30 settembre 2014

POTERI FORTI


Chissà perchè quando le cose cominciano ad andar male i premier cominciano a prendersela con quella categoria non ben definita dei c.d. "poteri forti"".Lo fece già Mario Monti:"Il mio governo e io abbiamo sicuramente perso in questi ultimi tempi l’appoggio che gli osservatori ci attribuivano dei poteri forti;non incontriamo favori in un grande quotidiano rappresentante e voce di potere forte e in Confindustria”.Ora è la volta di Matteo Renzi che,appena rientrato daglli USA,ha concesso una prima intervista a "Repubblica",nella quale insiste nella favola dei "i poteri forti" che lo vogliono sostituire.Renzi si vanta di essere uno che parla chiaro(ma certe volte farebbe bene a star zitto,soprattutto quando parla in inglese)e dice che "negli ultimi giorni si sono schierati contro il governo direttori di giornali,imprenditori,prelati».Il direttore in questione era quello del Corriere della Sera,Ferruccio De Bortoli,che si è permesso di scrivere le sue dure critiche a Renzi.La colpa di De Bortoli,sarebbe,secondo il Renzi-pensiero,è il suo atteggiamento poco "compiacente" nei suoi confronti e della sua "formidabile" squadra di governo,in cui per De Bortoli,"la competenza è un criterio secondario".Tra i poteri forti ci sarebbero poi gli imprenditori e tra questi,il suo (ex) amico Diego Della Valle,che intervenendo a “Otto e Mezzo” gli ha dato del "sòla".Quanto ai prelati è evidente che Renzi si rifeririva alle parole del segretario generale della CEI,Monsignor Nunzio Galantino,che lo ha accusato sostanzialmente di essere un venditore di fumo.In questo caso Renzi,ricordandosi del detto:"scherza con i fanti ma lascia stare i santi",ci è andato più cauto,dicendo a "Repubblica" che certi amici vescovi gli hanno detto che in realtà c'era un equivoco,e che le parole di Galatino erano dette a titolo personale.E allora,se è così,Galantino è un potere forte che tanto forte non è poi che sia.Ma chi sono gli altri poteri forti che cospirano nell’ombra per mettere il bastone tra le ruote all’azione riformatrice del governo?Certo non l’a.d. di Fiat Chrysler Automobiles,Sergio Marchionne,con il quale il premier ha fatto ufficialmente coming out.E certo potere forte per Renzi non deve essere nemmeno Carlo De Benedetti,se è vero che il Sottosegretario alla Presidenza Del Rio,è andato in pellegrinaggio ed in ginocchio proprio a casa di De Benedetti per "rassicurare" l'Ingegnere su qualche "questioncella" dell'Olivetti.
In ogni caso è l'analista Leopoldo Voronhoff su "Formiche.net" a offrire una panoramica di tutti i rapporti tessuti in questi anni da “Matteo” a livello internazionale. 
Ed infatti negli USA Renzi ha stretto un rapporto molto intenso con l'ex consigliere reaganiano,Michael Ledeen,ora eletto suo consigliere di fiducia.SempreVoronhoff racconta l'ipotesi che Renzi sia sostenuto dai finanziari di Morgan Stanley,la banca che di recente ha chiamato nel proprio "advisory board" ,tu guarda le coincidenze,il fiorentino e renziano Lorenzo Bini Smaghi.Nel mondo industriale,poi,non è che Renzi debba fronteggiare chissà quali poteri forti.Non certo quelli di Oscar Farinetti,il genio di Eataly,o l'ad di Luxottica,Andrea Guerra e nemmeno lo stilista Brunello Cucinelli,nè tanta parte della nobiltà fiorentina.
E allora?Chi sono i poteri forti che vogliono far fuori Renzi?Forse Bersani che accusa il premier di emarginare le voci che nel Pd sono diverse dal pensiero unico del Segretario-Premier?Oppure Pippo Civati,potere forte per eccellenza per quel 14% riportato alle primarie?.Ma forse potere forte che parla male del governo è il Cnel che ha detto che per "tornare ai livelli occupazionali pre-crisi servirebbe la creazione da qui al 2020 di 2 milioni di posti di lavoro".O forse potere forte che ostacola le magnifiche e progressive sorti di questo governo sarà l'Istat che ha certificato che il tasso di disoccupazione giovanile ha raggiunto il livello record del 44,2%,il più alto dal 1977.Sì,ecco devono essere questi i poteri forti,i "gufi" antigovernativi.Quelli che cercano di far capire alle Picierno o alle Serracchiani piuttosto che a Renzi,che qui non si tratta di poteri forti ma della debolezza di vita della gente in balia di un governo di giovanotti e giovanotte ai quali l'unica cosa che riesce bene è un bel selfie di gruppo a Palazzo Chigi.

26 settembre 2014

MORTE A NAPOLI





Quando andavo all'Università "Federico II" di Napoli,ci passavo sempre accanto.E ci passavo sempre guardandola con rispetto,quasi con timore,sapendo cos'era a Napoli la libreria  Guida,sapendo chi c'era stato nella libreria Guida a Napoli.Un tempio della cultura e del sapere non solo di Napoli ma di tutt'Italia.
Adesso che l'Università l'ho finita da un pezzo,ogni tanto ci torno(ci tornavo)a Napoli ed ogni tanto,inevitabilmente,vado(andavo)alla libreria Guida,a respirare l'odore dei libri freschi di stampa,a dare una scorsa alle nuove uscite editoriali,a leggere critiche letterarie sulla produzione classica e moderna,italiana e straniera.
Anche l'altro giorno ci sono passato,anche l'altro giorno volevo andarci per consumare il mio rito antico tra le mura di uno dei Templi della Cultura italiana.Ma ho trovato fuori del "Tempio" tantissimi ragazzi urlanti e schiamazzanti e  e tanta gente in attesa di avere accesso alla libreria Guida dove da due giorni per entrare bisogna mettersi in fila,che poi è una fila lunghissima. E così,chiedendo e quasi rifiutandomi di accettare la risposta,ho capito quello che temevo.La libreria Guida stava svendendo le sue immense giacenze di volumi.La gran parte al trenta per cento del prezzo di copertina, qualcuno al cinquanta,quelli più antichi e preziosi (ce ne sono che valgono anche tremila euro) con sconti da stabilire.
Ho avuto un colpo al cuore.Guida era l’ultimo respiro di uno dei più antichi e prestigiosi salotti culturali di Napoli.Due piani di banchi,scaffali,corridoi e sale dove sono passati Kerouac e Ginsberg,Ungaretti e Moravia.Nella Saletta rossa per decenni si è dibattuto di tutto,dalla politica alla poesia alla storia ed alla musica.E di letteratura, ovviamente.Poi,nel marzo 2013,il fallimento,la chiusura. Per fare l’inventario dei settecentomila volumi custoditi in questi locali,più le stampe,gli arredi e i circa trecentomila libri conservati in un deposito in periferia, c’è voluto un anno e mezzo.Ed ora era arrivato il momento di smaltire tutto.Un colpo al cuore.Guida,per me,era un qualche cosa di trascendente,un qualcosa posto nell'Empireo della Cultura internazionale.Ed ora,invece,eccoli là i suoi incredibili volumi dati in pasto a gente che della cultura non sa che farsene,ma che,non appena acquisito il libro,lo rivenderà a chissà chi guadagnandoci chissà quanto.Che tristezza.Una fila interminabile di gente in fila con almeno un’ora di anticipo(come quando si va ai botteghini dello stadio)e inserendo il proprio nome in una lista autogestita(come succede in certi ambulatori ospedalieri o all’Inps)in attesa che cominci la distribuzione dei numeri e l’accesso a gruppi di cinquanta per volta.
Come me ho visto altra gente con tanta malinconia addosso,con i ricordi di tutti quelli che di ricordi ne hanno tanti della libreria Guida.Ricordi di testi scolastici o universitari comprati o venduti,di libri regalati o scelti per sé,di pomeriggi passati a girare tra banchi e scaffali.Di un tempo in cui non esistevano i megastore,gli audiobook e altre diavolerie del genere che,per me almeno,con la cultura nulla hanno a che vedere.
Purtroppo il "caso" Guida non è il solo per la cultura napoletana.Prima lo sfratto di Treves, poi la chiusura di Guida e solo pochi mesi fa, quella di Loffredo.Senza parlare poi dell'incendio del 2013 della Città della Scienza,una vicenda che mi fece ricordare "Il nome della Rosa",Guglielmo di Baskerville e Adso,l'incendio della Torre del Monastero e la distruzione dell'immenso patrimonio di libri in essa contenuto.
Guardando quella scena di "saldi" della cultura,pensavo che in quelle stesse stanze della libreria Guida,una volta frequentate dalle più belle intelligenze della cultura e della letteratura italiana e mondiale,ci andrà a finire,magari,in un giorno forse nemmeno tanto lontano,una pasticceria o una friggitoria o un locale per le pizze d'asporto. 
E ripenso anche,e con rabbia,alle frasi truffatrici e alle parole vergognose,alle impudenze dette da tutti quei politici napoletani che per Napoli prospettavano e promettevano un "Rinascimento napoletano".A pensare a quelle cose,e a guardare invece alla fine delle librerie(e perciò della cultura)capisci perchè Napoli sta morendo,perchè la grande tradizione della cultura napoletana sta morendo.Vedi Napoli e poi muori si diceva una volta.Ma adesso chi sta morendo è proprio e solo Napoli,la sua cultura e con essa,la sua possibilità di riscatto.   

23 settembre 2014

ESSERE VIVO



41 anni fa moriva a Santiago del Cile,uno il grande scrittore sudamericano Pablo Neruda,che Gabriel Garcia Marquez definisce: “Il più grande poeta del ventesimo secolo”.Qualcuno,in verità definì Neruda un "poeta-pittore".Poeta-pittore”,in quanto Neruda,proprio come un pittore,usa una tavolozza di parole per dipingere il grande quadro della vita.Per alcuni ci vogliono anni,per altri istantanei momenti ispiratori."Dipingere" l’esistenza,non è certo cosa semplice,ma per lui lo era.Leggere una sua poesia,quindi,è come ammirare un quadro;lasciarsi prendere dall'emozione di vivere,cercando la chiave di lettura dell'opera e del pensiero di Neruda.E la chiave di lettura di Neruda era il vivere,l'esistere.Ecco,l'esistenza,il vivere.Solo quando ci si immerge nella sorgente dell’esistenza,abbeverandosi dei piaceri che la vita comunque offre,respirando piccoli sprazzi di quotidianità, godendo di essi, nutrendoci del semplice “vivere”,comprendendo che è il presente ciò che conta, riusciamo a cogliere la bellezza del vivere nel quale acquietare il nostro animo e provare il senso della felicità.Ma la felicità ed il piacere di vivere va ricercato anche sapendo affrontare e sconfiggere l'ozio mentale,il conformismo culturale,l'angoscia e la "paura" di vivere,di andare oltre per cercare altro.Questo il senso,il significato,l'essenza della poesia "Lentamente muore"(che alcuni,attribuiscono a Medeiros,che,però,mai ne rivendicò la primogenitura).Morire di noia(come anche per Moravia).Morire senza aver fatto(o almeno cercato di fare)nulla.Morire senza aver cercato di esistere,di essere vivo.

15 settembre 2014

LA LIBERTA' E' UN DOVERE



       


Otto anni.Otto anni sono passati da quel 15 settembre 2006,dalla sua morte,dal giorno della morte di Oriana Fallaci.A lei avrebbero dato sicuramente fastidio tutte le celebrazioni postume,la maggior parte delle quali false ed ipocrite,che in questi giorni in tanti,in troppi faranno.Che faranno,magari,proprio quelli che in vita l'attaccarono con violenza,con ferocia ed infine con viltà,quando la malattia l'aveva oramai definitivamente debellata.E otto anni dopo la sua morte, continuiamo a parlare di lei,dei suoi libri-denuncia contro i rischi del fondamentalismo islamico e la colpevole inerzia dell'Occidente.Subito dopo la tragedia dell'11 Settembre i suoi libri("La Rabbia e l'Orgoglio","La Forza della Ragione","Oriana Fallaci intervista se stessa" e "L'Apocalisse")sferzarono l'Occidente intero e la sua decadente cultura.E di lei ne dovremmo parlare ancor più in questi giorni quando quel fondamentalismo islamico sgozza e mozza teste occidentali,perchè a questo ha portato,come proprio la Fallaci denunciava,la codarda,pusillanime,vigliacca politica dei governi occidentali.
Quei suoi libri,quelle sue idee riscossero tanto successo,tanti consensi ma anche(e forse soprattutto)tante critiche feroci.Ed in Italia,la sua (nonostante tutto)adorata Italia,fu accusata di vilipendio all'Islam.Figurarsi cosa potevano importare critiche,offese personali e financo minacce fisiche a lei,a Oriana,a quella donna alla quale il coraggio non era mai mancato(a 14 anni aveva fatto la vedetta per i partigiani).Quello che a lei interessava,pittosto,era la battaglia tesa a scuotere le coscienze,a risvegliare "l'orgoglio" della cultura,della storia,della civiltà occidentale,per evitare che questa abbassasse la testa e soccombesse di fronte alla barbara e cieca violenza degli integralisti.
Sparò ad alzo zero contro tutti:"la sinistra al caviale e la destra al fois gras ed anche il centro al prosciutto mi hanno denigrata,vilipesa,messa alla gogna insieme a coloro che la pensano come me".
Lei voleva che l'Occidente alzasse la testa e ricordasse cos'era la stata la Civiltà Occidentale,qunato era costata l'affermazione della cultura della Tolleranza.Non accettava,non si rassegnava all'idea di una politica dell'accoglienza senza regole che,di fatto,poneva l'Occidente in una posizione supina verso quel mondo arabo integralista che gradualmente invadeva culturalmente l'Occidente tutto.
Di una cosa era convinta:"Stiamo assistendo al tentativo di islamizzazione dell'Occidente.E tutto ciò non avviene per caso ma è insito nel Corano stesso ed è testimoniato da oltre un millennio di conflitti e ostilità tra musulmani e cristiani. Lo scontro di civiltà, volenti o nolenti, era (ed è) già in atto.
E proprio sul dialogo tra civiltà la Fallaci scriveva:"Apriti cielo se chiedi qual è l'altra civiltà, cosa c'è di civile in una civiltà che non conosce neanche il significato della parola libertà.Che per libertà,hurryya,intende «emancipazione dalla schiavitù».(....)Che nella democrazia vede Satana e la combatte con gli esplosivi, le teste tagliate (quanta lungimiranza ! Non è forse quello che sta accadendo proprio in questi giorni?).Che dei Diritti dell'Uomo da noi tanto strombazzati e verso i musulmani scrupolosamente applicati non vuole neanche sentirne parlare. Infatti rifiuta di sottoscrivere la Carta dei Diritti Umani compilata dall'Onu e la sostituisce con la Carta dei Diritti Umani compilata dalla Conferenza Araba. Apriti cielo anche se chiedi che cosa c'è di civile in una civiltà che tratta le donne come le tratta. L'Islam è il Corano, cari miei. Comunque e dovunque.E il Corano è incompatibile con la Libertà,è incompatibile con la Democrazia,è incompatibile con i Diritti Umani.È incompatibile col concetto di civiltà".
Certamente la Fallaci non parlava,anzi,non conosceva affatto il linguaggio del "politically correct",il linguaggio del conformismo e dell'omologazione.Per lei contava solo l'Individuo,il Cervello,le Idee e cioè l'Uomo.Perchè solo con la difesa delle Idee,con l'uso della Ragione l'Uomo è libero.Perciò la Libertà è un dovere più che un diritto. 

14 settembre 2014

41 MESI DOPO





Ho ritrovato,quasi per caso,un mio post scritto un pò di tempo fa,anch'esso sulla giustizia italiana e sui tentativi (tutti finora falliti e chissà se e chissà quando questo sarà mai possibile)di riformare la giustizia italiana.

Giusto per contestualizzare quel post,va detto che esso era del 1° aprile 2011.Era quindi stato scritto quando Silvio Berlusconi era ancora Presidente del Consiglio,VOTATO DAGLI ITALIANI.Era quindi stato scritto solo  pochi mesi prima che in Italia ci fosse una sospensione di fatto della democrazia,arrivata poi nel novembre dello stesso anno con l'intronizzazione di Mario Monti a Primo Ministro,avvenuta sotto l'alto patrocinio di Angela Merkel e Giorgio Napolitano e senza nessuna "audizione" degli italiani.A cotanto governo  sarebbero poi succeduti,sempre per graziosa concessione del Divino del Colle e sempre senza che gli italiani potessero dire la loro,i non eletti(in tutti i sensi)Governi di tali Letta Enrico e Renzi Matteo.

Ecco la riproposizione di quel post 41 mesi dopo.


"Ma che ci sarà di tanto scandaloso in questo tentativo di riformare il sistema-giustizia in Italia?.Leggi "ad personam" si dice.Leggi per salvaguardare il Premier,per salvaguardare Berlusconi,si dice.Ma è proprio così ? E' davvero così? E allora perchè l'Europa ci condanna per la lentezza esasperata ed esasperante dei processi? Perchè l'imputato viene trascinato e violentato nell'elementare rispetto dei suoi diritti,rimanendo per anni e anni, per decenni interi davanti ad un giudice,continuando a guardare quel Crocefisso che è affisso sul muro,dietro le spalle del giudice,sperando che almeno Lui,almeno il Cristo possa mettere fine a questo Calvario in Terra che è diventata la giustizia italiana?
In tempi non sospetti,un  grande giurista,Piero Calamandrei osservava: «Non disdice all'austerità delle aule giudiziarie il Crocifisso: soltanto non vorrei che fosse collocato, come è, dietro le spalle dei giudici. In questo modo può vederlo soltanto il giudicabile, il quale, guardando in faccia i giudici, vorrebbe aver fede nella loro giu­stizia; ma poi, scorgendo dietro a loro, sulla parete di fondo, il simbolo doloroso dell'errore giudiziario, è portato a credere che esso lo ammonisca a lasciare ogni speranza: simbolo non di fede ma di disperazione. Quasi si direbbe che sia stato lascia­to lì, dietro le spalle dei giudici, apposta per impedire che lo vedano: e invece si vorrebbe che fosse collocato proprio in fac­cia a loro, ben visibile nella parete di fronte, perché lo conside­rassero con umiltà mentre giudicano, e non dimenticassero mai che incombe su di loro il terribile pericolo di condannare un innocente».
Ecco,questo diceva Piero Calamandrei.E Piero Calamandrei non era un elettore di Berlusconi. 

13 settembre 2014

LE VITE DEGLI "ALTRI"



E' da quasi 30 anni,dal caso Tortora in poi,che si parla di riforma della giustizia in Italia.Fu infatti la mostruosità di quella vicenda che rivelò in che stato era la giustizia italiana e la conseguente necessità di riformare il sistema giudiziario italiano e di introdurre,finalmente,il principio della responsabilità civile per i giudici che sbagliano.E proprio sull'onda del caso Tortora sembrò ad un certo punto,che qualcosa era cambiato.Con il referendum sulla responsabilità civile dei magistrati promosso nel 1987 dai Radicali di Marco Pannella,stravinto dai "SI" con più dell'80% del voto degli italiani,sembrava che qualcosa fosse davvero cambiata:con quel referendum gli italiani dissero che anche(!)il giudice che sbaglia,che fa male il proprio mestiere,deve rispondere dei suoi errori.Ma quel referendum per una giustizia giusta fu subito spazzato via,quando i magistrati,durante gli anni di "Tangentopoli","imposero" all'allora Ministro Vassalli,di cancellare la legge sulla responabilità dei giudici venuta fuori dal referendum.Ma si sa.Chi tocca i fili della giustizia italiana muore(politicamente,e a volte non solo politicamente).Ne sa qualcosa Berlusconi che dai giudici italiani è stato massacrato;ne sa qualcosa Alfredo Biondi che,da Ministro della Giustizia,voleva "semplicemete"distinguere i ruoli e i compiti della giustizia da quelli della della politica.E ne sa qualcosa Clemente Mastella che dai giudici fu fatto fuori quand'era Ministro a Via Arenula.Ed anche Matteo Renzi in questi giorni sta cominciando a capire cosa significa cercare di riformare la giustizia italiana.E' bastato poco,è bastato che il Premier riducesse soltanto le ferie dei magistrati per far insorgere l'ANM.Ed è bastato quel poco a far scattare l' "avvertimento" al Premier con l'apertura in Emilia-Romagna di inchieste su uomini a lui vicini.Solo quel poco.Figuriamoci poi se si fosse parlato di divisione delle carriere o abolizione del CSM o di quant'altro.Sì,perchè i magistrati non sono uomini "normali".E se la legge è uguale per tutti,per loro no,perchè loro sono,come diceva George Orwell,"più uguali" degli uomini normali.E se essi amministrano la giustizia "in nome del popolo"a quel popolo che aveva votato il referendum dei radicali non vogliono in alcun modo dar conto del loro operato.Intanto è di questi giorni la notizia che Filippo Pappalardi,il padre dei fratellini di Gravina,morti nelle grotte del paesino della Puglia per una caduta accidentale,avrà un risarcimento di 65mila euro.Il padre dei due bambini,infatti,fu incarcerato con l'accusa di sequestro di persona e omicidio dei due piccini.Con il risarcimento è stata riconosciuta all'uomo un'indennità per essere stato ingiustamente incarcerato;per aver subito danni morali considerando la risonanza mediatica che ebbe la vicenda;per i danni personali perchè i magistrati negarono a Pappalardi la possibilità di vedere i figli per l'ultima volta;per danni per la sua salute per la forma di depressione riportata e per danni economici perchè con l'arresto l'uomo venne sospeso dal posto di lavoro.Ed invece l'autopsia accertò poi che i due bambini erano caduti in modo accidentale nel pozzo e non erano riusciti più a risalire.Adesso lo Stato(cioè tutti quanti noi in quanto contribuenti)rimborserà quell'uomo per gli errori degli uomini con la toga addosso.Paradossalmente anche il padre dei bambini,in quanto contribuente dello Stato,dovrà pagare il risarcimento a sè stesso.Ma "loro",i giudici,i veri colpevoli,i veri responsabili,non pagheranno nulla.Perchè "loro" non sono uomini "normali".Perchè per "loro" la giustizia è più uguale che per gli altri,che per gli uomini normali.Perchè loro a nessuno devono dar conto anche se distruggono le vite degli altri,le vite degli uomini "normali".

11 settembre 2014

ANIMA TRISTE



Ti manca qualcosa,ti manca qualcuno,
sei vuoto,
vorresti fare e non fai
nemmeno riesci a dire quello che vorresti dire 
e che sai però di avere da dire
basterebbe poco,solo un poco
e lo diresti,lo senti
che saresti capace
di dire,
che saresti capace
di fare
Perchè senti che ti manca qualcosa,
che ti manca qualcuno
Perchè sai invece di avere qualcosa:
di avere tristezza



(Video realizzato da Clem)