non più fondati sull'Effimero e sull'Apparire,ma sostanziati nel valore dell'Essere.E forse così saranno possibili nuovi modelli relazionali e affettuali,reali e virtuali.Senza i "Leoni" della Rete.

13 settembre 2015

DIRITTO AD AVERE DIRITTI


La vicenda è nota.Mentre cammina per i viali dell'università romana "La Sapienza" la studentessa Marta Russo viene colpita alla nuca da un colpo di pistola. Dopo 5 giorni di coma, Marta muore. Le indagini sull’omicidio conducono a 2 assistenti della cattedra di Filosofia del Diritto dell’Ateneo:Giovanni Scattone e Salvatore Ferraro.I due si proclamano innocenti.Il processo si conclude in Cassazione dopo 5 gradi di giudizio:Scattone è condannato in via definitiva per omicidio "colposo" a quasi 6 anni di reclusione.
Il processo diede luogo ad infinite polemiche.Anzitutto per il comportamento intimidatorio degli inquirenti nei confronti degli indagati e dei testimoni.Ma anche perché tutto l'impianto accusatorio dei pm non resse in alcuna sede di giudizio.Gli inquirenti non riuscirono mai a dimostrare davanti a una Corte la tesi dell'omicidio volontario,pur avendo fatto ricorso alle teorie più incredibili come quella del "delitto perfetto" o al mito nietzschiano del Superuomo. E così,alla fine i pm dovettero "contentarsi" dell'omicidio colposo perché avevano confuso prove,testimonianze,intercettazioni,perizie.Scattone venne quindi condannato per omicidio colposo e non volontario come invece chiedeva l'accusa.Delitto colposo:equiparabile a un delitto per caso,accidentale,commesso per sbaglio o per errore.Se per la Giustizia è stato lui a uccidere,per quella stessa Giustizia non aveva l'intenzione di uccidere;se ha sparato,l'ha fatto maneggiando incautamente una pistola(peraltro mai ritrovata).Scattone ha scontato interamente la pena senza beneficiare di amnistie o condoni.Ed è quindi,a tutti gli effetti, un libero cittadino.Per di più per la sua buona condotta è stato formalmente riabilitato dal Tribunale di Roma.Ora la stampa torna ad occuparsi di Scattone perché,grazie anche alla renziana legge della #buonascuola,diviene titolare di cattedra di psicologia in una scuola di Roma.E succede il finimondo.Ora gli si imputa una nuova "colpa".Lo si ritiene "inadeguato" a stare a contatto con dei giovani studenti.In più gli si contesta il mancato "pentimento" per l’uccisione della ragazza.Ma perché Scattone dovrebbe scusarsi se continua a proclamarsi innocente?Resta il fatto che Scattone oggi è un uomo libero che ha il diritto di tornare a vivere pienamente la sua vita.E invece no.Per certi benpensanti e certa cultura forcarola italiana,Scattone era,è e sarà sempre l'"assassino",continuerà a portare impresso a fuoco il marchio per un delitto per il quale magistrati a dir poco superficiali non son stati capaci di raccogliere prove convincenti sulla sua colpevolezza.Ma bene o male siamo in uno stato di diritto;e uno stato di diritto,oltre che garantire un "giusto processo",deve anche assicurare il "diritto ad avere diritti" al condannato che ha scontato la pena.Uno Stato liberale in senso lato,deve farsi carico di assicurare anche i diritti di quelli che sono stati condannati in maniera più o meno credibile da un lavoro approssimativo di una magistratura che voleva ad ogni costo condannare il Mostro Scattone.Una società libera dovrebbe preoccuparsi non solo della pur minima possibilità che un innocente sia stato ingiustamente perseguitato e condannato,ma anche di un colpevole che, avendo scontato la sua pena,venga riabilitato.Accanirsi contro il tentativo di Scattone di tornare alla normalità significa che lo Stato stesso non è più "normale".E uno Stato che non assicura più il diritto dell'individuo ad avere diritti è uno Stato che sta entrando(se già non vi è entrato)nella buia Notte della Ragione,nel cupo Tempo dei Diritti Negati.Gran brutta notte,gran brutto tempo sarà quella Notte e quel Tempo.


07 settembre 2015

UNA PICCOLA "DEFAILLANCE"

M'ero ripromesso di scrivere ogni mese un post sulla malagiustizia italiana.In fondo non è poi così difficile scrivere un post sullo scempio della Giustizia e del Diritto che in Italia si sta compiendo ad opera di magistrati e politici.Non è difficile perché di materiale per scrivere un post sulla malagiustizia ce n'è a iosa.Stavolta,però,il post è come se non lo scrivessi io.E' come se lo scrivessero altri.E' come se lo "scrivessero",diciamo così,gli stessi giudici,o almeno da quella (piccola parte)di giudici che ancora "stendono" sentenze secondo i dettami di uno Stato di diritto,che cercano di assicurare davvero i diritti dell'imputato,secondo i principi di una democrazia liberale.Ecco,è come se questo post lo scrivessero quei magistrati che hanno depositato le motivazioni della sentenza che ha assolto Raffaele Sollecito e Amanda Knox,per l'omicidio della studentessa Meredith Kercher.Una sentenza che nell'assolvere Sollecito e la Knox,ha "condannato" senza appello quella magistratura italiana che,nella sua ottusa arroganza,nel suo ritenersi casta intoccabile,sempre alla ricerca di una rilevanza mediatica,aveva già condannato con prove irrilevanti,addirittura senza movente  i due ragazzi.
Così scrivono i giudici della Cassazione:"A carico di Amanda Knox e Raffaele Sollecito, accusati dell'omicidio di Meredith Kercher, manca un "insieme probatorio" contrassegnato "da evidenza oltre il ragionevole dubbio".Lo afferma la Cassazione nelle motivazioni dell'assoluzione dei due ex fidanzati  .
"Clamorose defaillance nell'inchiesta".Secondo la sentenza della Cassazione il processo per l'uccisione di Meredith ha avuto "un iter obiettivamente ondivago, le cui oscillazioni sono, la risultante anche di clamorose defaillance o 'amnesie' investigative e di colpevoli omissioni di attività di indagine"."Se non ci fossero state tali defaillance investigative,e se le indagini non avessero risentito di tali "colpevoli omissioni", si sarebbe consentito di delineare un quadro, se non di certezza, quanto meno di tranquillante affidabilità,nella prospettiva vuoi della colpevolezza vuoi dell'estraneità" di Knox e Sollecito.Imputati assenti(!!!!!! n.d.b.) da scena del delitto". E' un dato "di indubbia pregnanza" a favore di Knox e Sollecito - "nel senso di escludere la loro partecipazione materiale all'omicidio, pur nell'ipotesi della loro presenza nella casa di via della Pergola",la "assoluta mancanza di tracce biologiche a loro riferibili" nella stanza dell'omicidio o sul corpo della vittima."Il clamore mediatico non ha giovato".Per la Cassazione "l'inusitato clamore mediatico" del delitto Kercher e i "riflessi internazionali della stessa vicenda, non hanno "certamente giovato alla ricerca della verità" provocando una "improvvisa accelerazione" delle indagini "nella spasmodica ricerca" di colpevoli "da consegnare all'opinione pubblica internazionale".
Ad avviso sempre della Cassazione "la riscontrata imputabilità delle tracce a profili genetici della Knox si risolve in un dato non univoco ed anzi indifferente, dato che la giovane statunitense conviveva con il Sollecito, dividendosi tra la sua abitazione e quella di via della Pergola", spiega la Cassazione nelle motivazioni dell'assoluzione di Knox e Sollecito.Ecco,un altro caso di malagiustizia all'italiana è compiuto.Ma quello che è assurdo,che assume aspetti di incredibile ed inaudita gravità è che tutte le indagini,tutti i sopralluoghi,tutti i rilievi di dna e quant'altro,sono stati fatti con i due ragazzi chiusi in carcere per ben 4 anni (quattro !!!!).Chiusi in carcere come se fossero già stati condannati.Ora Raffaele Sollecito ha annunciato che chiederà il risarcimento dei danni per "ingiusta detenzione".Certo,è il minimo che un innocente(dichiarato tale da 3 gradi di giudizio)possa fare.E Sollecito magari sarà anche risarcito.Ma quei giudici e quegli investigatori dove sono adesso?Cosa pagheranno in termini economici e professionali?Nulla,si sa già.Ad essi però una domanda:sapete cosa significa buttar via 4 anni della propria vita dentro le mura di un carcere e soprattutto di un carcere italiano? E se un giorno,in questo maledettissimo sistema criminale giudiziario italiano entraste anche voi?E se anche voi un giorno rimarreste impigliati per 4 anni in questa macchina infernale che avete costruito con la "vostra" giustizia?

03 settembre 2015

SOLO UN AQUILONE




Storie,tante storie.Ma poi alla fine ti accorgi che non son le storie, ma che è la STORIA che si ripete.Le storie di bambini,la Storia dell'Umanità che si ripete, sempre uguale,sempre identica. L'altroieri in Polonia nel Ghetto di Varsavia, ieri in Vietnam, oggi in Turchia.Ma la Storia non cambia,perchè è l'Uomo che non cambia.Ce lo dicono quelle foto di quei bambini piangenti,terrorizzati,disperati,e poi morti che cercano di scappare lontano,che corrono via lungo le (violente)strade delle tante, troppe guerre in tutti gli angoli del mondo. E' la Storia, in realtà.E' l'Uomo che infine,era e rimane criminale, disumano, violento,che per i suoi interessi economici o per i suoi deliri di onnipotenza,continua a commettere brutalità e barbarie contro l'altro Uomo,su altri popoli,su altre,diverse civiltà.E in questi orrori c'è l'orrore più grande,quello delle eccidi fisici e morali sui bambini,violati nel loro bene più grande che è l'innocenza;che sono depredati del loro diritto a sperare nei Grandi,negli Uomini,a sperare di avere,di vivere un'altra vita, altra e diversa rispetto a quella che l'Uomo vuol loro dare.Quante altre foto di bambini come quelle, come questa raccapricciante che stiamo vedendo in queste ore sul lido di una spiaggia,dobbiamo ancora continuare a vedere per sperare che l'Uomo cambi ?
Adesso tutti inorridiamo davanti la foto di Aylan innanzi alla foto di un bimbo a pancia in giù sulla battigia delle spiagge della Turchia,dove magari avrebbe sognato di giocare insieme al fratellino,anch'egli morto,o con altri bambini come lui.Ma tra qualche giorno ci saremo già scordati di Ayland e dei tanti, troppi bambini che ora ci guardano chiedendo, implorando qualcosa con i loro silenzi,dietro quei visi sui quali è scomparso ogni forma di sorriso. Di qui a qualche giorno  finiremo di indignarci e di provare raccapriccio e torneremo alle nostre vite egoiste di ogni giorno. Fino alla prossima foto di un bambino violato, di un altra storia di bambino che voleva solo sognare, che voleva solo vivere una vita di gioia e felicità. E che magari voleva solo correre sulla riva del mare inseguendo e guardando il suo aquilone lassù, in alto nel cielo.