31 dicembre 2014

BUON ANNO A VOI




BUON ANNO A VOI,CARI CLOCHARD:SU OGNI PANCHINA,IN QUALUNQUE  STAZIONE FERROVIARIA,IN QUALSIASI METROPOLITANA VOI SIATE IN QUESTO MOMENTO.....



29 dicembre 2014

SENZA DIRITTI


Cronache da un Paese di "normale" inciviltà giuridica.Cronache da un Paese senza più Diritto. Cronache di uno Stato dove lo Stato non riconosce diritti al cittadino,all'individuo.Cronache dall'Italia,insomma.Un Paese,uno Stato,dove avvengono quotidiani scempi della vita della gente,devastazioni di esistenze umane,sterminio di legalità.Dove il rispetto dei diritti è divenuto solo graziosa concessione che lo Stato fa,se lo vuol fare,al cittadino e non certo prerogativa fondamentale dell'individuo.Sì,insomma,cronache dall'Italia,naturalmente.E si deve dire "naturalmente" perché tante volte,troppe volte queste cose stanno accadendo in questi nostri tempi oggi in Italia.E se senti di dover reagire è perché dentro senti rabbia,difronte  a cose,che accadono solo in uno stato di non diritto,di diritto e giustizia negati.Dove le regole e le leggi sono quelle del far west e vanno bene solo per chi sa muoversi con spregiudicatezza nella terra di nessuno lasciata senza presidio proprio da chi le Istituzioni dovrebbe far vivere.
C'è stato il caso del bambino ucciso vicino Catania,del quale è accusata la mamma Veronica.E c'è stato il caso di Massimo Carminati,il personaggio considerato al vertice dello scandalo del malaffare politico-economico romano denominato "Mafia Capitale".Ora qui non interessa se la madre è o non è colpevole.Nè si vuol sapere se soltanto Carminati sia colpevole,di quanto sia colpevole e con chi abbia condiviso questa sua eventuale colpa(il termine "eventuale" si DEVE usare sempre in un vero Stato di Diritto).Qui si vuole dire altro.Si vuole dire qualcosa di enormemente più grave e mostruoso.Sì,perchè a Veronica,la madre del piccolo Loris,detenuta in carcere senza sapere se sia effettivamente colpevole,quali siano le prove CONCRETE della sua colpevolezza,a Veronica,dicevo,è stato vietato di ricevere ed inviare alcun tipo di lettera in carcere.Sì,più o meno come accade (ma non sempre)con i mafiosi già condannati e destinati al "carcere duro".O come accadeva nelle carceri del regime fascista nelle quali perfino il comunista Antonio Gramsci riuscì a scrivere le sue "Lettere dal carcere".
Ed anche per Carminati più o meno una storia del genere.Il Ministro della Giustizia Orlando ha disposto nei suoi confronti l'applicazione del regime carcerario previsto dall'articolo 41 bis del Codice di Procedura Penale che consente al Ministro di sospendere per "gravi motivi di ordine e sicurezza pubblica le regole di "normale" trattamento previsti per l'ordinamento penitenziario nei confronti dei detenuti facenti parte di una organizzazione mafiosa e disporre controlli e restrizioni speciali".Ed in virtù della disposizione del Ministro Orlando,Carminati si trova adesso nel supercarcere di Parma,lo stesso dov'è detenuto Totò Riina.Ora Carminati avrà sicuramente intermediato tra malapolitica e malavita,avrà corrotto,avrà minacciato,ma dove sono i "gravi motivi di sicurezza e ordine pubblico" che il 41 bis pone a base per l'ulteriore restrizione delle libertà dell'imputato?(imputato,appunto,non condannato:anche questa è parola che si usa,IN GENERE,in un vero Stato di Diritto)?
Due casi diversissimi tra loro,certo.Si potrà dire:che c'entra l'uno con l'altro,che rapporto possono avere tra loro un caso di cronaca nera ed uno di malapolitica?Ed invece c'entrano,caspita se c'entrano ed hanno un rapporto stretto tra di loro i due casi.Ed è proprio lo Stato,QUESTO Stato italiano a fare da collante tra i due casi.Uno Stato,una giustizia che negano di scrivere lettere ad una persona che non si sa ancora (!)se sia responsabile:uno Stato che restringe un probabile disonesto affarista a carcere duro in base ad inesistenti "motivi di sicurezza pubblica".Ecco,questo è lo Stato italiano,oggi:uno Stato che nega e cancella i diritti dell'individuo,che condanna prima di giudicare,che non assicura al singolo la possibilità di difendersi.Uno Stato di "normale"non giustizia,uno Stato di non diritto,uno Stato senza diritti per il cittadino.



24 dicembre 2014

ERNESTO CORTAZAR




10 ANNI FA MORIVA ERNESTO CORTAZAR UNO DEI PIU' GRANDI PIANISTI CONTEMPORANEI....

"FOOLISH HEART" E' STATA UNA DELLE SUE TANTE, SPLENDIDE ESECUZIONI..... 

09 dicembre 2014

GRAZIE MARCO



Vedi le cose che succedono a Roma e capisci perchè il 60% degli italiani non va più a votare."Tanto son tutti uguali"dicono in tanti,in troppi purtroppo.
Ed invece no.Non tutti sono uguali,non tutti fanno quello che hanno fatto gli "altri" a Roma o in Lombardia,in Emilia o nel Lazio o in Piemonte,in Liguria o in Sicilia o Campania.No,non tutti sono uguali.Non sono uguali i Radicali,non è uguale agli altri Marco Pannella,per esempio.Perchè "loro",i Radicali,perchè "lui",Marco Pannella sono stati/è stato sempre voce fuori dal coro,voce scomoda,che dà fastidio e perciò tenuta sempre lontano dai talk show televisivi dove "altri"invece son sempre presenti;e lontano dalle pagine dei giornali,troppo fastidioso ascoltare le sue parole.
Ora di Pannella si può dir tutto:che è un gran logorroico,che dice cose che proprio non ti senti di condividere.Che spesso estremizza talmente le sue posizioni fino a rompere anche con gli uomini che gli sono sempre stati vicino.Ma di Pannella tutti,ma proprio tutti,non potranno non riconoscere la grande pulizia morale,la libertà di pensiero,l'infaticabile suo agire per far sì che questo bellissimo Paese abbia finalmente giorni più degni da vivere.Che questo Paese sia veramente paese di diritti e che questo Stato sia veramente stato di diritto.
Per tante battaglie si è battuto,in tanti lo dovremmo ringraziare.Si è battuto contro la "normale" ingiusta Giustizia di questo Paese,dove l'innocente è già colpevole prim'ancora di essere giudicato.Per Enzo Tortora,ad esempio si è battuto;ma Pannella ha sempre detto che:"non mi batto per il detenuto eccellente,ma per la tutela della vita del diritto".E continua a battersi per l'umanizzazione delle carceri italiane,perchè anche loro,anche i detenuti sono persone e non numeri ed hanno diritto a vivere con dignità(sarà un caso se la Corte Europea dei Diritti dell'Uomo ha condannato l'Italia per il trattamento inumano e degradante inflitto ai detenuti?).Con il suo pensare "diverso",con la sua azione ghandiana,con i suoi comportamenti "disubbidienti" si è ribellato al sistema delle banche,dell'industria foraggiata dallo Stato,dei giornali di parte e dei telegiornali "di partito".Sempre fuori gli schemi,contro il conformismo e l'asservimento ad un sistema politico e partitico corrotto e corruttore.
E' un "unicum" Pannella?Forse.A pensarci bene,però,solo un altro "Grande"gli rassomigliava,e fu quel Pier Paolo Pasolini anche lui sempre fuori dal comune,contro il non pensante pensiero comune.
Di Pannella così scrisse Eugenio Montale:"Dove il potere nega,in forme palesi ma anche in forme occulte,spuntano ogni tanto uomini ispirati come Marco Pannella che seguono la posizione spirituale più difficile che una vittima possa assumere contro il suo oppressore:il rifiuto passivo.Soli ed inermi essi parlano anche per noi".Queste cose le diranno,se ne può esser certi,in tanti,in troppi,quando tra 100 anni Marco non ci sarà più.Lo glorificheranno mentre ora lo disprezzano.Disprezzano quell'eternamente irascibile uomo,sempre nascosto nella nuvola di fumo del suo inseparabile sigaro.Disprezzano lui,che con i suoi scioperi della fame,s'è tolta tanta parte della sua vita,per noi,perchè lo Stato portasse rispetto alle nostre vite,alle nostre esistenze. 
Sì,Marco Pannella parla anche per noi,che non abbiamo la capacità,il coraggio di parlare perchè,nascosti dietro i nostri opportunismi,le nostre convenienze perdiamo la voce difronte ai soprusi del Grande Fratello che si occupa un pò troppo di noi.Perciò s'ha da dire:"Grazie Marco".Anche se poi lui si incavolerà di brutto.Come sempre,come al solito.

06 dicembre 2014

PITTURA DI LIBERTA'










IL 6 DICEMBRE MORIVA IL PITTORE CLAUDE MONET.
GIUDICANDO UN SUO QUADRO,IL CRITICO LOUIS LEROY USO' IL TERMINE "IMPRESSIONISTA":UN APPELLATIVO USATO IN SENSO SPREGIATIVO, COME SINONIMO DI SUPERFICIALITA' ED APPROSSIMAZIONE...CON QUEL NOME,INVECE, NASCEVA LA MODERNA PITTURA,IN CONTRASTO ED IN ANTITESI CON LA CONSERVAZIONE DELLA SOCIETA' E DELL'ARTE CONTEMPORANEA......
UNA PITTURA IN PIENA LUCE,ALL'APERTO ED AL SOLE, A CONTATTO CON LA NATURA,UNA PITTURA DI LIBERTA' E DI VITA...

25 novembre 2014

IL CATACLISMA




Un trionfo,un indiscutibile trionfo.Nelle ultime elezioni regionali della Calabria e della EmilIa-Romagna,il P.A.I.(Partito Astensionisti Italiani)ha avuto un successo incredibile,ha praticamente raccolto più del 50% dei consensi:in entrambe le regioni più di un elettore su due non ha votato.Del resto c'era mica bisogno di sondaggi per capire,prima del voto,come sarebbero andate le cose.Hanno perso tutti, sebbene in diversa misura.Fa un bel dire il Partito democratico a twittare che ha battuto la destra 2-0.Con l’astensione quella parte d’Italia chiamata alle urne ha detto che la linea di condotta assunta dal governo per contrastare la crisi non funziona.Non è un caso se l’unico partito che possa dire veramente di aver vinto è la Lega.Perchè la Lega ha parlato ai cittadini di problemi reali, alla portata dell’uomo della strada.Altro che la riforma barzelletta del Senato.Altro che la(falsa)abolizione delle Province.La gente avverte la crisi economica in maniera violenta e mangia pane,mica riforma(?)del Senato o delle Province.Ed anche "5 Stelle" non è stato più ritenuto affidabile ai fini della protesta.Tuttavia,il dramma vero resta per il risultato di Forza Italia.Ed anche qui il risultato elettorale era ampiamente prevedibile.
Soltanto una classe dirigente cieca,come è quella attuale di Forza Italia,rinchiusa nella torre eburnea dell’autoreferenzialità,poteva non accorgersi del cataclisma elettorale che stava arrivando.Forza Italia e Berlusconi in primis,non ha saputo leggere la crisi in cui è precipitato il paese.Ma la cosa ancor più drammatica del risultato elettorale è lo stato confusionale nel quale si trovano gli esponenti del partito,che continuano a ripetere,incapaci di vedere le cose,che il crollo elettorale sia stato causato dall’inagibilità politica del suo leader.
La realtà è che il tracollo di Forza Italia è dovuto all'appoggio acritico al governo di Matteo Renzi,ad una totale mancanza di politiche chiaramente oppositive alle scelte del governo,con buona pace di Brunetta,Capezzone e Fitto,uniche "diverse" voci nel partito.Il risultato negativo è poi dovuto anche ad una legittimazione,da parte del Gran Capo,di tutta una serie di "yesmen",preoccupati della propria cadrega,ma non certo delle sorti del partito.E poi,la politica si fa seriamente,non con Dudù o le Pascale di turno. Ecco perchè è montato un senso di disaffezione,se non di ripulsa,del tradizionale elettorato di riferimento.Una stanchezza,una sfiducia generalizzata nelle virtù taumaturgiche dell'ex Cavaliere.Fino a quando non si capirà che Forza Italia deve riprendere la linea di un riformismo liberale chiamando a raccolta tutte le energie liberali già presenti nel partito(nonostante tutto pur ci sono)e quelle esterne che vivono nella sconfinata galassia liberale italiana,non ci saranno vie d'uscite:si avrà sempre e soltanto un partito che,dall'ipotizzato partito liberale di massa,sarà sempre più una insignificante ed eterea formazione politica galleggiante intorno alla cifra elettorale del 10-12% con qualche "exploit" vicino al 15%.Con buona pace di chi aveva creduto che Forza Italia potesse rappresentare la speranza per rivoltare il Paese da capo  a piedi.

24 novembre 2014

UN ALTRO TERREMOTO




34 anni fa,il 23 novembre del 1980,ci fu il tremendo Terremoto dell'Irpinia che provocò quasi 3000 vittime.
"FATE PRESTO" titolava il Mattino di Napoli all’indomani del terremoto,chiedendo aiuto "per salvare chi è ancora vivo,per aiutare chi non ha più nulla".Tre mesi più tardi Andy Warhol,raccogliendo l'invito dell'amico gallerista napoletano Lucio Amelio,trasformò quella prima pagina in un’opera d’arte:tre tele monumentali che riecheggiavano la grandezza del disastro,della sciagura e che richiedevano,ad alta voce,ripetutamente e disperatamente,i soccorsi:quelli materiali,quelli morali,difronte ai quali la classe politica italiana rimase però sorda.
I politici italiani,la malapolitica italiana,la stessa politica che fu però "sensibile" agli "affari"che dal terremoto potevano arrivare e che difatti arrivarono.E ci fu un altro terremoto,e ci fu un'altra tragedia.Arrivò nuovo orrore:la speculazione sulla morte,sul dolore e sul pianto della gente d'Irpinia.
In Irpinia allora,in Abruzzo poi. 


17 novembre 2014

TE LI DO IO GLI 80 EURO


All'epoca lo strombazzamento fu grande.Del resto le elezioni europee erano vicine e bisognava mostrare subito di quali meraviglie fosse capace il governo Renzi,di quali fossero,"per l'umana gente,le magnifiche sorti e progressive" con l'arrivo del Governo del fiorentino.Oltre al sommo Poeta e ben più autorevolmente del somma Poeta, ci fu anche la molto onorevole Pina Picierno a magnificare e glorificare l'opera di Matteo.Infatti in una trasmissione televisiva la molto onorevole suddetta srotolò un interminabile scontrino fiscale per dimostrare quanta roba potessero comprare gli italiani con 80 euro.Con gli 80 euro,secondo la molto onorevole Picierno gli italiani potevano campare per oltre 10 giorni.Senonchè a rompere le uova(anche queste comprate forse con gli 80 euro)nel paniere se ne vengono oggi "quelli" della CISL a dire che:"l'effetto del bonus fiscale di 80 euro voluto dal governo in busta paga è di fatto annullato dall'aumento della pressione fiscale".La tassazione locale "continua a crescere"(anche per i minori trasferimenti dallo Stato agli enti locali)quella erariale tende a spostarsi "dal reddito verso i consumi" ma "resta costante e comunque nel complesso la pressione fiscale cresce" ed "il bonus è stato compensato dall'aumento delle altre imposte".Ed il rapporto Cisl "dice" anche che se è vero che il bonus è andato  a categorie di lavoratori non certo richissime(redditi al di sotto di 1500 euro) il bonus,"ha determinato una redistribuzione a favore dei lavoratori dipendenti a scapito di pensionati, lavoratori autonomi e, in generale, dei contribuenti a bassissimo reddito. 
Ed allora ed alla fine,conclude la Cisl,"il bonus è stato più che compensato dall'aumento di Iva, accise e addizionali Irpef . 
 E adesso chi ha il coraggio di dirglielo alla Picierno ?  Volontari cercasi.


15 novembre 2014

NONOSTANTE RENZI





No,qui non si tratta di "banlieue".Qui si tratta della rivolta degli abitanti della borgata romana di Tor Sapienza,della rabbia della gente comune di Tor Sapienza.Quella gente che non fa rumore e non fà notizia,ma che un giorno decide di riprendersi la propria vita,scendendo nelle strade del quartiere facendo quello che mai avrebbe voluto fare:protestare e magari scontrarsi anche fisicamente,se necessario,con gli immigrati clandestini che vivono accampati in un centro di accoglienza nella zona,perchè responsabili,secondo gli abitanti,del degrado del quartiere.Non si tratta di razzismo,come si dice nei salotti radical chic della Roma bene.La realtà,invece,è che a Tor Sapienza la gente non ne può più di vedere,ogni giorno,gli immigrati clandestini aggirarsi per le strade ubriachi,che oltraggiano i passanti,che rubano,molestano le donne.Gli uomini e le donne di Tor Sapienza hanno già tanti problemi.Molti di loro non hanno lavoro e nelle famiglie c'è già tanta tensione per i drammi economici e morali della disoccupazione.Fanno fatica a sopravvivere i cittadini di Tor Sapienza è perciò non accettano che altra gente,violenta oltretutto,possa ricevere aiuti dallo Stato e quindi,per paradosso,anche da loro stessi,mentre loro,la gente di Tor Sapienza dallo Stato è abbandonata.Quello stesso Stato che invece entra nelle case e nelle vite (anche)della gente di Tor Sapienza e con la violenza di una fiscalità immorale e incivile e che toglie a chi poco ha.Quello stesso Stato che non dà tutele sociali ed economiche per aiutare chi in questo momento di crisi così tanto stenta.Quello stesso Stato che non dà  protezione e sicurezza alle persone.

E mentre tutto questo accade continua ad esserci il terzomondismo d'accatto della sinistra di governo che con superficialità,fatuità e tanta demagogia parla il "politically correct" di una "cultura dell'accoglienza" e che "impone" nei fatti,senza prima farla crescere nella coscienza della gente,una forzosa integrazione etnica destinata poi ad esplodere nell'intolleranza come sta succedendo a Tor Sapienza.Ma anche i media hanno la loro responsabilità,quando distorcono la verità facendo diventare razzisti e violenti chi in realtà tutti i giorni la violenza la subisce.Ma perchè non c'è stata prima la rivolta di Tor Sapienza?E perchè la rivolta non c'è in altre parti d'Italia,dove pure ci sono episodi del genere degli immigrati?Forse la risposta è semplice:gli italiani sono un popolo tollerante e sinceramente disposto all'accoglienza,al contrario dei tanti falsi farisaici e pilateschi governanti europei.E i fatti di Tor Sapienza sono una lezione anche per la sinistra di governo,che sicuramente non s'aspettava e che forse si è indignita all'insorgere di quella gente disperata.Sì,perchè la sinistra dei salotti romani ed anche i nuovi rampantini di Governo,come le Picierno e le Boschi e le Mogherini,piccoli ed insignificanti esserini messi lì a governare un paese culturalmente e socialmente complesso,mai avrebbero immaginato che la loro opera di terzomondismo alla "volemose bene"potesse essere respinta proprio dalle classi più povere che,secondo loro,avrebbero dovuto esprimere più facilmente la solidarietà di classe.Ed ecco che gli abitanti di Tor Sapienza divengono,per la sinistra italiana,razzisti,xenofobi e fascisti.E magari trogloditi che non hanno voluto imparare la parola "accoglienza",che invece pronunciano così bene i sinistri personaggi,standosene comodamente seduta sui sofà dei salotti romani.E come al solito le istituzioni pubbliche,amministrate dai Renzi e dagli Alfano,se la sono squagliata da Tor Sapienza(qualcuno ha visto Renzi dalle parti Tor Sapienza per cercar di cambiare verso in quel quartiere?).
Ma Tor Sapienza non sarà un caso isolato.Perchè lì è esplosa non solo la rabbia contro il degrado portato dagli immigrati,ma anche una rivolta contro il degrado della politica,contro questo Stato senza diritto nel quale la società ed il cittadino sono dimenticati dal parassitismo degli abitanti dei palazzi delle istituzioni che continuano ad arroccarsi nei propri privilegi.Anche se al governo c'è il nuovo,anche se al governo c'è Renzi.

12 novembre 2014

L'ALTRO PROCESSO



In Italia oramai le sentenze,prima e più che nelle aule dei Tribunali,si celebrano nelle piazze dinanzi al Tribunale del Popolo chiamato "pubblica opinione".E certi giudici,pur di compiacere la pubblica opinione e pur di acquistare visibilità,emettono poi proprio quelle sentenze che il Tribunale del Popolo della pubblica opinione VUOLE che siano emesse.E se queste sentenze non sono poi date,subito si alza alto e forte il grido:"Vergogna".Forse sarebbe opportuno,invece,che invece di urlare:"Vergogna" contro una sentenza di assoluzione emessa "PERCHE' LE ACCUSE NON SONO STATE DIMOSTRATE"(questa la motivazione di assoluzione degli imputati nel processo Grandi Rischi), ci si interrogasse sul modo di condurre le indagini  e delle prove portate dinanzi ai giudici,i quali,a dispetto delle condanne già emesse dall’opinione pubblica,fanno(devono fare)una valutazione sugli elementi probatori certi che a loro vengono sottoposti.Che fiducia può dare uno Stato,quale certezza del diritto si potrebbe più avere,di quale "giusto processo" si potrebbe più parlare se si seguisse il sentire generale senza valutare le prove?Che significato avrebbe più il diritto costituzionalmente garantito alla difesa in ogni grado e stato del giudizio che costituisce così tanta parte della nostra democrazia?

Detto questo, all’Aquila,in realtà,ci sarebbe dovuto essere un processo che nessuno ha mai aperto.E non è un processo alla Commissione Grandi Rischi quello da farsi,ma un procedimento nei confronti di ben altri soggetti che dovrebbero sul banco degli imputati:quegli imputati sono coloro i quali permisero che la città arrivasse così impreparata a un terremoto come quello del 6 aprile,in una zona,oltretutto,ad alta sismiscità come quella regione dell’Abruzzo.Basti pensare che la prima brochure per la popolazione sul rischio sismico è arrivata tre anni dopo il terremoto è stata preparata,stampata e diffusa dal sindaco solo dopo due anni dal terremoto.
in occasione della sentenza di primo grado, venne sollevata anche un’obiezione che coloro che gridano“Vergogna” non possono ignorare: “Quale scienziato vorrà esprimere la propria opinione sapendo di poter finire in carcere?”,si leggeva in un comunicato dell’Istituto di geofisica e vulcanologia.“La sentenza di condanna di L’Aquila rischia,infatti,di compromettere il diritto/dovere degli scienziati di partecipare al dialogo pubblico tramite la comunicazione dei risultati delle proprie ricerche al di fuori delle sedi scientifiche,nel timore di subire una condanna penale. Condannare la scienza significa lasciare il campo libero a predicatori che millantano di sapere prevedere i terremoti, rinunciando di fatto al contributo di autorevoli scienziati”.Già,è proprio così.Senza contare poi un altro fatto.Se gli scienziati chiamati a "prevedere" i terremoti danno l'allarme e poi l'evento sismico non avviene,gli stessi scienziati potrebbero teoricamente essere condannati a rispondere per il reato opposto e cioè quello di "procurato,falso allarme"(Art. 658 del Codice Penale).E allora il vero processo che va celebrato è un altro.Le indagini dovrebbero ricomprendere tutte le autorizzazioni a costruire date da quegli amininistratori locali nei decenni precedenti,anche da quei sindaci che,con il loro comportamento clientelare,hanno permesso alla città di sgretolarsi sotto l’effetto del terremoto del 6 aprile 2009.Se le case, gli edifici e le infrastrutture aquilane avessero retto e fossero state a norma, infatti,non ci sarebbero state le 309 vittime che invece ci sono state.Ma un processo così sembra ben lontano dall’essere celebrato.

11 novembre 2014

SAN MARTINO


El Greco: San Martino divide il mantello con un mendicante
11 novembre festa di S.Martino, Vescovo di Tours


San Martino divide il mantello con un mendicante (Dipinto autografo di
El Greco,nome d'arte del pittore,scultore ed architetto greco Dominikos Theotokopoulos)


02 novembre 2014

QUEI 18 SASSI


Il 2 novembre 1975 moriva sul litorale romano,nelle drammatiche circostanze che tutti conoscono,Pier Paolo Pasolini.Poeta,scrittore,regista,critico letterario,saggista,fu una delle più belle espressioni della cultura italiana.Nel posto in cui fu ritrovato il corpo vennero posti 18 sassi che in origine,prima che in quel luogo fosse costruito il monumento a lui dedicato delimitavano in un ovale il luogo della sua fine.
E 30 anni fa,il 31 ottobre del 1984,moriva Eduardo De Filippo,un'altra delle più grandi voci del teatro italiano.
Eduardo De Filippo e Pier Paolo Pasolini avevano tanto in comune:genialità,arte,poesia.E avevano anche una grandissima stima reciproca.A dimostrazione di ciò,Eduardo sentì il bisogno di scrivere una poesia per Pasolini all'indomani della sua morte:

PIER PAOLO
di EDUARDO DE FILIPPO
Non li toccate
quei diciotto sassi
che fanno aiuola
con a capo issata
la «spalliera» di Cristo.
I fiori,
sì,
quando saranno secchi,
quelli toglieteli,
ma la «spalliera»,
povera e sovrana,
e quei diciotto irregolari sassi,
messi a difesa
di una voce altissima,
non li togliete più
Penserà il vento
a levigarli,
per addolcirne
gli angoli pungenti;
penserà il sole
a renderli cocenti,
arroventati
come il suo pensiero;
cadrà la pioggia
e li farà lucenti,
come la luce
delle sue parole;
penserà la «spalliera»
a darci ancora
la fede e la speranza
in Cristo povero.
[1975]

29 ottobre 2014

IL CENSORE CIECO






La notizia non è arrivata inattesa,anzi era già tutto drammaticamente previsto:"E' stata impiccata a mezzanotte del 25 ottobre Reyhaneh Jabbari,la giovane donna iraniana condannata a morte nel 2009 per aver ucciso l'uomo che tentava di stuprarla".
Leggendo questa notizia è stato come rileggere il libro della scrittrice iraniana,insegnante di letteratura inglese all'Università di Teheran,Azar Nafisi:"Leggere Lolita a Teheran".Nel libro la scrittrice racconta fatti realmente accaduti e introduce riflessioni sulla società ed il regime iraniano.Nella narrazione Nafisi racconta della sua proposta a sette sue studentesse di venire a casa sua,per discutere di letteratura.Per due anni Nafisi vede le ragazze entrare in casa e "togliersi il velo" a loro imposto da un regime violento ed autoritario.Col velo le ragazze "si levavano molto di più.Ognuna di loro acquistava una forma,un profilo,diventava il proprio inimitabile sé".Le donne leggono Nabokov,Henry James,Jane Austen. Discutono con passione di Lolita e di Daisy.La letteratura è la loro forma di autodifesa dal regime.Ed il seminario a casa della scrittrice diventava una sorta di sberleffo alla realtà della città sotto di noi".Ma sono pur sempre a Teheran, e fuori da quel salotto restano grigiore e proibizioni.Ed il terrore.
"Leggere Lolita a Teheran" è come guardare la vita delle donne iraniane che attraversano la vilenta,brutale,rivoluzione islamica iraniana.È un mondo di libri vietati,di ragazze punite se hanno le unghie dipinte,che "devono" portare il velo.Nafisi cita il Nabokov di "Invito a una decapitazione": insopportabile "non è il vero dolore fisico o la tortura che si infligge in un regime totalitario,bensì l'incubo di una vita trascorsa in un'atmosfera di continuo terrore".
Perché proprio Lolita?Perchè nella storia della ragazza di 12 anni tenuta "prigioniera" dall'uomo che ne fa la sua amante,Nafisi e le studentesse vedono "una denuncia dell'essenza stessa di ogni totalitarismo".A Lolita,dicono, "è stata sottratta la vita,ma anche la possibilità di raccontarla".
Con il libro Azar Nafisi vuole trasmettere quel senso di soffocamento che il regime integralista ha sparso sopra i cieli di Teheran.E soprattutto sente la necessità di riflettere su "come siamo arrivati a questo".Tutto cominciò nel 1979,quando,terminati gli studi negli USA,torna a Teheran.Lì la rivoluzione-di cui anche lei era sostenitrice-era vittoriosa.Lì cominciò ad insegnare letteratura angloamericana all'Università di Teheran.Lì parla di Fitzgerald e di Twain,di Hucklberry Finn e di Gatsby.Ma lì ci sono anche assemblee sull'imperialismo e la denuncia della società borghese,e gli studenti islamici occupano l'ambasciata americana.Così dopo mesi di scontri,arresti,morti,le correnti islamiche prendono il controllo delle università,le correnti "liberali" sono sconfitte,le voci laiche zittite.Ecco perchè "siamo arrivati a questo".Perchè distruggendo la parola libera nell'università tutti hanno contribuito a distruggere la propria cultura,la propria nazione,la propria libertà.Questo è accaduto in quelle assemblee infuocate quando tutti parlavano per chiedere quello che già avevano,e cioè la libertà di parola,i diritti.A quelle assemblee infuocate partecipavano studenti che poi finiranno loro stessi vittima delle purghe.E Azar Nafisi avverte: "Siamo tutti in grado di trasformarci nel censore cieco"criticando senza capire,senza vedere il vero,altro "male",la corruzione della democrazia,l'instaurarsi della dittatura.
Difronte all'impiccagione di Reyhaneh Jabbari,anche noi occidentali,che comunque viviamo in un mondo ancora laico e liberale,siamo incapaci e vigliacchi nel fingere di non vedere gli omicidi di libertà che avvengono in tante parti del mondo,come l'Iran,per l'appunto.Ecco.Censuriamo  solo i mali delle nostre società,dove comunque c'è democrazia,Ma siamo censori ciechi.Nella nostra cecità intellettuale e morale,siamo solo censori ciechi.E sordi.Come abbiamo potuto,dal 2009(data di condanna a morte di Reyhaneh)ad oggi stare zitti,fingendo di non vedere?

26 ottobre 2014

SERIETA' NON TWEET


"Pare" che l'Italia,con il governo Renzi,sia stata presidente di turno dell’Unione Europea nel secondo semestre di quest'anno.Pare.Perchè,a dire il vero,non è che se ne siano accorti in molti.Il Governo Renzi,come Presidente di turno non è che abbia lasciato o stia lasciando tracce della sua presenza.Eppure proprio Renzi & C.aveva annunziato iniziative incredibili e formidabili.Prima di ogni altra quella di convincere i Paesi europei cosiddetti "rigoristi" ad adottare linee più flessibili sul rispetto dei parametri economici stabiliti dall'Unione,per favorire crescita e sviluppo.Ed invece,a 2 mesi dalla scadenza del semestre italiano di presidenza,si può tranquillamente dire che nessuna delle meraviglie preannunciate da Renzi è stata realizzata.A cominciare proprio da quella principale:figuriamoci se Frau Merkel poteva mai concedere qualcosa,ed all'Italia poi.Ma la presidenza italiana è stata inesistente anche in altri campi nei quali pure bisognava portare l'Europa su posizioni comuni.Ad esempio c'era da chiedere all'Europa impegni concreti sul problema dell'immigrazione,un problema,oltretutto,che interessa principalmente la stessa Italia.Ed invece niente di niente.Solo un genericissimo accenno ad una ipotetica operazione "Frontex".E poi.Incapacità totale di portare avanti una poltica europea comune sulla crisi ucraina,anzi.Nel vertice Europa-Asia svoltosi a Milano,il Presidente italiano della Ue è stato bellamente messo alla porta e della crisi ne hanno parlato in un incontro a 4 Russia,Ucraina,Francia e Germania,con i padroni di casa,gli italiani,appunto,ad aspettare in anticamera per conoscere gli esiti della riunione.Anche sulla necessità di dare risposte comuni al terrorismo islamico dell'Isis,c'è stata l'incapacità di coordinare una linea comune europea.Ed allora l’unico risultato concreto è stata la nomina di Federica Mogherini a Rappresentante dell’Unione per gli Esteri.Un ruolo che non conta nulla,mentre la solita Germania ed altri Paesi si sono assicurati Presidenze ben più "pesanti" come quelle economiche.Ed allora,tranquillamente,si può dire che la Presidenza italiana della Ue è stata un fallimento totale.
Ed intanto le politiche economiche italiane continuano ad essere sottoposte all'occhiuta vigilanza dei Paesi nordeuropei come la lettera pervenuta dall'Europa ha dimostrato e con la quale il governo italiano viene bacchettato pesantemente.
Insomma,il semestre è servito all’immagine di Renzi ma non all’Italia.Perchè anche Insomma,da Presidente UE Renzi ha pensato solo al suo futuro politico italiano.Ha fatto finta di battere i pugni sul tavolo solleticando così quel sentimento antieuropeo sempre più montante anche in Italia,restando comunque realtà insignificante nella linee politico-economici europee.Qualcuno potrà dire che non è solo colpa di Renzi se l'Italia si trova ad agire in uno scenario difficile,con un ritardo strutturale,in quanto a debito pubblico ed a riforme di sistema.Vero.Ma l'impressione che si ha è che Renzi rincorra un narcisismo politico e personale più che dar mano a riforme vere che in Italia nemmeno sono state avviate,nonostante il suo scadenzario politico-economico.Ma il fatto è che l’Europa giudica Renzi non per le sue promesse mirabolanti ma per aver realizzato una legge di stabilità che porta il deficit di bilancio  ad oltre il 3%,cioè sforando il tetto previsto.E l'Europa giudica il governo italiano come espressione esatta di un’Italia che badando troppo all’apparenza,ai tweet ed alle slide e poco alla sostanza continua a non essere affidabile.Lo ha detto chiaro e tondo l'Europa nella lettera inviata al nostro Governo:"L'Italia prevede una significativa deviazione dal richiesto percorso di aggiustamento strutturale.Il piano di bilancio pospone il raggiungimento degli obiettivi di medio termine al 2017 e rallenta la riduzione del debito sul Pil neglia anni a venire.E allore,chiede l'Europa:"Come assicurerà l'Italia un pieno rispetto degli obblighi di bilancio nel 2015?"Difronte a queste domande il borioso premier italiano deve delle risposte.All'Europa e agli italiani.E le deve dare con serietà,senza battute slide o tweet.

21 ottobre 2014

SOPRAVVIVEREMO



Scomparsi,spariti,o forse in via di estinzione.Ed allora sarà bene che per "loro" si crei,ed in fretta anche,un'associazione per la salvaguardia della specie.Per la salvaguardia della speciale specie dei rossi comici italioti,ora ridotti a seriosi opinionisti su giornali più o meno seri.Di "loro" è da un pò che si son perse le tracce.Nessun avvistamento,scomparsi dagli schermi radar,notizie non pervenute.E un preoccupato pensiero di loro esistenza in vita(televisiva)ti assale.Ma la preoccupazione è poi subito sostituita da un profondo senso di pietà.In fondo facevano(male)il loro mestiere di presunti comici ed ora che non si sentono più e che nessuno se ne cura più,l'ascoltatore tv comprende che la loro comicità tanto comica poi non era,e che "loro",i telecomici,campano sulla transumanza televisiva tra i vari rossi talk show:da "Ballarò" a "Servizio pubblico" alle "Invasioni Barbariche",con qualche toccata snob al festival della borghesia di Sanremo.
Il popolo della sinistra ghigliottinara e forcarola li adorava.E li aveva beatificati.Ma ora,in tempi di renzismo rampante ed imperante,e con il Patto del Nazareno in giro,i poveretti sono scomparsi dalla circolazione.Le varie Serena Dandini e Sabina Guzzanti(nella foto in alto le due appaiono più accettabili di quanto invece sono);le Luciana Litizzetto e i Paolo Rossi e i Roberto Benigni ed i Vauro sono come le temperature dell'aeroporto di S.Maria di Leuca:"non pervenuti".E chi ancora tenta di resistere,come Crozza,vede scemare ogni giorno di più l'audience.E il povero Maurizio deve arrabbattarsi e continuare penosamente nell'imitazione di Razzi.
Ma com'è che i suddetti(e supposti)comici sono scomparsi dalla circolazione?La verità è che da quando Silvio Berlusconi è stato cacciato dal Senato,da quando la giustizia italiana ha buttato Silvio fuori dal palcoscenico politico,"loro",i sinistri comici d'Italia sono andati in crisi nera.Eh,già.E che comicità vuoi fare adesso?Su Alfano o la Lorenzin?Su Toti o la De Girolamo?O sulla Picierno o la Mogherini?E chi sono costoro?Sarebbe come sparare sulla Croce Rossa:fare comicità su personaggi comici.
La realtà è che adesso non c'è più il "Male Assoluto",non c'è la Parte Oscura della Forza(Italia).Non c'è più "Lui",il "Mostro",cancellato dal teatrino della politica da quella Compagnia di tetri teatranti della Magistratura italiana.Sì,insomma non c'è il "Cavaliere Nero",non c'è Silvio Berlusconi che faceva campare tutta la compagnia d'avanspettacolo della comicità sinistrorsa nostrana.Non c'è Silvio e non ci sono le Dandini e le Guzzanti,i Luttazzi e le Litizzetto;i Rossi e i Benigni ed i Vauro.E vabbè.Ce ne faremo una ragione.Cercheremo di sopravvivere anche senza di loro.

12 ottobre 2014

IL MALE DI VIVERE






Il 12 ottobre 1896 nasceva Eugenio Montale.Il poeta del "male di vivere".Della negatività,nel senso di non saper dire,perchè l'angoscia di vita che pervade l'uomo è tale da non far trovar parole sufficienti sulla capacità dell'uomo di capire,sulla capacità e la possibilità,per l'Uomo,di vincere la sua battaglia quotidiana con la vita,con l'esistere.


Il tema della poesia di Montale fu sempre il male di vivere,la coscienza della sconfitta dell'uomo prigioniero di un mondo di cui gli sfuggono le premesse e le conseguenze.
E' l'angoscia che spinge Montale a scrivere. L'angoscia e la coscienza dell'inutilità di ogni battaglia;ma questo pur tuttavia non gli faceva assumere un atteggiamento pietistico e rassegnato.La certezza della sconfitta non presuppone l'abbandono della speranza,che anzi sopravvive e si fa più evidente nel versi dedicati al mare, laddove questo è visto come termine positivo,come autentica lezione di vita.Se non è allora possibile trovare una risposta all'inutilità del vivere,allora è necessario conservare almeno l'aspirazione a che questo possa un giorno più o meno lontano,avvenire.
Che può offrire all'uomo,allora,la poesia?Qualche storta sillaba e secca come un ramo,dice Montale.Non certo risposte, nè tantomeno certezze.Tutt'al più la coscienza di ciò che non siamo,ciò che non vogliamo.La poesia ha valore in quanto documento di un male di vivere dalle proporzioni cosmiche

30 settembre 2014

POTERI FORTI


Chissà perchè quando le cose cominciano ad andar male i premier cominciano a prendersela con quella categoria non ben definita dei c.d. "poteri forti"".Lo fece già Mario Monti:"Il mio governo e io abbiamo sicuramente perso in questi ultimi tempi l’appoggio che gli osservatori ci attribuivano dei poteri forti;non incontriamo favori in un grande quotidiano rappresentante e voce di potere forte e in Confindustria”.Ora è la volta di Matteo Renzi che,appena rientrato daglli USA,ha concesso una prima intervista a "Repubblica",nella quale insiste nella favola dei "i poteri forti" che lo vogliono sostituire.Renzi si vanta di essere uno che parla chiaro(ma certe volte farebbe bene a star zitto,soprattutto quando parla in inglese)e dice che "negli ultimi giorni si sono schierati contro il governo direttori di giornali,imprenditori,prelati».Il direttore in questione era quello del Corriere della Sera,Ferruccio De Bortoli,che si è permesso di scrivere le sue dure critiche a Renzi.La colpa di De Bortoli,sarebbe,secondo il Renzi-pensiero,è il suo atteggiamento poco "compiacente" nei suoi confronti e della sua "formidabile" squadra di governo,in cui per De Bortoli,"la competenza è un criterio secondario".Tra i poteri forti ci sarebbero poi gli imprenditori e tra questi,il suo (ex) amico Diego Della Valle,che intervenendo a “Otto e Mezzo” gli ha dato del "sòla".Quanto ai prelati è evidente che Renzi si rifeririva alle parole del segretario generale della CEI,Monsignor Nunzio Galantino,che lo ha accusato sostanzialmente di essere un venditore di fumo.In questo caso Renzi,ricordandosi del detto:"scherza con i fanti ma lascia stare i santi",ci è andato più cauto,dicendo a "Repubblica" che certi amici vescovi gli hanno detto che in realtà c'era un equivoco,e che le parole di Galatino erano dette a titolo personale.E allora,se è così,Galantino è un potere forte che tanto forte non è poi che sia.Ma chi sono gli altri poteri forti che cospirano nell’ombra per mettere il bastone tra le ruote all’azione riformatrice del governo?Certo non l’a.d. di Fiat Chrysler Automobiles,Sergio Marchionne,con il quale il premier ha fatto ufficialmente coming out.E certo potere forte per Renzi non deve essere nemmeno Carlo De Benedetti,se è vero che il Sottosegretario alla Presidenza Del Rio,è andato in pellegrinaggio ed in ginocchio proprio a casa di De Benedetti per "rassicurare" l'Ingegnere su qualche "questioncella" dell'Olivetti.
In ogni caso è l'analista Leopoldo Voronhoff su "Formiche.net" a offrire una panoramica di tutti i rapporti tessuti in questi anni da “Matteo” a livello internazionale. 
Ed infatti negli USA Renzi ha stretto un rapporto molto intenso con l'ex consigliere reaganiano,Michael Ledeen,ora eletto suo consigliere di fiducia.SempreVoronhoff racconta l'ipotesi che Renzi sia sostenuto dai finanziari di Morgan Stanley,la banca che di recente ha chiamato nel proprio "advisory board" ,tu guarda le coincidenze,il fiorentino e renziano Lorenzo Bini Smaghi.Nel mondo industriale,poi,non è che Renzi debba fronteggiare chissà quali poteri forti.Non certo quelli di Oscar Farinetti,il genio di Eataly,o l'ad di Luxottica,Andrea Guerra e nemmeno lo stilista Brunello Cucinelli,nè tanta parte della nobiltà fiorentina.
E allora?Chi sono i poteri forti che vogliono far fuori Renzi?Forse Bersani che accusa il premier di emarginare le voci che nel Pd sono diverse dal pensiero unico del Segretario-Premier?Oppure Pippo Civati,potere forte per eccellenza per quel 14% riportato alle primarie?.Ma forse potere forte che parla male del governo è il Cnel che ha detto che per "tornare ai livelli occupazionali pre-crisi servirebbe la creazione da qui al 2020 di 2 milioni di posti di lavoro".O forse potere forte che ostacola le magnifiche e progressive sorti di questo governo sarà l'Istat che ha certificato che il tasso di disoccupazione giovanile ha raggiunto il livello record del 44,2%,il più alto dal 1977.Sì,ecco devono essere questi i poteri forti,i "gufi" antigovernativi.Quelli che cercano di far capire alle Picierno o alle Serracchiani piuttosto che a Renzi,che qui non si tratta di poteri forti ma della debolezza di vita della gente in balia di un governo di giovanotti e giovanotte ai quali l'unica cosa che riesce bene è un bel selfie di gruppo a Palazzo Chigi.

26 settembre 2014

MORTE A NAPOLI





Quando andavo all'Università "Federico II" di Napoli,ci passavo sempre accanto.E ci passavo sempre guardandola con rispetto,quasi con timore,sapendo cos'era a Napoli la libreria  Guida,sapendo chi c'era stato nella libreria Guida a Napoli.Un tempio della cultura e del sapere non solo di Napoli ma di tutt'Italia.
Adesso che l'Università l'ho finita da un pezzo,ogni tanto ci torno(ci tornavo)a Napoli ed ogni tanto,inevitabilmente,vado(andavo)alla libreria Guida,a respirare l'odore dei libri freschi di stampa,a dare una scorsa alle nuove uscite editoriali,a leggere critiche letterarie sulla produzione classica e moderna,italiana e straniera.
Anche l'altro giorno ci sono passato,anche l'altro giorno volevo andarci per consumare il mio rito antico tra le mura di uno dei Templi della Cultura italiana.Ma ho trovato fuori del "Tempio" tantissimi ragazzi urlanti e schiamazzanti e  e tanta gente in attesa di avere accesso alla libreria Guida dove da due giorni per entrare bisogna mettersi in fila,che poi è una fila lunghissima. E così,chiedendo e quasi rifiutandomi di accettare la risposta,ho capito quello che temevo.La libreria Guida stava svendendo le sue immense giacenze di volumi.La gran parte al trenta per cento del prezzo di copertina, qualcuno al cinquanta,quelli più antichi e preziosi (ce ne sono che valgono anche tremila euro) con sconti da stabilire.
Ho avuto un colpo al cuore.Guida era l’ultimo respiro di uno dei più antichi e prestigiosi salotti culturali di Napoli.Due piani di banchi,scaffali,corridoi e sale dove sono passati Kerouac e Ginsberg,Ungaretti e Moravia.Nella Saletta rossa per decenni si è dibattuto di tutto,dalla politica alla poesia alla storia ed alla musica.E di letteratura, ovviamente.Poi,nel marzo 2013,il fallimento,la chiusura. Per fare l’inventario dei settecentomila volumi custoditi in questi locali,più le stampe,gli arredi e i circa trecentomila libri conservati in un deposito in periferia, c’è voluto un anno e mezzo.Ed ora era arrivato il momento di smaltire tutto.Un colpo al cuore.Guida,per me,era un qualche cosa di trascendente,un qualcosa posto nell'Empireo della Cultura internazionale.Ed ora,invece,eccoli là i suoi incredibili volumi dati in pasto a gente che della cultura non sa che farsene,ma che,non appena acquisito il libro,lo rivenderà a chissà chi guadagnandoci chissà quanto.Che tristezza.Una fila interminabile di gente in fila con almeno un’ora di anticipo(come quando si va ai botteghini dello stadio)e inserendo il proprio nome in una lista autogestita(come succede in certi ambulatori ospedalieri o all’Inps)in attesa che cominci la distribuzione dei numeri e l’accesso a gruppi di cinquanta per volta.
Come me ho visto altra gente con tanta malinconia addosso,con i ricordi di tutti quelli che di ricordi ne hanno tanti della libreria Guida.Ricordi di testi scolastici o universitari comprati o venduti,di libri regalati o scelti per sé,di pomeriggi passati a girare tra banchi e scaffali.Di un tempo in cui non esistevano i megastore,gli audiobook e altre diavolerie del genere che,per me almeno,con la cultura nulla hanno a che vedere.
Purtroppo il "caso" Guida non è il solo per la cultura napoletana.Prima lo sfratto di Treves, poi la chiusura di Guida e solo pochi mesi fa, quella di Loffredo.Senza parlare poi dell'incendio del 2013 della Città della Scienza,una vicenda che mi fece ricordare "Il nome della Rosa",Guglielmo di Baskerville e Adso,l'incendio della Torre del Monastero e la distruzione dell'immenso patrimonio di libri in essa contenuto.
Guardando quella scena di "saldi" della cultura,pensavo che in quelle stesse stanze della libreria Guida,una volta frequentate dalle più belle intelligenze della cultura e della letteratura italiana e mondiale,ci andrà a finire,magari,in un giorno forse nemmeno tanto lontano,una pasticceria o una friggitoria o un locale per le pizze d'asporto. 
E ripenso anche,e con rabbia,alle frasi truffatrici e alle parole vergognose,alle impudenze dette da tutti quei politici napoletani che per Napoli prospettavano e promettevano un "Rinascimento napoletano".A pensare a quelle cose,e a guardare invece alla fine delle librerie(e perciò della cultura)capisci perchè Napoli sta morendo,perchè la grande tradizione della cultura napoletana sta morendo.Vedi Napoli e poi muori si diceva una volta.Ma adesso chi sta morendo è proprio e solo Napoli,la sua cultura e con essa,la sua possibilità di riscatto.   

23 settembre 2014

ESSERE VIVO



41 anni fa moriva a Santiago del Cile,uno il grande scrittore sudamericano Pablo Neruda,che Gabriel Garcia Marquez definisce: “Il più grande poeta del ventesimo secolo”.Qualcuno,in verità definì Neruda un "poeta-pittore".Poeta-pittore”,in quanto Neruda,proprio come un pittore,usa una tavolozza di parole per dipingere il grande quadro della vita.Per alcuni ci vogliono anni,per altri istantanei momenti ispiratori."Dipingere" l’esistenza,non è certo cosa semplice,ma per lui lo era.Leggere una sua poesia,quindi,è come ammirare un quadro;lasciarsi prendere dall'emozione di vivere,cercando la chiave di lettura dell'opera e del pensiero di Neruda.E la chiave di lettura di Neruda era il vivere,l'esistere.Ecco,l'esistenza,il vivere.Solo quando ci si immerge nella sorgente dell’esistenza,abbeverandosi dei piaceri che la vita comunque offre,respirando piccoli sprazzi di quotidianità, godendo di essi, nutrendoci del semplice “vivere”,comprendendo che è il presente ciò che conta, riusciamo a cogliere la bellezza del vivere nel quale acquietare il nostro animo e provare il senso della felicità.Ma la felicità ed il piacere di vivere va ricercato anche sapendo affrontare e sconfiggere l'ozio mentale,il conformismo culturale,l'angoscia e la "paura" di vivere,di andare oltre per cercare altro.Questo il senso,il significato,l'essenza della poesia "Lentamente muore"(che alcuni,attribuiscono a Medeiros,che,però,mai ne rivendicò la primogenitura).Morire di noia(come anche per Moravia).Morire senza aver fatto(o almeno cercato di fare)nulla.Morire senza aver cercato di esistere,di essere vivo.

15 settembre 2014

LA LIBERTA' E' UN DOVERE



       


Otto anni.Otto anni sono passati da quel 15 settembre 2006,dalla sua morte,dal giorno della morte di Oriana Fallaci.A lei avrebbero dato sicuramente fastidio tutte le celebrazioni postume,la maggior parte delle quali false ed ipocrite,che in questi giorni in tanti,in troppi faranno.Che faranno,magari,proprio quelli che in vita l'attaccarono con violenza,con ferocia ed infine con viltà,quando la malattia l'aveva oramai definitivamente debellata.E otto anni dopo la sua morte, continuiamo a parlare di lei,dei suoi libri-denuncia contro i rischi del fondamentalismo islamico e la colpevole inerzia dell'Occidente.Subito dopo la tragedia dell'11 Settembre i suoi libri("La Rabbia e l'Orgoglio","La Forza della Ragione","Oriana Fallaci intervista se stessa" e "L'Apocalisse")sferzarono l'Occidente intero e la sua decadente cultura.E di lei ne dovremmo parlare ancor più in questi giorni quando quel fondamentalismo islamico sgozza e mozza teste occidentali,perchè a questo ha portato,come proprio la Fallaci denunciava,la codarda,pusillanime,vigliacca politica dei governi occidentali.
Quei suoi libri,quelle sue idee riscossero tanto successo,tanti consensi ma anche(e forse soprattutto)tante critiche feroci.Ed in Italia,la sua (nonostante tutto)adorata Italia,fu accusata di vilipendio all'Islam.Figurarsi cosa potevano importare critiche,offese personali e financo minacce fisiche a lei,a Oriana,a quella donna alla quale il coraggio non era mai mancato(a 14 anni aveva fatto la vedetta per i partigiani).Quello che a lei interessava,pittosto,era la battaglia tesa a scuotere le coscienze,a risvegliare "l'orgoglio" della cultura,della storia,della civiltà occidentale,per evitare che questa abbassasse la testa e soccombesse di fronte alla barbara e cieca violenza degli integralisti.
Sparò ad alzo zero contro tutti:"la sinistra al caviale e la destra al fois gras ed anche il centro al prosciutto mi hanno denigrata,vilipesa,messa alla gogna insieme a coloro che la pensano come me".
Lei voleva che l'Occidente alzasse la testa e ricordasse cos'era la stata la Civiltà Occidentale,qunato era costata l'affermazione della cultura della Tolleranza.Non accettava,non si rassegnava all'idea di una politica dell'accoglienza senza regole che,di fatto,poneva l'Occidente in una posizione supina verso quel mondo arabo integralista che gradualmente invadeva culturalmente l'Occidente tutto.
Di una cosa era convinta:"Stiamo assistendo al tentativo di islamizzazione dell'Occidente.E tutto ciò non avviene per caso ma è insito nel Corano stesso ed è testimoniato da oltre un millennio di conflitti e ostilità tra musulmani e cristiani. Lo scontro di civiltà, volenti o nolenti, era (ed è) già in atto.
E proprio sul dialogo tra civiltà la Fallaci scriveva:"Apriti cielo se chiedi qual è l'altra civiltà, cosa c'è di civile in una civiltà che non conosce neanche il significato della parola libertà.Che per libertà,hurryya,intende «emancipazione dalla schiavitù».(....)Che nella democrazia vede Satana e la combatte con gli esplosivi, le teste tagliate (quanta lungimiranza ! Non è forse quello che sta accadendo proprio in questi giorni?).Che dei Diritti dell'Uomo da noi tanto strombazzati e verso i musulmani scrupolosamente applicati non vuole neanche sentirne parlare. Infatti rifiuta di sottoscrivere la Carta dei Diritti Umani compilata dall'Onu e la sostituisce con la Carta dei Diritti Umani compilata dalla Conferenza Araba. Apriti cielo anche se chiedi che cosa c'è di civile in una civiltà che tratta le donne come le tratta. L'Islam è il Corano, cari miei. Comunque e dovunque.E il Corano è incompatibile con la Libertà,è incompatibile con la Democrazia,è incompatibile con i Diritti Umani.È incompatibile col concetto di civiltà".
Certamente la Fallaci non parlava,anzi,non conosceva affatto il linguaggio del "politically correct",il linguaggio del conformismo e dell'omologazione.Per lei contava solo l'Individuo,il Cervello,le Idee e cioè l'Uomo.Perchè solo con la difesa delle Idee,con l'uso della Ragione l'Uomo è libero.Perciò la Libertà è un dovere più che un diritto. 

14 settembre 2014

41 MESI DOPO





Ho ritrovato,quasi per caso,un mio post scritto un pò di tempo fa,anch'esso sulla giustizia italiana e sui tentativi (tutti finora falliti e chissà se e chissà quando questo sarà mai possibile)di riformare la giustizia italiana.

Giusto per contestualizzare quel post,va detto che esso era del 1° aprile 2011.Era quindi stato scritto quando Silvio Berlusconi era ancora Presidente del Consiglio,VOTATO DAGLI ITALIANI.Era quindi stato scritto solo  pochi mesi prima che in Italia ci fosse una sospensione di fatto della democrazia,arrivata poi nel novembre dello stesso anno con l'intronizzazione di Mario Monti a Primo Ministro,avvenuta sotto l'alto patrocinio di Angela Merkel e Giorgio Napolitano e senza nessuna "audizione" degli italiani.A cotanto governo  sarebbero poi succeduti,sempre per graziosa concessione del Divino del Colle e sempre senza che gli italiani potessero dire la loro,i non eletti(in tutti i sensi)Governi di tali Letta Enrico e Renzi Matteo.

Ecco la riproposizione di quel post 41 mesi dopo.


"Ma che ci sarà di tanto scandaloso in questo tentativo di riformare il sistema-giustizia in Italia?.Leggi "ad personam" si dice.Leggi per salvaguardare il Premier,per salvaguardare Berlusconi,si dice.Ma è proprio così ? E' davvero così? E allora perchè l'Europa ci condanna per la lentezza esasperata ed esasperante dei processi? Perchè l'imputato viene trascinato e violentato nell'elementare rispetto dei suoi diritti,rimanendo per anni e anni, per decenni interi davanti ad un giudice,continuando a guardare quel Crocefisso che è affisso sul muro,dietro le spalle del giudice,sperando che almeno Lui,almeno il Cristo possa mettere fine a questo Calvario in Terra che è diventata la giustizia italiana?
In tempi non sospetti,un  grande giurista,Piero Calamandrei osservava: «Non disdice all'austerità delle aule giudiziarie il Crocifisso: soltanto non vorrei che fosse collocato, come è, dietro le spalle dei giudici. In questo modo può vederlo soltanto il giudicabile, il quale, guardando in faccia i giudici, vorrebbe aver fede nella loro giu­stizia; ma poi, scorgendo dietro a loro, sulla parete di fondo, il simbolo doloroso dell'errore giudiziario, è portato a credere che esso lo ammonisca a lasciare ogni speranza: simbolo non di fede ma di disperazione. Quasi si direbbe che sia stato lascia­to lì, dietro le spalle dei giudici, apposta per impedire che lo vedano: e invece si vorrebbe che fosse collocato proprio in fac­cia a loro, ben visibile nella parete di fronte, perché lo conside­rassero con umiltà mentre giudicano, e non dimenticassero mai che incombe su di loro il terribile pericolo di condannare un innocente».
Ecco,questo diceva Piero Calamandrei.E Piero Calamandrei non era un elettore di Berlusconi. 

13 settembre 2014

LE VITE DEGLI "ALTRI"



E' da quasi 30 anni,dal caso Tortora in poi,che si parla di riforma della giustizia in Italia.Fu infatti la mostruosità di quella vicenda che rivelò in che stato era la giustizia italiana e la conseguente necessità di riformare il sistema giudiziario italiano e di introdurre,finalmente,il principio della responsabilità civile per i giudici che sbagliano.E proprio sull'onda del caso Tortora sembrò ad un certo punto,che qualcosa era cambiato.Con il referendum sulla responsabilità civile dei magistrati promosso nel 1987 dai Radicali di Marco Pannella,stravinto dai "SI" con più dell'80% del voto degli italiani,sembrava che qualcosa fosse davvero cambiata:con quel referendum gli italiani dissero che anche(!)il giudice che sbaglia,che fa male il proprio mestiere,deve rispondere dei suoi errori.Ma quel referendum per una giustizia giusta fu subito spazzato via,quando i magistrati,durante gli anni di "Tangentopoli","imposero" all'allora Ministro Vassalli,di cancellare la legge sulla responabilità dei giudici venuta fuori dal referendum.Ma si sa.Chi tocca i fili della giustizia italiana muore(politicamente,e a volte non solo politicamente).Ne sa qualcosa Berlusconi che dai giudici italiani è stato massacrato;ne sa qualcosa Alfredo Biondi che,da Ministro della Giustizia,voleva "semplicemete"distinguere i ruoli e i compiti della giustizia da quelli della della politica.E ne sa qualcosa Clemente Mastella che dai giudici fu fatto fuori quand'era Ministro a Via Arenula.Ed anche Matteo Renzi in questi giorni sta cominciando a capire cosa significa cercare di riformare la giustizia italiana.E' bastato poco,è bastato che il Premier riducesse soltanto le ferie dei magistrati per far insorgere l'ANM.Ed è bastato quel poco a far scattare l' "avvertimento" al Premier con l'apertura in Emilia-Romagna di inchieste su uomini a lui vicini.Solo quel poco.Figuriamoci poi se si fosse parlato di divisione delle carriere o abolizione del CSM o di quant'altro.Sì,perchè i magistrati non sono uomini "normali".E se la legge è uguale per tutti,per loro no,perchè loro sono,come diceva George Orwell,"più uguali" degli uomini normali.E se essi amministrano la giustizia "in nome del popolo"a quel popolo che aveva votato il referendum dei radicali non vogliono in alcun modo dar conto del loro operato.Intanto è di questi giorni la notizia che Filippo Pappalardi,il padre dei fratellini di Gravina,morti nelle grotte del paesino della Puglia per una caduta accidentale,avrà un risarcimento di 65mila euro.Il padre dei due bambini,infatti,fu incarcerato con l'accusa di sequestro di persona e omicidio dei due piccini.Con il risarcimento è stata riconosciuta all'uomo un'indennità per essere stato ingiustamente incarcerato;per aver subito danni morali considerando la risonanza mediatica che ebbe la vicenda;per i danni personali perchè i magistrati negarono a Pappalardi la possibilità di vedere i figli per l'ultima volta;per danni per la sua salute per la forma di depressione riportata e per danni economici perchè con l'arresto l'uomo venne sospeso dal posto di lavoro.Ed invece l'autopsia accertò poi che i due bambini erano caduti in modo accidentale nel pozzo e non erano riusciti più a risalire.Adesso lo Stato(cioè tutti quanti noi in quanto contribuenti)rimborserà quell'uomo per gli errori degli uomini con la toga addosso.Paradossalmente anche il padre dei bambini,in quanto contribuente dello Stato,dovrà pagare il risarcimento a sè stesso.Ma "loro",i giudici,i veri colpevoli,i veri responsabili,non pagheranno nulla.Perchè "loro" non sono uomini "normali".Perchè per "loro" la giustizia è più uguale che per gli altri,che per gli uomini normali.Perchè loro a nessuno devono dar conto anche se distruggono le vite degli altri,le vite degli uomini "normali".