28 maggio 2015

S-CATENATI








Quello sopra è il simbolo della Lista elettorale "Vittime della Giustizia e del Fisco".E' una lista ispirata da Arturo Diaconale,Direttore del giornale "L'Opinione",gloriosa e antica testata nel panorama dell'editoria liberale italiana già dai primi anni dell'Ottocento.
La lista viene proposta solo in Campania,dove presenta propri candidati e dove è apparentata con altre liste di centrodestra.Non è questo,però,il punto, non per questo la lista è appoggiata da questo blog. Destra, sinistra, centro sono categorie che non hanno più senso in politica,alla luce delle trasformazioni sociali,tecnologiche ed industriali nel contesto di una economia globalizzata.Magari,"Vittime della Giustizia e del Fisco" non riuscirà ad eleggere propri rappresentanti.Epperò chi in questa lista ha deciso di candidarsi,mettendoci la faccia,è la testimonianza che c'è ancora un altro modo di intendere la politica,un modo diverso di "pensare" la politica,diverso e distante dall'odierno,squallido spettacolo del sistema partitocratico italiano.
Questo blog sostiene questa lista per le parole che in essa sono riportate: "Vittime della Giustizia e del Fisco".Per il significato ed il valore che quelle parole assumono per la difesa dei diritti del cittadino-imputato e del cittadino-contribuente,per la difesa dell'individuo in una autentica società liberale,in un vero stato di diritto.
Queste cose oggi in Italia non ci sono,in Italia non c'è una Giustizia Giusta,nè un Fisco Giusto.C'è vessazione e sopraffazione dello Stato Leviatano e del Sistema Giudiziario sui  diritti dell'individuo. Nessuna garanzia,nessuna certezza del diritto viene assicurata oggi in  Italia al cittadino e all'individuo.Nessuna presunzione di innocenza.Lo Stato considera il cittadino un evasore  a prescindere,la Giustizia considera il cittadino colpevole,senza bisogno di prove.Poi,magari,sarà accertato che il cittadino non è evasore che il cittadino non è colpevole.Ma questo avverrà solo dopo,molto dopo,dopo anni e anni,durante i quali,intanto,il contribuente e l'imputato vengono stritolati dai perversi meccanismi di una macchina statale e giudiziaria, vivendo anni della propria vita tra mostruosi processi kafkiani.
E' per questo, "solo" per questo che questo blog sostiene questa lista,perchè nessuno di noi subisca mai persecuzioni fiscali o giudiziarie.Perchè ognuno di noi sia "S-CATENATO" nella difesa dei diritti dell'individuo,nella difesa dei "propri" diritti.. 

25 maggio 2015

"QUESTO" MONDO





Cent'anni fa,il 24 maggio 1915,l'Italia,proclamando guerra all'Austria,entrava in uno dei più sconvolgenti e spaventosi conflitti bellici che la Storia abbia mai vissuto:la Prima Guerra mondiale.Essa vide coinvolti dapprima quasi tutti i Paesi europei,ma ben presto ne vennero coinvolti moltissimi altri,come gli Stati Uniti ed il Giappone,per ricordarne solo i più importanti.Bastano solo alcuni numeri per descrivere la drammaticità della Grande Guerra": le cifre più accettate parlano di un totale,tra militari e civili,compreso tra 15 milioni e più di 17 milioni di morti e di 1 milioni e 240mila italiani,tra militari e civili.
Sicuramente una delle voci che meglio raccontò l'orrore di quella guerra e di tutte le guerre in genere,fu quella dello scrittore americano Ernest Hemingway nl suo famoso romanzo:"Addio alle armi".Le descrizioni del primo conflitto mondiale che Hemingway fa sono crude e lancinanti.Quando descrive la realtà non la edulcora,lascia che sia il lettore a rendersi conto,ad inorridire davanti alla drammaticità dei fatti.Un esempio su tutti di questa particolare caratteristica si trova nelle pagine dedicate alla ritirata,una fuga insieme lenta (fisicamente) e precipitosa (a livello mentale).Lo scrittore non lo dice direttamente,ma è proprio la descrizione di questa fuga caotica e sconvolta che ci mostra quanto la guerra sia insensata, attraverso frasi come "La sera dopo incominciò la ritirata. [...] Non c'era più disordine che in un'avanzata".E' una palese polemica contro la guerra e solo chi non ha la forza e la voglia di "pensare" non riesce a chiedersi per quali motivi si combatta e soprattutto quale possa essere l'interesse nel continuare a farlo.Perchè il combattere non è un dovere verso la patria o la famiglia,o come il sostegno ad un'ideologia:tutti i soldati sono esseri umani,che combattono perché sono lì, perché fuggire è pericoloso e potrebbero imprigionarti,fucilarti,in sintesi perché era un dovere imposto con ferocia.Nessuno, in Addio alle Armi, sente la guerra come qualcosa di giusto.Solo come qualcosa che esiste da abbastanza tempo da dover essere accettata.
Il titolo del romanzo sembra voler simboleggiare due cose:la diserzione di Henry,il protagonista del romanzo,non è solo il rifiuto della guerra,ma è anche la storia di un uomo che si allontana dal conflitto bellico alla ricerca di una nuova vita attraverso l'amore per un'altra persona.
Senza la spinta della guerra,l'uomo deve trovare un nuovo insieme di valori a cui aggrapparsi;nel caso di Henry può essere l'amore per Catherine Barkeley a "liberarlo".
Ma evidentemente un'altra vita l'Uomo non è(ancora)riuscita a darsela e non riesce a darsela o non vuole  darsela,se è vero che un'altra spaventosa guerra(la Seconda)di lì a qualche anno sarebbe scoppiata;se ancora oggi altre spaventose guerre e conflitti etnici,religiosi,nazionalistici continuano a sconvolgere il Mondo,"Questo" nostro Mondo.

24 maggio 2015

LA VERA PREOCCUPAZIONE










Solo qualche ora e l'antica Palmira non ci sarà più,distrutta dalle bombe dell'Isis,dalla bestialità e dall'abominevole brutalità degli esseri(uomini certo non sono)dell'Isis.Ancora qualche giorno e la grandiosità della cultura che ebbe sede a Palmira,dichiarata Patrimonio universale dell'Unesco,non ci sarà più.
E pensare che Palmira è (era)famosa soprattutto per una sua regina,Zenobia.Alcune ricerche storiografiche la descrivono molto bella e dotta.Sotto il regno di Zenobia,Palmira divenne un luogo di tolleranza,in cui religioni anche molto diverse tra loro convivevano in pace; un luogo di cultura,dove le arti venivano esercitate liberamente e ai massimi livelli;e un luogo di commerci, dove benessere e ricchezza erano a portata di molti.Ecco,appunto:la tolleranza,la convivenza di religioni:proprio quello che la Bestia Immonda e Sozza dell'Isis sta distruggendo,volendo scientemente distruggere.
Zenobia era colta,dotata in campo politico e poliglotta:conosceva,oltre all’aramaico,sua lingua madre,anche l’egiziano,il greco e un po’ di latino. Esempio di virtù, era amata dai suoi sudditi e manteneva una corte fastosa, frequentata da intellettuali e filosofi.
La riscoperta di Palmira avvenne ad opera di alcuni mercanti inglesi che decisero di tentare di scoprire la collocazione delle splendide rovine nel deserto descritte da diversi racconti arabi. La prima spedizione fallì,ma la seconda,nel 1691,fu un successo,anche se ci vollero altri sessant’anni perché una comitiva di disegnatori, guidata da due inglesi, visitasse le rovine. 
Nel 1753 venne pubblicato un blocchetto di schizzi, Les Ruines de Palmyra, autrement dite Tadmor au dèsert, che attirò l’attenzione degli studiosi.E,verso la fine del XIX secolo,il sito cominciò a essere studiato in modo scientifico:prima vennero copiate e decifrate le iscrizioni, poi cominciarono gli scavi archeologici.
Tra qualche ora tutto questo non ci sarà più.Non avrà più vita,non darà più vita.Perchè la Storia e la Cultura danno Vita e significato all'Uomo ed alla sua esistenza.Potremo guardare Palmira e ricordare il suo tesoro di Cultura solo con fotografie come quelle in cima al post.
Nel frattempo continueremo a sentire i belati degli USA di Obama,delle Nazioni Unite e della Comunità Europea che continueranno a dire:"Desta viva preoccupazione l'avanzata dell'Isis in Siria e Iraq".Già."Viva preoccupazione".Ma la preoccupazione vera non è solo quella per l'Isis.La preoccupazione vera e il disgusto è per quello che è divenuto oggi l'Occidente.Ma questa è un'altra storia,è la storia del mondo occidentale oggi.Ed è una storia che qualcuno,che una certa Oriana aveva già scritta. 

17 maggio 2015

DIETRO LA FOTO

Foto ricordo fuori dall’ospedale di Sassari
Un infermiere di Emergency che fino a qualche giorno prima prestava servizio nel Centro di cura dei malati di Ebola in Sierra Leone,è risultato positivo al test eseguito presso l'Ospedale specializzato in malattie infettive.“Lazzaro Spallanzani” di Roma.Quello dell'infermiere è il secondo caso in Italia dopo quello di Fabrizio Pulvirenti, un medico, anche lui di Emergency, che si è ammalato lo scorso novembre e che è stato curato nello stesso ospedale 
E' così scattata la procedura per l’isolamento,come prevista dai protocolli del ministero della Salute."Non c'è nessun rischio legato all'infermiere sardo contagiato dal virus Ebola,si è affrettata a dichiarare il Ministro della Salute Beatice Lorenzin."Sono state seguite tutte le procedure", ha spiegato il ministro.Sarà.Però a tanti milioni di italiani è sembrato di vedere che mentre gli operatori sanitari si muovevano impacciati in quella specie di scafandri bianchi, c'erano,tutt'intorno molte altre persone,senza scafandri,nè mascherine e tantomeno camici.Solo gente di passaggio che si fermava a guardare incuriosita,come se si fosse alle riprese di un film .Non so come funziona in questi casi.Forse il protocollo operativo prevede anche visite guidate ed "osservatori" esterni,per così dire,ma insomma,qualche dubbio mi rimane.Ma quello che ha fatto davvero scalpore e che ha suscitato più polemiche è stato vedere  alcune immagini di una televisione sarda "Videolina.it"  durante il trasporto del paziente all'Ospedale di malattie infettive "Spallanzani" di Roma.In quelle immagini si vedono alcune persone di passaggio che scattano della fotografie con il cellulare, mentre il paziente si trovava in una barella superprotetta trasportata da personale anch’esso ben protetto.Forse anche "immortalare" queste immagini fa parte delle procedure della Lorenzin.
Al di là del caso specifico,comunque,quello che più disgusta è vedere quel filmato,quella gente.E' vedere il cinico distacco,la brutale violenza morale contro la vita di una persona che proprio in quel momento ti passa davanti nel momento del dolore,della sofferenza,della debolezza fisica e psicologica.Non c'è niente che conta in questa bieca società dell'Immagine,se non l'Immagine stessa.Quella foto,magari,poi finirà negli oceani della Rete o caricata sui video web,sulle pagine dei social network.E allora capisci che dietro a quelle foto c'è il Niente.,ma non c'è più l'Uomo,non più l'Umanità,in quelle foto.C'è il Niente dietro quella foto.Del resto quando i governanti e i padroni del vapore di questo nostro Tempo sanno parlare solo con cinguettii ed hashtag e non con passione al cuore e al cervello della gente non può che accadere questo.Non c'è più Essere,non più Vita,in queste nostre vite d'oggi.Non sappiamo più essere "Esseri".Siamo ridotti solo a Sembianza,ad un sembrar d'essere.Siamo,invece, solo una piccola,misera foto sbiadita.

10 maggio 2015

UN' IDEA DI GIUSTIZIA

In Italia son tante,son troppe le cose che non vanno.Son tanti i problemi,tante le criticità del sistema Paese che si trascinano da decenni e decenni, senza che mai una politica seria, senza che mai governi capaci e credibili abbiano nemmeno tentato di por mano a qualche minimo accenno di riforma.Già,riforme.Perchè è quella la parola magica attorno alla quale girano i destini di questo Paese.Riforme.Cioè cambiamento,cioè mutazione,cioè modificazione.Cioè superamento dell'esistente per avere uno Stato e delle Istituzioni più pronte a rispondere alle sfide globali che le nuove forme di economia,i nuovi modelli tecnologici e sociali impongono di affrontare in maniera veloce,con risposte adeguate,nuove ed efficaci.
Troppe le riforme necessarie mai fatte in Italia.Il sistema sanitario e quello del mercato del lavoro.Il sistema pensionistico e quello della pubblica amministrazione.Istituzioni più vicine all'individuo ed al cittadino.Un sistema fiscale più equo e più giusto.Ma,forse,quella che è la Riforma delle Riforme,quella dalla quale discende la possibilità concreta di riformare e migliorare tutte le altre criticità del sistema Paese,è la Riforma della Giustizia.Perchè riformare la Giustizia italiana significa por fine ai privilegi della Casta più forte e più arrogante d'Italia,quella dei Giudici.Perchè por mano alla Giustizia significa far ripartire l'economia del paese,di dare occupazione e lavoro alla gente,perchè investimenti e lavori pubblici non necessitano sempre e comunque di tangenti,corruzione,corruttele e truffe.
Ma soprattutto la Riforma della giustizia italiana deve significare certezza del Diritto,rispetto e tutela vera dell'individuo e del cittadino senza che gli errori dei giudici(che restano sempre impuniti)distruggano la vita e l'esistenza degli uomini che dopo anni,dopo decenni,vedono proclamata la loro completa innoncenza.
Ecco perché una volta al mese vorrei fare un post(magari anche con una sola foto,perchè nella società e nel tempo dell'immagine una foto dice molto più di mille parole)per dire della (mala)giustizia italiana.Delle sue iniquità,della sua IN-giustizia,della sua barbarie, talvolta.Per avere un senso di giustizia,un'altra idea di giustizia.E lo comincio con quello che fu la più grande barbarie della giustizia italiana:la barbarie del caso giudiziario del Secolo:quello di Enzo Tortora.Morto nel maggio di tanti anni fa assassinato dalla giustizia italiana.Senza che poi nessun giudice sia mai stato(lui sì)processato da un'altra e vera Giustizia.

03 maggio 2015

UNA FACCENDA FORMIDABILE



Terremoto in Nepal, centenario estratto vivo dopo 7 giorni






UN NEONATO DI 4 MESI ; UN UOMO DI 105 ANNI ESTRATTI VIVI DA SOTTO LE MACERIE DOPO L'APOCALITTICO TERREMOTO IN NEPAL.....
UNA VITA CHE INIZIA, UNA VITA AL SUO LIMITARE, MA COMUNQUE DUE ESISTENZE CHE CONTINUANO L'AVVENTURA DELLA VITA...
CHE INSPIEGABILE COSA E' LA VITA,MA CHE FORMIDABILE VICENDA,CHE FANTASTICA FACCENDA E' LA VITA.......