27 febbraio 2012

UN UOMO CHIAMATO ARBITRO


Da sabato 25 febbraio,non c'è bar,ufficio,scuola,redazione di giornale,blog,social network e via cantando,che non parli d'altro.Dove si parli di "quella roba lì".Della partita Milan Juve.Del finimondo scoppiato per i due gol non concessi,uno a ciascuna squadra.Ed al centro della bufera ancora e sempre loro,gli arbitri.Le "maledette giacchette nere" come si diceva una volta.Adesso il colore è cambiato,è vero.Ora le giacchette sono "policrome",ma la sostanza non cambia.Sono sempre e solo loro i "responsabili",quelli che per gli italioti dietrologi pallonari alterano i risultati di una partita,falsano l'esito del campionato..E allora dagli all'arbitro.E allora basta con "questi" arbitri.E allora vai con la tecnologia.Tutti (anche per quelli che del calcio non se ne sono mai sbattuti) sentono l'obbligo di dire la loro."C'è bisogno di sensori,moviole,telecamerine,replay e magari dell"occhio di falco" che nel tennis è quella specie di moviola elettronica che "sentenzia" sulle giocate delle palle sospette. Ogni giocatore (nel calcio ogni squadra) può richiedere di vedere dove veramente è caduta la palla mediante una migliore “vista”.Di falco,appunto.
Finora la corrente di pensiero della moviola era rimasta un pò scordata nei sottoscala televisivi.Ma adesso vedrai come te la ricacciano,specie nelle tv private, dove i saltimbanchi che si aggirano per quelle trasmissioni lunghissime pur dovranno inventarsi qualcosa per passare le ore (e arraffare il gettone di presenza).E verranno di nuovo fuori le correnti di pensiero,le teorie o le categorie filosofiche degli italioti intellettuali pallonari.
Ma tutta 'sta roba di elettronica,tecnologia applicata al calcio io non la voglio.Il calcio non è uno sport americano, con i suoi tempi morti, con il pop-corn l’hot dog,la Coca-Cola e le ragazze pon pon.Il calcio non si può permettere tutto questo.Morirebbe nei gorghi e nei pantani dei tempi morti moviolostici.
La semplice verità è che non c’è nessun complotto, nessun disegno criminale.C’è solo e soltanto un uomo chiamato arbitro con i suoi pregi e con i suoi difetti.E' un uomo,soltanto un uomo con due occhi e due gambe.Come tutti gli altri uomini.Nel suo lavoro a volte è bravo,altre no. E non sbaglia nè più nè meno di un dirigente che acquista un giocatore infortunato o che non può giocare la Champions League (vero Moratti?).E di un allenatore che sbaglia e mette in campo una formazione sballata.O di un calciatore che sbaglia un gol facile facile (alla Calloni,per intenderci).Oppure dei tifosi che "sbagliano" quando sfasciano lo stadio o assaltano i pullman dei tifosi dell'altra squadra.Appunto.L’arbitro è uno di noi.Sbaglia lui,come sbaglio io,come sbagliamo tutti.Ah se potessi non commettere errori!Ma chissà quanti ne ho fatti e quanti ne farò ancora.E se quando andiamo allo stadio pensassimo solo a divertirci,noi "Sommi Sacerdoti" della religione di Eupalla,dea del Pallone (grande Gianni Brera)?
E allora mi sta bene così.Mi stanno bene i gol "fantasma".E mi stanno bene anche i gol annullati per fuorigioco,quando il fuorigioco non c'era.Ma le moviole no.Quelle proprio no.E nemmeno tutta quell'altra robaccia tecnologica.Proprio non le voglio.Voglio soltanto vedere 22 giocatori che corrono dietro una palla.Con un altro uomo che li controlla.Un uomo chiamato arbitro.

23 febbraio 2012

LA CADUTA DI RE GIORGIO

Eppure non è passato molto tempo.Solo pochi mesi fa la rivista "Wired" lo eleggeva "uomo dell'anno".E solo pochi mesi fa New York Times poi lo considerava e lo "incoronava" addirittura come Re.Re Giorgio.Re Giorgio Napolitano.Come in in Italia,del resto, dove come tale è stato sempre considerato Re Giorgio.In Italia non se ne può,non se ne deve che può che parlare bene di Giorgio,Presidente e Re d'Italia.E' un "politically correct" parlarne bene.Soprattutto da parte della sinistra,ovviamente,ma anche il centrodestra si è uniformato al coro con belante zelo.
Qualsiasi cosa dica,in qualsiasi posto la dica,in qualsiasi modo la dica,va comunque bene,non può che essere "cosa buona e giusta".E così se parla con i giovani? "Bisogna dare un futuro a questi giovani" le sue sacrali parole.Interviene ad incontri con la stampa?"Bisogna sempre combattere per la libertà di stampa",il suo fondamentale pensiero.E' presente al CSM o all'inaugurazione dell'Anno Giudiziario?"Deve essere rispettata l'autonomia della Magistratura".Relazione del Governatore della banca d'Italia? "Assicurare una crescita al Paese, uno sviluppo equilibrato nel contesto di un mutato scenario economico internazionale".E via così con altre banalità e ovvietà del genere.Non parliamo poi del pistolotto a reti unificate nella sera di Capodanno.Concetti triti e ritriti buoni per tutte le occasioni,ripetuti tutti gli anni ad ogni fine anno.Roba da rovinarti il cenone.E una lunga schiera trasversale di lacchè politici giù con lodi sperticate per "l'alto insegnamento" del Re.Un"modello" per le giovani generazioni.Una garanzia per il rispetto dei sacri valori ccostituzionali.
Ma arriva il momento in cui il trono di Re Giorgio comincia a traballare.Accade cioè quello che non ti aspetti.Lui,il New York Times'King va all'Università di Bologna per prendersi una laurea "ad honorem" e si becca invece le contestazioni di gruppi di giovani (mica tanto pochi come la stampa italiana di regime vorrebbe far credere) che gli gridano che lui altro che Re,è l'espressione e il rappresentante del potere bancario italiano.
Poi il Re/Presidente se ne va in visita ufficiale in Sardegna.E anche lì nuove contestazioni,ancora più dure di Bologna.Addirittura c'è chi gli grida:"buffone vattene,non ti vogliamo".
Dunque adesso,nonostante le "lodi" italiane ed internazionali la contestazione ha raggiunto anche la carica più alta,quella che dell'unità di tutti gli italiani dovrebbe essere l'espressione.E invece no.Ma dietro le contestazioni a Napolitano c'è però qualcosa di più grave e significativo.I provvedimenti economici adottati in Italia ed imposti dall'Europa della Merkel stanno provocando un grave e diffuso malessere sociale.Tutte le istituzioni ne escono con le ossa rotte.Dei partiti non ne parliamo proprio,praticamente scomparsi dalla scena politica,ma anche la Banca d'Italia,che teoricamente ed indirettamente dovrebbe tutelare piccole imprese e famiglie si vede assediata da "indignados" vari.Il Parlamento,materialmente attaccato da autotrasportatori e pescatori.I sindacati,contestati dai loro stessi iscritti.Ecco.Tutti questi soggetti non sono avvertiti più come rappresentanti da tutta una miriade di piccoli movimenti di protesta.L'augurio è che questo malessere,questo crescente scontento sociale dovuto alla grave crisi economica, non dia spazio a strumentalizzazioni politiche estreme come quelle vissute negli anni di piombo.Ma certamente si può dire che siamo difronte ad una scomposizione del quadro politico e sociale del Paese.Ed ancora non si intravedono nuovi soggetti e nuovi modelli capaci di esprimere legittime istanze e interessi.
Caduto un Re,come è successo con Napolitano,se ne fa un altro.Ma caduto un sistema Paese cosa accadrà?

14 febbraio 2012

NIENTE DI NUOVO

Niente di che.Niente di nuovo sotto il cielo (buio) della giustizia italiana.Oramai anche un caso come questo,che dovrebbe indignare e chiamare a risponderne i responsabili (cioè i giudici) passa come una cosa "qualsiasi",come una cosa di ordinaria amministrazione.
Non ci si meraviglia nemmeno più che un uomo,Giuseppe Gulotta,dopo aver trascorso ventidue anni della sua vita in prigione, venga poi scarcerato perchè una Corte d’Appello si "accorge" che è del tutto estraneo ai fatti per i quali era stato condannato e cioè di essere l'autore della strage di una caserma in Sicilia, dove morirono due carabinieri diciottenni.
No.Non c'è niente di nuovo in questa giustizia italiana.Passano anni,passano decenni e tutto continua come prima,tutto continua come sempre.Nonostante gli scempi quotidiani del diritto.Nonostante le condanne della Corte di Giustizia Europea al sistema giudiziario italiano.
Sono passate appena poche settimane dall'inaugurazione dell'anno giudiziario,quando i magistrati si sono lamentati dei tempi lunghi dei processi (scusate ma non siete voi che depositate sentenze dopo 8 anni,facendo decorrere i termini di detenzione e rimettendo così in libertà mafiosi e camorristi?).Oppure scatenano il putiferio se solo si accenna ad una riforma del sistema giudiziario con la separazione delle carriere.
E così,e proprio per queste indecenze giudiziarie,dopo lunghissime ed infinite sentenze ed ordinanze,dopo mille andirivieni delle carte processuali tra Tribunale,Corte d'Appello e Corte di Cassazione,i giudici di Reggio Calabria hanno raccolto nuove testimonianze, tra cui quella dell’ex brigadiere dei carabinieri Renato Olino che all'epoca si occupò dell’inchiesta sulla strage. E Olino ha fatto (dopo 22 anni) alcune ammissioni: in particolare ha riferito che ci furono dei «metodi persuasivi eccessivi» (praticamente violenze fisiche e pestaggi in carcere) per far «cantare» un giovane Giuseppe Vesco, affinchè accusasse Giuseppe Gulotta della strage.
Ora a parte che in 22 anni sono rimasti ancora sconosciuti e senza condanna i veri responsabili dell'omicidio dei due carabinieri,chi risarcirà Gulotta per tutti quegli anni trascorsi in carcere? Forse qualche giudice?Ma dai......

13 febbraio 2012

DOWNGRADE DI DEMOCRAZIA

Ci siamo distratti.Siamo rimasti a guardare quella nave reclinata su se stessa davanti all'isola del Giglio.Siamo rimasti ad aspettare che si ritornasse a "normalità" dopo i tanti scioperi di tassisti,autotrasportatori,benzinai,farmacisti,notai,avvocati che ancora si oppongono ai tentativi di liberalizzazione di questo Paese.C'eravamo fermati a parlare di spread,agenzie di rating e firewall.E così abbiamo trascurato la questione più grande,la questione delle questioni.Non abbiamo visto che in questo momento l'Europa è in un "default",in una mancanza di democrazia.No.Non "sospensione" di democrazia.Non rischio di diminuzione di democrazia.Ma già e proprio in default di democrazia.Perchè la crisi economico-finanziaria mondiale ha portato ad una crisi della Democrazia nella sua essenza specifica.
E' stata la Grecia innanzitutto e soprattutto a subire il declassaento della propria democrazia,perchè proprio la Grecia è stata di fatto "commissariata" dai mercati internazionali e dalla Germania in primo luogo.Il "Financial Times" ha infatti riportato un documento "raccappriciante" per una Democrazia.In qul documento viene detto che la Grecia "deve" accettare,"forme di cessione di sovranità su tasse e decisioni di finanza pubblica ad un commissario europeo per il budget, senza di che non ci sarà l'erogazione di altre tranche del prestito comunitario”.Ed ancora:"Il commissario deve avere potere di veto sulle decisioni del Parlamento se esse non saranno in linea con gli obiettivi fissati dai creditori.Un Commissario.Un Commissario inviato dall'Europa.Una specie di Podestà durante il regime fascista.
Quello del "Financial" è un documento storico.Per la prima volta si chiede a una democrazia di cedere diritti scaturiti dalle elezioni.Certo, la Grecia se l'è cercata. Decenni di finanza allegra, clientelismi e evasione fiscale e infine la falsificazione del bilancio statale.Ma da qui a giungere ad una sostanziale soppressione della democrazia ce ne corre."Cessione di sovranità" imposta non da una dittatura ma da un paese, la Germania, che dalla propria storia pur avrebbe dovuto imparare qualcosa.Ma il documento rivelato dal "Finanancial Time" riguarda in qualche modo anche l'Italia.Non siamo la Grecia,certo,ma ci troviamo ad essere amministrati da un governo che non ha mai avuto nessun mandato popolare per farlo.Ci ritroviamo un governo "imposto" dal Presidente della Repubblica e  dalla Germania e che a questa è costretto ad obbedire.
Per questi fatti,su questi fatti sulla stampa italiana si è parlato di democrazia "semplificata” o "sospesa".Democrazia semplificata,democrazia sospesa,declassamento di democrazia.Pensatela come volete.Ma chi avrebbe potuto immaginare che la Grecia,il Paese dove secoli fa è nata la prima forma di governo democratico nella storia occidentale e che già allora si basava sul sul semplice principio della sovranità al popolo dovesse essere "commissariata" e la sovranità popolare di fatto  essere soppressa?
Un editorialista del "Corriere della Sera" appena qualche mese fa,nell'agosto 2011,scriveva un articolo nel quale paventava il rischio per l'Italia dell'avvento di un “Podestà" forestiero con sedi sparse tra Bruxelles, Francoforte, Berlino, Londra e New York”.E ciò perchè "In Italia c'è scarsa dignità, downgrading politico, tempo perduto, crescita penalizzata”. Quell'articolo era firmato Mario Monti.

11 febbraio 2012

LO STATO MEDIOCRE

Dieci anni fa,nel marzo del 2002,moriva Carmelo Bene,un personaggio,un artista,un uomo che ha ha fatto molto discutere di sè,delle sue opere,delle sue idee.E comunque una persona fuori dal coro,innegabilmente "diversa", innegabilmente "stra-ordinaria" nel senso di sapersi/volersi porre "fuori" dal conformismo e dagli opportunismi dell'intelluattalismo nostrano,fuori dal borghese modo di pensare e di essere.Un "diverso",appunto e comunque.
Ognuno,naturalmente,si è fatta un'idea sulle sue idee.Ognuno,ovviamente,ha espresso opinoni e critiche sulle sue opinioni e critiche.Ma al di là di quello che di lui si può dire e pensare alcune sue parole rimangono,non possono che rimanere,in chi come lui la pensava,in chi come lui non la pensava
Così disse una volta in una trasmissione tv:"Non sono mai nato, non mi vergogno di essere nell'equivoco italiota, non mi interessano gli italiani. Qualunque governo come qualunque arte (o tutta l'arte borghese), tutta l'arte è rappresentazione di Stato, è statale. È uno stato che si assiste fin troppo, se no alla mediocrità chi ci pensa? La mediocrità, par excellence, è proprio lo Stato. Lo Stato dovrebbe smetterla di governare, ecco. Si può dare uno Stato senza governo, mi spiego? Non deve amministrare, deve lasciarlo fare a dei privati".
Ecco.In poche parole egli poneva problematiche e quasi l'obbligo di riflessioni su grandi temi.Come il rapporto filosofico,economico,sociale e politico tra pubblico e privato.Oppure il rapporto tra Stato e cittadino,tra Stato ed individuo.E sul tema dello Stato padrone,sullo Stato etico ed invasivo,sul tema dell'assistenza (meglio sarebbe dire dell'assistenzialismo) dello Stato al cittadino-servo,ad uomini che Uomini non sono.Che non sono in grado di porre con imperatività il rispetto,proprio da parte dello Stato,della civiltà del diritto,dei Diritti del cittadino. 
Ecco perchè uno come Carmelo Bene,uno con le idee come quelle di Carmelo Bene non può che definirsi "stra-ordinario".

06 febbraio 2012

SONO SOLO BAMBOCCIONI

In principio fu Padoa Schioppa,Ministro dell'Economia del Governo Prodi."Bamboccioni".Solo "bamboccioni",per Padoa Schioppa,erano i ragazzi che non se ne "vogliono" andare di casa,i ragazzi che stanno ancora alle dipendenze dei genitori. «Mandiamo i «bamboccioni fuori di casa», sintetizzò con estrema brutalità Padoa-Schioppa per far riferimento ai giovani "che restano con i genitori, non si sposano e non diventano autonomi".
Poi arrivò Michel Martone,viceministro al Lavoro del governo Monti,che chiamò"sfigati" i ragazzi che a 28 anni non si sono ancora laureati.Forse il Ministro voleva dire che non vogliono studiare i ragazzi italiani,senza sapere che i ragazzi italiani ci rimettono un pò (ma solo un pò) di soldini per "mantenersi" all'Università.Ma Marco Travaglio,che un pò curiosetto lo è, si è per così dire "informato" sul "cursus honorum" e sui tempi di "percorrenza" universitaria di Michel Martone.E così si è accorto che il padre di Martone è un “potentissimo” magistrato romano, arrivato alla presidenza dell’ANM prima e alla presidenza dell’Authority degli scioperi poi.E con un cotanto genitore Michel ha fatto “un carrierone”: a 23 anni si è laureato in legge (110 e lode).Relatore della sua tesi Mattia Persiani,“amico del padre”.Poi subito Dottorato di ricerca a Modena grazie a Persiani.A 27 anni diventa professore associato e il presidente della commissione che lo promuove è sempre Persiani.E poi a 29 anni Michel diventa ordinario all’Università di Siena.A promuoverlo è sempre Persiani.(Ah che fortuna avere amici....Persiani).
Ed ora l'ultimo "contributo" al dibattito sui bamboccioni arriva anche dai Cancellieri.O meglio da Annamaria Cancellieri,Ministro dell'Interno del governo Monti la quale così ha sentenziato:"Noi italiani siamo fermi al posto fisso nella stessa città, di fianco a mamma e papà,insomma siamo dei "mammoni".Forse,si riferiva a Silvia Deaglio,che a 37 anni è già Prof. presso l'Università di Torino,dove insegnano,tu guarda il caso, anche Mario Deaglio ed Elsa Fornero (ora anche Ministra) che della Silvia sono il papà e la mammà.
Già.Bamboccioni.Come se i ragazzi italiani,laureati magari con il massimo dei voti avessero piacere a rimanere a casa,rinunziassero volentieri a costruirsi un avvenire tutto loro,a sposarsi,ad avere una famiglia una casa tutta loro.Ma dove le trovi le opportunità di lavoro,appena messo il naso fuori la casa dei genitori? Dove li trovi i soldi per comprare una casa tutta tua,con le tasse che sulla casa hanno messe Martone,Cancellieri, Fornero?Figuriamoci,poi,se i bamboccioni,i mammoni,possono permettersi le"suite" del ministro Malinconico.
Già.Sfigati,viceministro Martone.Ma lo sa lei quanto costa ad uno studente "normale",ed ai loro genitori "normali", che non hanno amici......Persiani,mantenersi all'Università? Già.Mammoni,Ministro Cancellieri.Come se poi,andar via di casa,allontanarsi da mamma e papà significhi avere automaticamente un lavoro od un lavoro corrispondente agli studi che hai fatto.Forse voi da "bocconiani" non conoscete bene la realtà.Sa com'è viceministro Martone?Sa cos'è Ministro Fornero? Non tutti,come voi, hanno amici di papà o sono figli di papà (e di mammà).E i genitori di questi ragazzi non hanno lasciato nessuna cattedra universitaria "in eredità".Questi ragazzi rimangono a casa."Devono" rimanere a casa.A fare i bamboccioni,gli sfigati,i mammoni.   

03 febbraio 2012

A VOLTE TORNANO

E' come un deja vù.Cose e fatti accaduti tanti anni fa,ma ritornati,riapparsi sulla scena politica e sociale di oggi.E ti sembra di ritornare con quella scheda elettorale a quel seggio.E ti ricordi di quel referendum di tanti anni fa.E ti sembra di buttare nuovamente nell'urna la scheda sulla quale avevi scritto un SI grosso come una casa per stabilire che i giudici pagassero "in proprio" (e non con i soldi dello Stato e cioè di tutti noi).E ti sembra di rimettere di nuovo nell'urna la scheda sulla quale avevi messo una croce forte,decisa,sentita sul SI perchè i partiti non fruissero più dei finanziamenti pubblici.

INCREDIBILMENTE

01 febbraio 2012

EBOOKS ? NO, GRAZIE....

Ebook ovvero libro elettronico."Kindle", ovvero il lettore di libri elettronici commercializzato da Amazon,l'Azienda mondiale più grande nel settore.E Jeffrey Bezos,fondatore di Amazon che con la sua geniale idea degli ebooks e dell'editoria digitale,ha completamente stravolto il mercato dell'editoria classica.Ma non solo genialità.Perchè a Jeffrey Bezos,l'idea dell'ebook ha fruttato centinaia di milioni di dollari ora che questo nuovo strumento digitale,inizialmente pensato per il mercato statunitense,ha preso piede in tutto il mondo.
Ma se gli eBook spopolano nel campo tecnologico-informatico,continuano a non avere vita facile nel mondo intellettuale e culturale.L'ultimo in ordine cronologico a scagliarsi contro il mercato degli ebooks è stato Jonathan Franzen, uno dei più grandi romanzieri americani viventi ed autore di due grandi libri che hanno ravuto un incredibile successo: "Le correzioni" (quasi 3 milioni di copie) e "Libertà", tra i bestseller dal 2010.
Un’accorata difesa del libro stampato è stata quella di Franzen."eBook e dispositivi come il Kindle di Amazon non avranno mai il fascino della carta stampata" ha detto Franzen.".E insieme all'attacco al libro elettronico l'attacco al capitalismo degli editori.:"Per forza che i capitalisti odiano i libri cartacei: non sono un grande affare! Il capitalismo e la tecnologia insieme stanno creando un mondo sempre più fuori dal nostro controllo, in cui le cose vere e autentiche vengono schiacchiate dal mondo virtuale e da internet".Meglio la tangibilità del libro cartaceo,dice Franzen."Per un lettore serio il senso di permanenza materiale dell’oggetto libro è sempre stata un’esperienza essenziale. In un mondo in cui tutta l’esperienza si sta facendo fluida, l’immutabilità del testo cartaceo è una certezza".
Ha ragione Franzen.Meglio avere il piacere di cercare un libro negli scaffali della tua libreria.Meglio sfogliare pagina dopo pagina,con le tue mani,qualcosa di materiale,di concreto.Meglio un segnalibro da lasciare tra un foglio e l'altro.Meglio il "profumo" di un libro fresco di stampa.Meglio,molto meglio.