30 novembre 2013

ALLA SALUTE DEL POPOLO SOVRANO


Ne è passato del tempo da quel 1993,quando si tenne un referendum(promosso dai "soliti" radicali di Marco Panella)per l'abolizione del finanziamento pubblico ai partiti.Certo,allora il risentimento nei confronti della casta politica non era ai livelli attuali ma pur tuttavia l'esito di quel referendum fu schiacciante.Il popolo(sovrano,si diceva una volta per significare che davvero il voto dei cittadini contava qualcosa)si espresse in modo chiaro:stop al finanziamento pubblico.Con quel referendum la gente,in sostanza,disse:signori politici,le mani nelle mie tasche per finanaziare le vostre attività,non le mettererete più.Trovatevi altre forme,altri modi per finanziarvi,così come avviene in maniera del tutto legittima e trasparente ovunque nel resto del mondo. Ma siccome siamo in Italia,siccome siamo nel Paese di una classe politica arrogante, proterva ed immorale,l'esito di quel referendum,espressione della volontà popolare,è stato di fatto ignorato e disatteso.Il popolo vota e decide?E chissene frega.I politici continuano a fare quello che vogliono.E infatti ancora oggi i partiti (anche quelli non più rappresentati in Parlamento)continuano a percepire danaro pubblico,camuffati ipocritamente sotto la più "nobile" formula di "rimborsi elettorali".E quel che è peggio senza nessuna forma di controllo da parte di chicchessia.Cambia il nome,non certo la sostanza.La fregatura resta:sono sempre soldi pubblici,soldi dei contribuenti, che finiscono nelle tasche dei partiti.Ed ogni giorno senti che in qualche Regione o Provincia o Comune,da qualunque partito guidata,di qualunque schieramento politico,destra,sinistra,centro,indistintamente,quei soldi pubblici sono utilizzati per finanziare alte attività "istituzionali" dei politici:acquisto di bottiglie di champagne e cene luculliane,alberghi di lusso,accompagnatrici a tariffa oraria,acquisto di titoli di studio accademici e via di questo passo.Vent'anni sono passati da quel 1993,da quel referendum,che ottenne un incredibile consenso da parte degli italiani ma niente,proprio niente, è cambiato.Pur difronte ad una crisi economica squassante,i partiti,i politici continuano ad incassare fiumi di danaro pubblico,continuando a vivere "un'altra" vita rispetto alla vita della gente comune.Una vita,quella della gente comune,fatta di lavoro che manca,di tassazione che aumenta,di negozi e piccole industrie che chiudono.Questa è la distanza tra la politica e la gente,lo scollamento per così dire "culturale" in senso lato tra il Palazzo e la collettività.
Un giorno succede,però,che dopo "soli" 20 anni dal referendum il procuratore regionale della Corte dei Conti del Lazio si accorge che qualcosa non torna,che quel referendum è stato ignorato,e solleva una questione di legittimità costituzionale.Questa è proprio notizia meritevole di un'edizione straordinaria nei giornali e telegiornali:"Il procuratore regionale della Corte dei Conti del Lazio,Raffaele De Dominicis-riportano infatti le agenzie-ha sollevato questione di legittimita' costituzionale contro le leggi-provvedimenti che hanno reintrodotto il finanziamento pubblico ai partiti."Per vent'anni con una caterva di leggi camuffate,dice De Dominicis,la politica ha eluso i risultati del referendum del '93 in cui la maggioranza degli italiani si espresse in maniera contraria al finanziamento".La questione di legittimità costituzionale e' stata sollevata da De Dominicis nell'ambito dell'indagine nei confronti dell'ex tesoriere della Margherita,Luigi Lusi,uno che come Fiorito,come Belsito,come Penati,come tanti altri,di finanziamento ai partiti ci ha campato alla grande.
E così dopo vent'anni,dopo "soli" vent'anni,Raffaele De Dominicis,si è accorto(ma almeno uno se ne è accorto)che la casta fa quello che vuole alla faccia del popolo sovrano.Ma state tranquilli italiani.Non è che l'intervento di De Dominicis porterà un "sollievo" per le tasche degli italiani ed un pò di moralità nella politica italiana.State tranquili italiani,non succederà nulla.Nulla di nulla.La questione di legittimità costituzionale non sortirà alcun effetto.Perché? Perché siamo in Italia. E magari tra altri venti anni un altro procuratore della Corte dei Conti si accorgerà che l'esito di quel referendum è stato disatteso e quel procuratore,per ritagliarsi un pò di visibilità solleverà un'altra cavillosa e inutile questione.Nel frattempo gli italiani continueranno a pagare l'ICI-IMU-IUC-TASI,TARE ed i politici continueranno ad usare danaro pubblico per le loro "attività istituzionali":festeggiare,andare in alberghi a 5 stelle con le loro "amichette",comprare Ferrari e yacht e a brindare.Alla salute del popolo sovrano,alla salute degli italiani.

29 novembre 2013

UN LEADER E LA "SUA" GENTE


Bottiglie di spumante stappate nella sede di "Repubblica".La senatrice Pezzopane che durante le votazioni per la da senatore di Berlusconi, clicca su facebook,un "mi piace" sulla foto di Berlusconi sanguinante,ferito dalla statuetta del Duomo scagliato da Tartaglia.Ecco,di tal genere sono stati i sentimenti di "quelli" di sinistra al momento della dichiarazione di decadenza di Berlusconi dal Senato.Ora brindano "quelli" del Pd alla "cacciata" dal Senato di Silvio Berlusconi,ripetendo,con ossessione,che il voto contro il Cavaliere segna la fine del ciclo berlusconiano.Ma il cieco e barbaro furore antiberlusconiano che offusca le sinistre menti,impedisce loro di comprendere che la fine del ciclo parlamentare di Berlusconi non coincide affatto con la fine del suo ciclo politico.Anzi.Proprio la scelta di correre a rotta di collo per l'immediata,pubblica "esecuzione"dell’avversario di sempre,interrompe sì il ciclo parlamentare,ma conferisce linfa nuova alla presenza politica di Berlusconi.A intuirlo è Riccardo Barenghi,uomo convintamente di sinistra,ma non "omologato"ed anzi spesso controcorrente rispetto alla sinistra ottusità italiota,che nella sua rubrica "Jena" su "La Stampa",acutamente nota:"E se gli avessero fatto un piacere?"(a Berlusconi n.d.b.).Tra i dirigenti Pd,invece,l'unico ad aver capito la situazione è  Matteo Renzi.Il "fiorentino",infatti,si rende conto che con il Cav. fuori del Palazzo  la prossima campagna elettorale non sarà,nè per il Pd,nè per lui,una vittoria scontata.Ed ha ragione il rottamatore.Berlusconi non è più parlamentare,ma la sua presenza permane forte nella politica italiana.I dirigenti Pd,invece,ancora euforici ed inebriati dalla "vittoria",ancora non realizzano che con quella cacciata hanno catapultato Berlusconi sul terreno a lui più congeniale,dove meglio si muove,e sul quale,da vent’anni,sistematicamente,vince tutte le sue partite,anche le più disperate,come l'ultima campagna elettorale ha dimostrato.
L'euforia del momento non fa percepire al Pd,convinto della fine del ciclo berlusconiano che quello che è successo il 27 novembre 2013 fornisce un propellente eccezionale  alla prosecuzione del ciclo politico berlusconiano,che significa riconquistata centralità di un blocco sociale che si riconosce in un leader,il quale non ha bisogno del posto in Parlamento per essere tale.Perchè nell'immaginario collettivo del popolo di centrodestra,come si è visto nella manifestazione di Via del Plebiscito,tenutasi in contemporanea col voto di decadenza,il leader,"quel" leader,aumenta il consenso,la vicinanza,l'entusiasmo perchè viene percepito essere più vicino alla gente e lontano,molto lontano dai logori rituali dei Palazzi del Potere.
La decadenza libera Berlusconi da ogni legame di governo e lo pone nella migliore condizione per una campagna elettorale non poi così lontana,tenuto conto che anche Renzi,sempre più impaziente,non perde occasione per criticare Letta e per liquidare il suo governicchio.
Insomma.La decadenza di Berlusconi,paradossalmente,dà più forza al centrodestra,perchè Forza Italia non dovrà appoggiare più il governo,potendosi invece presentare all'elettorato come partito antitasse e con una caratterizzazione critica verso una Europa germanocentrica.Ed il centrodestra,che sembrava oramai marginale rispetto a Renzi e alla sinistra,recupera,proprio grazie al suo leader, l'orgoglio della propria identità.E Silvio ruba a Renzi e al centrosinistra(anche mediaticamente perchè l'8 dicembre,giorno delle primarie,ci sarà anche la Convention dei Club di F.I.)il centro dello scena politica.Da adesso in poi, con un governicchio sempre più logoro,incapace di risollevare il Paese dalla depressione per il totale fallimento delle sue "mission" (riforme,ripresa economica e pacificazione politica,tutte miseramente fallite)il centrodestra può puntare di nuovo ad essere l’alternativa liberale.E questo con Berlusconi incandidabile ed ineleggibile.Perché non è la poltrona parlamentare che fa un leader,ma è la sua capacità di interpretare e rappresentare i sentimenti e gli interessi della parte di società che lo considera la propria anima.Leader si nasce,non si diventa. 

 

 

 


25 novembre 2013

L'ULTIMO COMUNISTA

Pasquale Chessa, ''Diventare Presidente della Repubblica rende uomini politici migliori'' Pasquale Chessa, L'ultimo comunista, Giorgio Napolitano, Franco Marini, Presidente della Repubblica, lettura, libri libreriamo.it - recensioni libri
Certo,è difficile stabilire chi,tra Oscar Luigi Scalfaro e Giorgio Napolitano,sia stato tra i peggiori Presidenti della Repubblica.Sicuro è che il comunista Giorgio Napolitano sta facendo di tutto per aggiudicarsi la palma di "miglior" peggiore.Ma insomma,cosa mai starà poi facendo Napolitano?Mah,niente di che per uno che viene dalla tradizione comunista(mai veramente da lui abiurata).Ha "semplicemente" fatto scempio del sistema istituzionale italiano.Ha "solo" stravolto la Costituzione per imporre,di fatto,una Repubblica presidenziale autoattribuendosi il potere esecutivo di capo del governo,commissariando il Parlamento e sospendendo la democrazia sostanziale.Piccolo particolare:Napolitano non è mai divenuto Presidente in quanto eletto dal popolo,come avviene nelle Repubbliche presidenziali.E' stato invece designato da un Parlamento di designati,eletti senza voto di preferenza.Eppure la Carta Costituzionale(che in mano a Napolitano è diventata carta straccia)dice che l'Italia è una Repubblica parlamentare ed in essa il Presidente rappresenta l'unità nazionale.Punto.L'agire di Napolitano,invece,è stata una continua prevaricazione sulle altre istituzioni.Come fece nel novembre 2011,per esempio,quando costrinse Berlusconi a dimettersi dalla guida del governo,senza un voto di sfiducia del Parlamento e con la complicità dei poteri finanziari internazionali,della magistratura e della sinistra politica italiana,e del solito fronte dell'informazione asservito ai poteri della grande imprenditoria.Un sistema scientificamente organizzato,che manipolò ad arte la borsa,provocando innalzamento dello spread e la caduta dei titoli della Fininvest e di Mediaset presentando un ultimatum inaccettabile pena l'implosione del fronte interno.E fatto fuori Berlusconi,Napolitano impose come Premier Mario Monti,uomo di fiducia di Goldman Sachs,Moody's,Gruppo Bilderberg e della Commissione Trilaterale e graditissimo alla Merkel.Ed in tal modo  Napolitano "sospese" la democrazia italiana e cominciò ad operare come un monarca assoluto.Una mano a capire il"caso" Napolitano ce la dà Pasquale Chessa il quale nel suo libro “L’ultimo comunista” propone un’interpretazione completa dell’operato di Napolitano che ha assunto poteri inimmaginabili per un Capo di Stato italiano.Nel suo libro Chessa parla delle esternazioni e delle manovre di Napolitano uomo delle istituzioni.Oggi,come Capo dello Stato,ha "imposto" la linea delle “larghe intese”,ma nel 1994 non appariva affatto ben disposto nei confronti di Berlusconi.Così infatti scriveva Napolitano nel libro:“Una transizione incompiuta?”: [...la politica di Berlusconi...]è la "conduzione aziendale combinata con gli strumenti della persuasione pubblicitaria […] Questa è la politica dell’antipolitica”.Di più.Chessa sottolinea come Napolitano abbia più volte messo in campo stratagemmi e manovre per ostacolare il governo Berlusconi,come la promulgazione di leggi "con monito" e  “una sorta di sabotaggio politico organizzato attraverso sommerse procedure che non lasciano tracce ma che si possono dedurre e intuire dai risultati.Fra moniti,suggerimenti,correzioni e rinvii,sono molti le leggi che svaniscono nelle pieghe delle procedure.Tutti strumenti,dice Chessa,“che ha usato con scaltrezza da vero,ultimo comunista”.
In tutti questi anni di presidenza,Napolitano è sempre uscito dall'ambito delle sue prerogative e ha prevaricato sulle altre istituzioni.Ma quando le altre istituzioni gli hanno chiesto di render conto delle sue telefonate con Mancino o lo hanno chiamato in giudizio per la trattativa Stato-mafia lui s'è rifiutato di rispondere."Non ci sta"lui a dar conto del proprio operato.Come fece quell'altro,come fece Oscar Luigi Scalfaro....


24 novembre 2013

ASPETTA E SPERA


Fa simpatia Luciano Ligabue,il rocker della canzone italiana.Nel presentare a Milano il suo nuovo album "Mondovisione" ha svelato la sua appartenenza politica,ma anche i suoi,diciamo così,"dubbi" sul partito per il quale ha fin qui votato,e cioè il Pd."Non voglio andare a votare turandomi il naso, per cui ho voglia di vedere che il Pd,che è stato chiamato a un cambiamento,riesce a metterlo in atto".E poi ha aggiunto:"Credo che siano pochi gli elettori del Pd che non siano rimasti delusi perché il Pd ha cambiato anima troppe volte (e come dargli torto?)."Fatica a rappresentare i valori che ha sempre dichiarato in maniera chiara in passato,come nel caso dei matrimoni gay (e credi che lo farà mai?Chiedere a Rosy Bindi e Fioroni per informazioni in merito)sui quali non si capisce che posizione voglia tenere,e ha fatto una serie di autogol nell’ultimo anno e mezzo difficilmente perdonabili".Esatto.Autogol,tanti autogol.Come nemmeno Comunardo Niccolai http://calcisulcalcio.blogspot.it/2011/08/diario-dagosto-e-lo-rese-speciale.html (ricordate il famoso stopper del Cagliari terrore del portiere della sua squadra per i tanti (auto)gol che realizzava?)riusciva a fare."Ma non vuole dire che non voterò mai più il Pd-ha precisato il "Liga"-anche se non so ancora chi voterò la prossima volta,però so che il Pd mi ha deluso(stai tranquillo,Luciano;se ti può essere di consolazione,non sei l'unico elettore Pd ad esserlo)"Devo vedere nella sostanza di poterlo fare in maniera convincente".Ecco,perciò fa simpatia Luciano,tanta simpatia.Vuole capire che cosa sia il Pd,vuole vedere il Pd che metta in atto il "cambiamento".Se è questo che vuoi allora aspetta e spera caro Luciano.Aspetta e spera che il Pd faccia capire quello che è,quello che vuole essere,quello che vuole fare,quello che sa fare,i cambiamenti che saprà portare in questa nostra Italia.Aspetta e spera.Sperare,in fondo,non costa nulla.E' l'attesa che sarà lunga,molto,ma molto lunga.

21 novembre 2013

NO,ANZI SI'.....


Facciamo finta di crederci?Ed allora fingiamo di credere che,come dicono loro,nel PD c'è "semplicemente" un ampio e approndito dibattito democratico.Che c'è una dialettica all’interno del partito".Ok,facciamo finta che.Ma fino ad un certo punto puoi fingere,però,perchè non si possono non vedere "certe" cose,perchè troppo eclatanti sono i contrasti,le contraddizioni,le polemiche in casa PD.Cominciò ad aprile il "dibattito democratico ed approfondito" del Pd con le trattative per la formazione del Governo.Allora c'era  Bersani vincitore delle primarie ma candidato Premier sconfitto,il quale,ancora frastornato dal mancato successo elettorale,realizzò un capolavoro del non-sense politico.Si mise a guardare le (5) Stelle per fare un "governo del cambiamento,ma le (5)Stelle non lo stettero a guardare nemmeno un pò,sbeffeggiandolo sul web anzi.E poi vennero i giorni per l'elezione del Presidente della Repubblica.Dapprima Bersani offrì a Berlusconi una rosa di candidati per il Quirinale.E quando il PDL si disse disponibile a votare Marini,il giorno dopo gran parte dei dirigenti PD,nonostante gli accordi presi,si rifiutarono di votare quel nome proprio perchè (orrore!)sarebbe stato votato anche dal centrodestra.Ma ancor di più l'elettorato PD si infuriò perchè non veniva votato un uomo d’area,quel Rodotà, che proprio nel PCI-PDS-DS era stato eletto parlamentare.Ma non bastò nemmeno questo.Il "capolavoro" il Pd lo fece con  l'impallinamento di Romano Prodi,già leader dell'Ulivo e Premier del centrosinistra,il quale,designato all'unanimità dal PD,dovette poi subire l'onta della carica dei 101 traditori che non lo votarono nel segreto dell'urna.
Ecco.A distanza di mesi,questa è l’immagine che resta:un partito che in pubblico si esprime in un modo e poi fa l'esatto contrario.E se negli ultimi casi a giustificare questa schizofrenia si sono nascosti dietro "il supremo interesse" del Paese e la salvaguardia del governo,nei "giorni del Presidente" l’unica causa fu una feroce faida interna che ancora adesso,a pochissimi giorni dall’elezione del nuovo segretario,permane e che anzi sta toccando picchi sempre più alti di rissosità,come è successo con D'Alema che ha definito "analfabeta" Matteo Renzi.
Sì,è vero.Il Pd ha dovuto affrontare prove durissime con il proprio elettorato per le "larghe intese"con Berlusconi,il nemico di sempre.Ma quante doppiezze,quante tensioni interne ha dovuto affrontare il PD in questi mesi.Il caso Shalabayeva,ad esempio,che vide il vicepremier Angelino Alfano sul banco degli imputati per l’estradizione dei congiunti di un dissidente kazako nel Paese d’origine.E se vai a rileggere i giornali di quel periodo sembra di sfogliare quelli di ieri sul caso Cancellieri:il Pd,coi renziani in testa,a chiedere le dimissioni del ministro ed il premier Letta(su suggerimento dell'inquilino del Quirinale)che si schiera al fianco del suo vice paventando,come del pari è successo con la Cancellieri,una crisi di governo,ottenendo in tal modo che il partito respingesse la mozione di sfiducia presentata dal M5S ma anche da Civati.E poi c'è stato il caso Cancellieri,roba di poche ore fa.Dapprima il Pd si schiera,pur con qualche mal di pancia,con il ministro.Poi,siccome si stanno facendo le primarie,Renzi dice che sulla Cancellieri lui voterebbe in maniera diversa da quella "ordinata" da Epifani,mentre addirittura Civati presenta una propria mozione di sfiducia al ministro.Insomma u gran casino,ognuno dice quello che gli pare e piace.Ma ancora una volta interviene Letta(sempre "ispirato" e protetto dell'uomo del Colle)che dice,ancora una volta,che il il sì alla mozione contro il Ministro sarebbe anche un sì alla crisi di governo.E Renzi e Civati impacchettano e portano a casa,con relativo grande scorno e con tanti saluti alla coerenza e alle parole di fuoco  contro il Ministro.E gli elettori continuano a non capire e a scappare(non ingannino i risultati in Basilicata:il Pd ha perso oltre 30mila voti).Ma c'è un tema,l’unico,sul quale i piddini sono coerenti tra il dire e il fare:la decadenza di Berlusconi e l'antiberlusconismo più in generale.In nome della guerra al Cav persino la tenuta del governo passa in secondo piano.Sempre in attesa che alla segreteria vada Matteo Renzi.Da quel momento ipocrisie e schizofrenie saranno superate.Da quel momento,si spera,che un SI sia un SI,un NO sia un NO.E Renzi potrà finalmente realizzare il proprio sogno recondito:mandare a casa Letta.Sempre che Nonno Giorgio,regista,interprete,sceneggiatore e coreografo del film intitolato:"Larghe intese" glielo permetta.

20 novembre 2013

LE MANI SULLA CITTA'


E adesso che l'inferno d'acqua si allontana lentamente dalla Sardegna,lasciando una lunga scia di disastri,tragedie e morte,adesso che,come da previsioni,questa valanga portatrice di sciagure si avvicina minacciosamente verso la Campania e la Calabria,adesso tornano alla memoria le parole di Giustino Fortunato che nel 1904 (sì,nel 1904)definì l'Italia "uno sfasciume pendulo sul mare"per descrivere il territorio italiano,bello nel suo paesaggio,quanto precario e delicato nel suo equilibrio idrogeologico.Sì"Sfasciume pendulo sul mare"è l'Italia,quella Meridionale,in particolare.E temi,e tremi all'idea di quello che potrà succedere sapendo che la Calabria è,tra le Regioni italiane,quello con il più alto stato di dissesto idreogeologico.E temi e tremi all'idea di rivedere le scene della Sardegna,ma anche le scene tante,troppe volte viste in tante,troppe parti d'Italia.Le scene dell'Irpinia e della Basilicata,del Friuli e della Sicilia,dell'Aquila e di Sarno.Sì,perchè non ci sono regioni indenni in Italia da queste tristi avvenimenti,perché diffusa per tutto il territorio nazionale è questa "fatale occorrenza" (fragilità).
Ed ogni volta che Uomo e Natura vanno in conflitto,ogni volta che di nuovo vedi lo strazio dei cuori difronte alla Morte venuta da lassù,ogni volta che vedi quei visi di donne,di bambini,sfregiati dal dolore con urla che s'innalzano veso il Cielo,chiedendo "perchè"?Ogni volta che tra pianti disperati ancora si cerca,ancora si spera di trovare qualcuno, qualcosa,ma anche si cerca di ritrovare la vita di "prima",la vita che fu,che mai sarà più,ecco quando vedi tutto questo subito accorre la solita domanda:"CHI doveva fare ma non ha fatto?".Già.Chi è quel CHI ?
"Lo Stato è assente,le Istituzioni non ci sono" è la prima risposta.Ed è certamente vero.Troppo impegnati in scissioni,decadenze,primarie sono i partiti che lo Stato dovrebbero invece "costruire",che per la gente dovrebbero fare "P"olitica e non "p"olitica.Ma la politica di "questi" partiti è ancora e sempre quella delle Casse per il Mezzogiorno e dei 100 altri enti che,con finanziamenti a pioggia,hanno determinato la degenerazione della società,l'espansione del clientelismo,la logica della spartizione dei sussidi e dei favori,il familismo amorale.
Ed in quel CHI ci sono anche quei Sindaci,quegli amministratori locali che ora,difronte alle telecamere,gridano:"Nessuno ci aveva avvertito".Ma loro,gli "inavvertiti" quand'è che NON hanno concesso,per clientele politiche nel migliore dei casi,licenze a costruire proprio lì,dove adesso è passata la tragedia?
Ma anche i cittadini ci sono in quel CHI.Perchè anche i cittadini hanno offeso il proprio territorio,anche loro hanno determinato la sciagura,per cercare un proprio vantaggio personale o per la propria cricca,rivolgendosi a quei politici interessati esclusivamente alla ricerca del voto clientelare,disposti a soddisfare le scellerate richieste dei cittadini spesso lanciati in assurdi piani di costruzione e di cementificazione selvaggia.
Sì.Tutti ci sono,tutti ci siamo in quel CHI ?Tutti abbiamo messo "le mani sulla città"

11 novembre 2013

QUEL 12 NOVEMBRE....


Dieci anni sono trascorsi da quel 12 novembre.Ma di quel giorno,delle cose che in quel giorno sono accadute,lo Stato,le Istituzioni,e (naturalmente) i politici si sono in fretta dimenticati.Non ha dimenticato,non poteva di certo dimenticarlo quel giorno il maresciallo dei carabinieri Riccardo Saccottelli che a Nassiriya c'era insieme agli altri 19 colleghi che in quell'attentato morirono.
 
''Lo Stato non ha fatto nulla per noi",accusa Saccotelli."Oggi capisco chi diceva 10,100,1000 Nassiriya''.Così  Riccardo Saccotelli,maresciallo dei carabinieri in congedo,sopravvissuto alla strage di 10 anni fa alla base italiana in Iraq si è sfogato ai microfoni di ''A Ciascuno Il Suo'' di Radio 24.Ha riportato ferite e per questo ora e' in congedo. Lui ha rifiutato la medaglia d'oro, perche' ''e' un'offesa alla mia dignita'.Quella medaglia non vale niente, perche' lo Stato si e' comportato in modo ambiguo.I tre generali indagati (e poi assolti, n.d.b.) hanno ricevuto la piu' alta onorificenza,l'ordine militare e il Cavalierato della Repubblica a processo ancora in corso.E hanno ricevuto le onorificenze per eventi bellici, anche se nei processi i reati erano stati derubricati a tempo di pace''......."Oggi capisco chi diceva 10,100, 1000 Nassiriya.Inizialmente mi rattristavo, ora li capisco, perche' lo Stato mi ha abbandonato,nessun premier ha mai voluto incontrare i feriti''.E poi la sicurezza della base.Anche qui Saccotelli ricorda e accusa:''la sera prima dell' attentato, una delle vittime aveva previsto che i prossimi saremmo stati noi. Noi eravamo li' a difendere i nostri politici,ma i nostri politici di noi si sono dimenticati.......
 
Queste parole dovebbero far vergognare i politici italiani,perchè queste parole per uno Stato,per  delle Istituzioni vere e serie fanno più male di quelle gridate da chi altre 1000 Nassiriya invocava.Perchè non basta presentarsi ai funerali di Stato di chi lo Stato ha servito,se poi il significato di quel 12 novembre scompare dalla memoria ......

08 novembre 2013

COSE DA PAZZI


Se ne è andato in Irlanda,Enrico Letta.Sempre ccon la convinzione di essere un Primo Ministro e non Jo Condor.E siccome crede di essere il capo del governo italiano,ha dato un'intervista al giornale irlandese, Irish Times nella quale ha detto che "le cancellerie europee sono entusiaste(!!!)del lavoro svolto finora dal suo governo.E che in Europa tutti lo dipingono come un uomo “con le palle d'acciaio".Ora,posso capire che Letta abbia sempre più frequenti e sempre più gravi crisi di disturbo narcisisitico della personalità che gli fanno perdere la memoria,però bisogna pure che gli si ricordi qualcosa.Letta dimentica di ritrovarsi Premier solo per graziosa concessione di Sua Maestà "King George"quando invece il Pd alle elezioni aveva designato Pierluigi Bersani come candidato premier.E a causa di quelle crisi di megalomania Mister "Palle d'Acciaio",non riesce a porsi alcune domande che gli italiani,ai quali le palle girano davvero,invece si pongono.Che poi la domanda fondamentale è sempre la stessa:"che ha fatto Letta in questi sei mesi,per un’Italia in cerca di seri cambiamenti e rilancio dell'economia e della produzione?La domanda è retorica,perchè la risposta è scontata:NIENTE.Si è limitato a qualche piccola manutenzione,un cerottino qui,un chiodino là.Discorsi e promesse tante;coraggio,visione strategica e capacità operativa,zero.Ora non so cosa Letta abbia detto in quell'intervista al giornale irlandese.Però se un cittadino italiano volesse dare a uno straniero una definizione del governo Letta si troverebbe in difficoltà.
Questi 6 mesi sono stati una specie di proseguimento del governo Monti senza Monti:  grigi,deprimenti,insoddisfacenti.Ma almeno con Monti si ebbe (almeno all'inizio)la sensazione che degli interventi drastici e dei cambiamenti di direzione fossero stati presi e che i ministri avessero delle idee in testa.Sbagliate in alcuni casi,sciagurate in altri come nel caso dei c.d. "esodati",ma insomma per alcuni mesi sembrò che qualcosa stesse lì lì per cambiare.Sempre senza passioni apparvero Monti e i suoi ministri,ma si pensò che di lui,di loro ci si poteva fidare.Il governo Letta ci ha rimesso in quella situazione(zero entusiasmi,zero passioni)senza nemmeno saper convincere di avere una strategia d'azione."Vedremo"."Faremo"."Diremo" sono stati i verbi coniugati al futuro da Letta.Ma solo uno coniugato al presente:"rinviare".Come per l'Imu,come per l'Iva ad esempio.Perchè il governo non ha dimostrato alcun coraggio di scelte,capacità di iniziative per così dire, "sovversive",di rottura rispetto al passato.
E così, la situazione politica è la stessa,identica di un anno fa:viviamo il governo – l’istituzione che dovrebbe guidare il cambiamento–come qualcosa di appicicicato lì,di provvisorio,nell'attesa che il solito italico stellone porti "qualcosa" e nella speranza che nuove elezioni estraggano dal cappello il cambiamento vero,che dia un segnale di ripartenza per l'economia e per l'occupazione innanzitutto.Intanto(ed è questa la tragedia),c’è un governo che dice che sta facendo cose incredibili (Letta dixit a Dublino)senza saper dire quali queste sono e come farle.
Certo.Il risultato elettorale è stato quello che è stato.E "King George",che si ritiene il salvatore della Patria,credeva di aver fatto l'ennesimo "miracolo" di salvataggio dell'Italia scegliendo le “larghe intese”.I fatti hanno dimostrato che quella formula era solo un wishful thinking e che era invece un imbroglio da presentare agli italiani ed all'Europa.E intanto continuiamo con la solita commedia degli equivoci:con "Palle d'Acciaio" che ritiene di essere (poveretto)un Premier e non Jo Condor.Con la Lorenzin e la De Girolamo che credono di essere ministre,con Quagliariello che dice che questo Governo ha salvato l'Italia,con la Kyenge che vede razzismo dappertutto.Altro che Palazzo Chigi.Questo governo è un manicomio.Ragazzi,qui sono cose da pazzi.....

06 novembre 2013

I CIECHI E GLI IDIOTI

Quanto ci costa la crisi di governo

Alla fine anche il caso Cancellieri verrà superato dal governo nonostante i maldipancia del Pd che vorrebbe in realtà votare  la mozione di sfiducia dei grillini.Ma comunque resterà un'altra ulteriore incrinatura dell'esecutivo.Nato come esecutivo delle larghe intese, il governo si trova a fare i conti con i tre partiti che lo sostengono (Pd,Pdl,Scelta Civica) profondamente divisi al proprio interno,tutti lacerati tra la tentazione di staccare la spina e quella di andare avanti, anche per salvare il posto di molti parlamentari che in caso di elezioni anticipate non verrebbero rieletti."Stabilità" è la parola magica che dovrebbe  seppellire tutti i problemi.Ma l'incapacità di questo esecutivo ad elaborare riforme strutturali fa aggravare i problemi,laddove il Paese ha invece bisogno di seri e profondi interventi di politica economica.Ed invece i problemi politici si intrecciano con quelli economici,di programma e quelli giudiziari di Berlusconi.Il  governissimo di Letta è ormai un governicchio.Quello di Anna Maria Cancellieri è fatto serio,grave per la credibilità dell'esecutivo.E grave fu il comportamento di Angelino Alfano nel caso Shalabayeva(del quale peraltro nessuno si ricorda più,fors'anche per convenienze antiberlusconiane).Ma è soprattutto l'azione  del ministro dell'Economia Saccomanni a colpire.Ex  numero due della Banca d'Italia e lucidissimo analista delle riforme da fare quando era in via Nazionale,da ministro non ha impostato neppure una riforma.C'è poi la Legge di stabilità,che non piace a nessuno,è che perciò è ancora un cantiere aperto.In essa si svolge un'autentica corrida tra i partiti intenti a cambiarla perchè davvero presenta assurdità fiscali inenarrabili.Essa non contiene alcuna riforma strutturale,nessuna misura di sistema.Ma il non plus ultra è stato raggiunto con la lite tra Saccomanni e Istat sui conti pubblici,cioè sulla questione che interessa l'Europa.Quest'ultima ha dato ragione all'Istat,nonostante che il ministro avesse accusato l'istituto di statistica di non aver valutato adeguatamente le misure per la crescita messe in cantiere dal governo.Con conseguente,clamorosa figuraccia di Saccomanni ed ulteriore perdita di credibilità dell'esecutivo.E  dire che nel governo c'è anche l'ex presidente dell'Istat.Quanto ai rappresentanti del Pd al governo,essi non sanno che riproporre politiche stataliste come le vicende Alitalia e Telecom dimostrano.Ed intanto Renzi sta per diventare leader del Pd,con conseguenti spaccature del partito e riposizionamenti di figuri a suo tempo "rottamati" dal presunto leader.Ma il ragazzotto di Firenze non ha ancora spiegato il suo programma per palazzo Chigi.Ammesso che un programma ce l'abbia.Perchè,come dice Giampaolo Pansa che è uno che se ne intende,Renzi sotto la lingua non ha niente e che "è un illusionista.Ridicolo più che spregevole".E non è che i "governativi" del centrodestra de la passino meglio.Nella guerra tra lealisti  berlusconiani e governativi (i quali entrambi dicono di riconoscersi nel PPE)non si intravede programma alcuno.E non basta dichiararsi "sentinelle antitasse".Occorre fare riforme come quelle realizzate da altri governi retti da popolari europei:riforme strutturali vere e serie,improntate ai tagli di spesa pubblica,a leggi più flessibili sul lavoro,al rilancio dei sistemi produttivi.E queste politiche riformatrici non le ha fatte la sola e solita Germania,ma perfino la Spagna,compagna di "sventure economiche" dell'Italia.Probabilmente anche il nostro Paese,alla fine,uscirà dalla recessione con uno striminzito 0,7 per cento di Pil,ma non ci sarà né crescita né svolta.Perchè i nostri governanti sono quelli dianzi descritti.Perchè,come diceva Shakespeare,"è terribile quell'epoca nella quale un governo di idioti governi dei ciechi".Noi stiamo vivendo quell'epoca.Possiamo però sperare in un miracolo.Che quelli che finora sono stati ciechi,cioè il popolo,cioè la gente che ha votato in un certo modo per poi subire queste idiote politiche economiche,riacquisti la vista e mandi a casa,con rivolte fiscali,come quelle di Torino,dove gente esasperata dal livello di tassazione,s'è distesa sui binari dei treni,e si liberi degli idioti oggi al governo.Per il governo,invece,non c'è da aspettarsi nessun miracolo.All'idiozia non c'è rimedio.